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Tennis, Darren Cahill: “Jannik Sinner ora è sicuro anche sull’erba, il suo percorso di crescita non va forzato”

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Jannik Sinner saluta Wimbledon ed i Championships con una iniezione di fiducia al morale davvero di capitale importanza. Da un lato, infatti, il tennista nativo di San Candido ha capito di potersela giocare contro tutti anche su una superficie “nuova” dal suo punto di vista come l’erba (proprio a Church Road è arrivata la sua prima vittoria in carriera sul verde), dall’altro ha potuto apprendere direttamente sul campo come i tanto attesi miglioramenti e le variazioni di gioco stiano dando i loro effetti.

Per rendere possibile questa crescita, soprattutto nei dettagli di gioco a livello offensivo, l’altoatesino ha inserito nel suo rinnovato gruppo di lavoro anche Darren Cahill, ex tennista australiano e ora importante tassello del gruppo di lavoro di Jannik Sinner. Il semifinalista degli US Open 1988 ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport, nella quale ha fatto il punto della situazione sui progressi del nostro portacolori, e non solo.

Darren Cahill inizia dall’analisi di Jannik Sinner sull’erba, con un miglioramento sensibile del quale, tuttavia, non vuole prendersi i meriti. “Vorrei, ma non è così – sorride – Jannik ha lavorato tanto negli ultimi mesi con Simone (Vagnozzi ndr) ed è per questo motivo che ha giocato bene a Wimbledon. Assieme hanno fatto davvero tanto e so che c’è un percorso di crescita condiviso che mi pare proprio avere funzionato. Sinner si è mosso meglio in campo, è evidente. L’erba è una superficie complicata, sulla quale è necessario avere fiducia in sé stessi. Senza di essa non puoi arrivare in fondo ad un torneo simile”.

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Il nuovo componente del team di lavoro dell’altoatesino, racconta quando ha capito che qualcosa era scattato nella mente di Jannik. “Vincere un paio di partite è importante. Quando ha sconfitto Wawrinka e successivamente Ymer, abbiamo capito che aveva iniziato ad essere più sicuro sull’erba e, infatti, ha giocato in maniera migliore nei turni seguenti. Jannik ha semplicemente bisogno di giocare di più sull’erba”.

Ora, uno sguardo al futuro. Le cose da fare sono chiare, ma ancor di più quelle da non fare. “Penso che l’errore più grosso sarebbe forzare un percorso di crescita lungo sei mesi in soli due. In questo modo si rovina la tenuta fisica dell’atleta. Lui invece ha ancora una strada importante da compiere da questo punto di vista, ma è ancora giovane e ha tutto il tempo del mondo. Penso, tra le altre cose, che Sinner sia cresciuto ancora negli ultimi mesi. Ricordo un paio di anni fa che ero di fianco a lui e, più o meno, era alla mia altezza. Ora, invece, è più alto di me, sintomo che il suo corpo stia ancora cambiando e, per questo, bisogna costruire la sua resistenza fisica senza fretta. Quando sarà formato potrà davvero battagliare contro tutti i più grandi giocatori del mondo”.

Ultima battuta su quale tennista possa essere comparato a Jannik Sinner. “Sinceramente mi ricorda molto Lleyton Hewitt. Come l’australiano da giovane ha il fuoco dentro, è competitivo, ha una grande etica del lavoro, ha i piedi per terra ed è molto umile. Lleyton aveva molte qualità, ma quella del lavoro l’aveva sopra ogni altra cosa, e i due penso l’abbiano in comune, come quella di pensare di poter vincere contro tutti”.

Foto: LaPresse

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