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Formula 1
F1, la rivoluzione regolamentare del 2022 è fallita. Qualche attore ha cambiato ruolo, ma il copione è sempre lo stesso
Siamo ormai giunti a metà della stagione di Formula 1, quella in cui sono entrate in vigore le tanto strombazzate nuove regole volute da Liberty Media per aumentare lo spettacolo. Per anni si è parlato della rivoluzione tecnica, inizialmente prevista per il 2021 e poi posticipata dalla pandemia al 2022, come dell’inizio di una nuova era per la massima categoria automobilistica. L’obiettivo dichiarato era quello di non avere più una vettura dominante, bensì maggiore equilibrio e soprattutto quante più auto possibile in lotta per il successo. Qual è il bilancio delle prime 11 gare di questo nuovo corso?
Ebbene, sinora solamente due team sono riusciti a vincere, poiché si contano 7 successi per Red Bull e 4 per Ferrari. Certo, tra le due squadre c’è spesso una battaglia furiosa, ma rimane pur sempre un duello che tanto ricorda quello tra Mercedes e Red Bull del 2021, oppure le sfide Ferrari-McLaren e Renault-McLaren di inizio XXI secolo. Spesso e volentieri c’è grandissima incertezza in merito al vincitore, ma è ristretta a due uomini, Max Verstappen e Charles Leclerc, salvo occasionali inserimenti altrui, peraltro limitati ai rispettivi compagni di squadra.
Vale la pena di ricordare come, sia nel 2020 che nel 2021, dopo 11 gare avessero già vinto tre squadre diverse! Seppur in maniera fortuita, si erano inserite l’Alpha Tauri e l’Alpine. Peraltro, nella seconda metà degli ultimi due campionati, sono successivamente riuscite a imporsi anche altre due scuderie (Racing Point e McLaren). Per la cronaca, questo è il numero di successi divisi per team nelle prime 11 gare degli ultimi dieci anni.
2022 – 7 Red Bull, 4 Ferrari
2021 – 6 Red Bull, 4 Mercedes, 1 Alpine
2020 – 9 Mercedes, 1 Red Bull, 1 Alpha Tauri
2019 – 9 Mercedes, 2 Red Bull
2018 – 4 Mercedes, 4 Ferrari, 3 Red Bull
2017 – 6 Mercedes, 5 Ferrari
2016 – 10 Mercedes, 1 Red Bull
2015 – 9 Mercedes, 2 Ferrari
2014 – 9 Mercedes, 2 Red Bull
2013 – 5 Red Bull, 3 Mercedes, 2 Ferrari, 1 Lotus
2012 – 3 Red Bull, 3 Ferrari, 3 McLaren, 1 Mercedes, 1 Williams
Il panorama diventa ancor più brullo se si allarga lo sguardo ai podi. Dei 33 posti a disposizione nella top-three, 14 sono stati appannaggio della Red Bull, 11 della Ferrari, 7 della Mercedes e 1 della McLaren. In altre parole, il 97% dei podi è stato raccolto da solo tre squadre.
Qual era la situazione al riguardo negli anni precedenti? Eccola.
2022 – 14 Red Bull, 11 Ferrari, 7 Mercedes, 1 McLaren
2021 – 14 Mercedes , 11 Red Bull, 3 Ferrari, 3 McLaren, 1 Alpine, 1 Alpha Tauri, 1 Aston Martin
2020 – 17 Mercedes, 9 Red Bull, 2 McLaren, 2 Ferrari, 1 Racing Point, 1 Alpha Tauri, 1 Renault
2019 – 18 Mercedes, 10 Ferrari, 4 Red Bull, 1 Toro Rosso
2018 – 13 Mercedes, 13 Ferrari, 6 Red Bull, 1 Force India
2017 – 14 Mercedes, 12 Ferrari, 6 Red Bull, 1 Williams
2016 – 15 Mercedes, 9 Ferrari, 6 Red Bull, 2 Force India, 1 Williams
2015 – 20 Mercedes, 8 Ferrari, 2 Red Bull, 2 Williams, 1 Lotus
2014 – 18 Mercedes, 7 Red Bull, 3 Williams, 2 Ferrari, 2 McLaren, 1 Force India
2013 – 11 Red Bull, 8 Lotus, 7 Ferrari, 7 Mercedes
2012 – 8 McLaren, 8 Lotus, 6 Ferrari, 5 Red Bull, 3 Mercedes, 2 Sauber, 1 Williams
Anche qui, come si può notare, “si stava meglio quando si stava peggio”. Siamo in una situazione molto simile al triennio 2017-2019, con 2020 e 2021 a fornire, paradossalmente, più varietà!
Aggiungiamo un altro paio di dati. Nel 2022 sono stati sinora messi in palio 1.194 punti. Il 75% di essi sono stati fagocitati da Red Bull (359), Ferrari (303) e Mercedes (237). Inoltre i padroni del vapore vaticinavano di ridurre della metà il distacco tra primo e ultimo in termini di performance assoluto. Orbene, a Spielberg il tempo più lento in qualifica è stato pari al 103,23% di quello del poleman Max Verstappen. Cosa è accaduto sulla stessa pista nel 2021, quando si disputarono due GP? In entrambi i casi il peggiore in qualifica fu Nikita Mazepin, che si attestò rispettivamente al 103,68% e al 103,50% dall’olandese…
Insomma, è evidente come quella voluta da Liberty Media sia, almeno per il momento, una rivoluzione fallita. Se l’obiettivo era quello di rimescolare le carte, allora è stato centrato. Però non era quello dichiarato. Perché l’idea era quella di cambiare proprio mazzo, dinamica che invece non si è concretizzata. Qualcuno si è scambiato di ruolo, ma l’impostazione della Formula Uno è rimasta la medesima degli ultimi anni. Anzi, si è messi pure peggio come alternanza al vertice rispetto al 2020 e al 2021! Per trovare qualcosa di veramente differente si deve tornare al 2013, ovvero all’ultima stagione con i motori atmosferici prima dell’inizio dell’era turbo ibrida. Sarà un caso?
Fernando Alonso è stato buon profeta. A inizio marzo aveva detto: “In teoria i valori dovrebbero essere più livellati, ma vedrete che non sarà così, almeno nel 2022. Le prime quattro o cinque gare saranno vinte da una o al massimo due squadre”. Siamo arrivati a undici gare e sempre a due squadre vincenti siamo rimasti. C’è da sperare che il quarantunenne spagnolo abbia visto lungo anche in ottica futura, perché nella stessa intervista ha anche previsto che “vedrete che nel 2023 le vetture saranno tutte uguali. Solo allora ci sarà l’equilibrio voluto da Liberty Media”.
Foto: @RACINGPICTURES