Ciclismo
Ciclismo su pista, Jonathan Milan: “Non penso di poter battere Ganna. Il quartetto a Parigi sarà più forte”
Nella biografia ciclistica di Jonathan Milan spiccano la pista, la strada ma anche la mountain bike, perfetto esempio per l’esaltazione della multidisciplinarietà. Il giovane talento friulano, il “cucciolo gigante” della squadra azzurra ha 21 anni, è alto 196 centimetri, porta il 46 di scarpe e difende i colori della Bahrain-Victorious. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente dopo essere rientrato da Cali, in Colombia, dove si è disputata la Nations Cup di ciclismo su pista, gara che assegna il diritto di partecipare ai Mondiali di ottobre in Francia. Milan ha conquistato un oro nell’inseguimento individuale con un tempo straordinario, il nuovo record della pista.
Come stai Jonathan?
“Bene, tutto bene grazie”.
Sei reduce da due ori nella Coppa del Mondo di Cali in Colombia. Com’è andata?
“E’ andata bene, era quasi tre mesi che non correvo e quindi è andata alla grande e anche le sensazioni erano ottime. All’E3 non sono stato bene, ho avuto dei forti crampi allo stomaco, sono tornato a casa, ho fatto vari esami ma non si riusciva a capire a che cosa fosse dovuto il crampo. Pian piano è passato però noi volevamo capire il perché di questo dolore e alla fine dev’essere stato qualcosa a livello muscolare. Con la squadra siamo andati molto cauti perché non riuscivo a fare sforzi e non appena sono riuscito a non avere più questo dolore ho ricominciato ad andare in bici un mese e mezzo fa. Tutto il programma che avevo fatto lo scorso inverno è andato in fumo e ho ricominciato con Cali anche per vedere come stessi”.
Il tuo calendario come proseguirà?
“Sto ancora cercando di capire insieme la mia squadra, non abbiamo ancora definito niente per il momento. Vedremo come starò prossimamente”.
Su pista sembra che sei entrato in una nuova dimensione. Pensi che per te sia possibile impensierire Filippo Ganna nell’inseguimento individuale?
“Per il momento non credo, mi piacerebbe però in futuro riuscire ad abbassare il mio tempo. Filippo è sicuramente un esempio e un grande compagno di allenamento. Secondo me posso fare meglio rispetto a Cali dove ho ottenuto 4’05”373. E’ un buonissimo crono anche per il poco tempo con cui ho preparato l’appuntamento. Cali per me è stata una prova importante e sono felice”.
Proverai anche a confrontarti con la Madison o per ora non è nei tuoi programmi?
“La Madison non l’ho mai corsa. Mi piacerebbe ma al momento non è nei miei programmi, sarebbe sicuramente bello e divertente. Non so poi come potrebbe andare e quindi è un punto di domanda. Per ora mi concentro sull’inseguimento individuale e quello a squadre”.
Quali sono i tuoi obiettivi per gli Europei e Mondiali su pista?
“Agli Europei nell’inseguimento a squadre mi piacerebbe fare bene, ho avuto delle buone sensazioni da parte di tutti i ragazzi a Cali e non abbiamo corso male quindi possiamo dire la nostra. Nell’inseguimento individuale vorrei abbassare il tempo ottenuto in Colombia. Punto sempre a migliorarmi, poi se dovesse arrivare la vittoria e quindi la maglia ben venga però c’è prima la gara contro me stesso e contro il mio stesso tempo. Stesso discorso vale anche per i Mondiali. Proverò ad arrivare in finale come l’anno scorso dove però ero molto stanco. Non sarà facile ma ci proverò”.
Il quartetto d’oro di Tokyo potrà essere ancora più forte a Parigi?
“Penso di sì, continuiamo a correre per migliorarci e quindi arriveremo magari con nuovi materiali, più esperienza e voglia di ripetersi. Ho molta fiducia”.
Hai capito che genere di corridore puoi essere su strada?
“Sono abbastanza giovane e quindi devo ancora svilupparmi bene ma direi un passista veloce, anche se devo ancora affinare le mie caratteristiche per poterlo diventare a tutti gli effetti”.
Su cosa senti di dover lavorare maggiormente?
“In tutto, anche sul chilometraggio alto in questo momento per poter rientrare al meglio. Devo lavorare anche sotto l’aspetto psicologico per cercare di rimanere tranquillo durante le gare ma credo che conti molto l’esperienza. Ogni cosa ha il suo tempo”.
Foto: Lapresse