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Nuoto, la 4×100 mista è il certificato di eccellenza: oro europeo e mondiale, Italia caput mundi!

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Riavvolgendo il nastro si è pensato spesso a quanto e come la 4×100 mista sia stata sempre una sorta di tabù per la Nazionale italiana di nuoto. In alcune stagioni mancava il dorsista, in altre il farfallista e in altre ancora la chiusura a stile libero convincente. Sembrava un puzzle impossibile da mettere insieme.

Si è dovuto aspettare questa “Generazione di fenomeni“. Sì, perché parliamo di un gruppo in grado non solo di confrontarsi con il resto del Vecchio Continente e del mondo ad alto livello, ma anche di prevalere. I risultati delle ultime competizioni internazionali parlano chiaro:

  • Oro mondiale davanti agli Stati Uniti con il nuovo record europeo
  • Oro europeo davanti alla Francia, distanziata di 4″, con il nuovo primato dei campionati.

 

Tempi e modi che descrivono la bontà, quindi, di una specialità che rappresenta nel vero senso del termine la profondità della squadra. Da questo punto di vista, a livello maschile in particolare, l’Italia è una delle compagini più forti del pianeta e anche relativamente giovane se si pensa che l’appuntamento con Parigi 2024 è dietro l’angolo:

  • Thomas Ceccon (oro mondiale ed europeo dei 100 dorso, primatista del mondo) è classe 2001.
  • Nicolò Martinenghi (oro mondiale ed europeo dei 100 rana, oro e argento europeo e mondiale dei 50 rana) è classe ’99.
  • Federico Burdisso (bronzo olimpico nei 200 delfino) è classe 2001.
  • Alessandro Miressi (multi-medagliato agli Europei e oro in vasca corta nei 100 stile libero) è classe ’98.

 

I DOMINATORI D’EUROPA! L’uragano Italia spazza via tutti: dominio siderale della 4×100 mista! Ceccon, Martinenghi, Rivolta e Miressi in estasi!

 

Giusto sottolineare come, nel caso di Roma, la magia di questo quartetto abbia “contagiato” anche altri, come Matteo Rivolta. L’azzurro, chiamato a sostituire un Burdisso lontano dalla miglior condizione, si è calato splendidamente nella parte e il suo contributo è stato importante alla causa. Un aspetto di non poco conto, perché si comprende come i risultati di alto livello inneschino un meccanismo di emulazione di cui l’Italia non può che giovarsi.

Foto: LaPresse

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