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US Open 2022, le possibili sorprese: da Carreno Busta a Coric, la scia dei 1000 nordamericani

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Per illustrare il concetto di possibili sorprese dell’edizione 2022 degli US Open, vanno considerati tre ordini di fattori. Il primo si riconduce a chi ha giocato bene nei due Masters 1000 nordamericani, il secondo ai giocatori che sono compresi tra le teste di serie e hanno ampio margine di pericolosità e il terzo, infine, alle mine vaganti non incluse tra i primi 32.

Per prima cosa, non si possono ignorare i percorsi di Pablo Carreno Busta e Borna Coric. Lo spagnolo e il croato, a Montreal e Cincinnati, hanno messo in scena due settimane che non dimenticheranno, con le rispettive prime vittorie in un 1000. Se dell’uno era noto il fatto che potesse trovare l’attimo buono (e l’ha fatto a spese anche di Berrettini e Sinner), l’altro è spuntato letteralmente dal nulla relativo, nel senso che se la sua forza si conosce, dall’altro si parlava di un giocatore entrato con ranking protetto e in quel momento numero 152 del ranking ATP (per quanto “finto”).

Adesso i due si sono trasformati contemporaneamente in teste di serie (13 l’uno, 26 l’altro, oppure 12 e 25 se Djokovic desse forfait prima del sorteggio) e mine vaganti che possono far male a chiunque dei big, almeno dal terzo turno in poi. Ma non sono loro i soli ad aver ben figurato nell’agosto.

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Tra le teste di serie, il ruolo di potenziali guastafeste può indubbiamente spettare a due britannici: Cameron Norrie e Daniel Evans, per tutti Dan. Se l’uno sta sempre più confermandosi ad alti livelli, ma a New York deve ancora sfondare, l’altro, come dimostrato anche dalla semifinale nell’Ohio, è giocatore che mai dev’essere tenuto fuori dai riflettori, potendo rivelarsi pericoloso in qualunque momento.

Sebbene ad oggi il veloce non lo abbia particolarmente favorito, nel novero dei possibili uomini guastafeste c’è anche Lorenzo Musetti, che in pochi vogliono realmente affrontare in virtù del fatto che, ove sorretto dal suo tennis, il toscano può diventare un incubo per i giocatori compresi nei primi 20, che sanno tutti di cos’è capace.

Passiamo ora ad alcuni dei nomi più fastidiosi che si trovano fuori dai primi 32 del seeding, e che per questo si possono considerare non tanto sorprese per il torneo, quanto per, in vari casi, le partite secche.

Andy Murray è il primo della lista: lo scozzese, più di chiunque altro, è perfettamente nelle condizioni di poter guastare le feste di parecchi, big compresi. Non è più in grado di vincere il torneo, questo è chiaro, ma alcune cartucce gli sono rimaste.

Visto il rendimento dell’anno, anche Jenson Brooksby può contribuire a dare grosse soddisfazioni al contingente americano, dal quale può emergere anche Sebastian Korda. In quota britannica, invece, sta emergendo fuori dall’erba anche Jack Draper, uno di cui si potrebbe sentire parlare non poco nei prossimi anni.

Foto: LaPresse

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