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US Open 2022, il tabellone di Matteo Berrettini e gli ipotetici avversari: si parte da Jarry, potenziale ottavo con Tsitsipas
Gli US Open di Matteo Berrettini non hanno neanche fatto in tempo a iniziare e già vivono la loro prima modifica. Questa riguarda il primo turno del cammino che, nelle intenzioni, vuole portare il romano a ribadire che, nonostante due Slam saltati, la poca fortuna di Montreal e l’ulteriore sconfitta a Cincinnati, lui c’è. E non solo: vuole la dimostrazione che solo il caso lo ha spedito fuori dai primi 10, un caso chiamato impossibilità di difendere ingenti quantità di punti a Parigi e a Wimbledon.
Doveva esserci Hugo Dellien come avversario d’esordio per Berrettini, ma il boliviano ha rinunciato per un guaio al polso che ne provoca la chiusura della stagione. Toccherà così al cileno Nicolas Jarry, proveniente dalle qualificazioni, dare il bentornato al numero 13 del seeding su un campo di uno Slam, dal quale manca dalla semifinale degli Australian Open persa contro Rafael Nadal. Si sa già che questo confronto lo vedremo lunedì come secondo match sul Court 17, e sarà una rivincita per il romano, che con il cileno ha perso nei quarti all’ATP 250 di Kitzbühel 2018; un’altra era, per farla breve.
Il secondo turno potrebbe vederlo impegnato con uno tra lo spagnolo Pablo Andujar e l’argentino Tomas Etcheverry. Se passasse il sudamericano, si tratterebbe di un giocatore con tanti ottimi risultati a livello Challenger nel 2022, ma tutti sul rosso, per quanto abbia superato le qualificazioni a Melbourne (Flavio Cobolli ne sa qualcosa). L’iberico, invece, è una vecchia conoscenza: Berrettini l’ha battuto al Roland Garros 2019 (primo turno), ma il punto paradossale è un altro. Andujar, terraiolo, ha conquistato agli US Open il miglior risultato Slam di sempre (proprio nel 2019, quando trovò una gran condizione).
US Open 2022: Nicolas Jarry sfiderà Matteo Berrettini al primo turno. Ostacolo cileno per il romano
Il capitolo terzo turno è invece il più incerto, ma anche intrigante. Già, perché c’è la potenziale quarta sfida con Andy Murray all’orizzonte: lo scozzese a New York ha vinto proprio dieci anni fa. L’azzurro è avanti 2-1 nei precedenti, e quel 2 significa erba. L’ex numero 1 del mondo dovrà prima di tutto superare l’argentino Francisco Cerundolo, numero 24 del seeding, e poi eventualmente uno tra l’australiano John Millman e l’americano Emilio Nava, destinatario di una wild card. Proprio Millman è l’altro affrontato da Berrettini in carriera (Roma 2021, 2° turno: vittoria).
C’è un nome che attira più di tutti in chiave ottavi di finale: quello di Stefanos Tsitsipas, il quale debutta con il qualificato colombiano Daniel Elahi Galan. Si tratta della zona in cui c’è Lorenzo Sonego (al via con l’australiano Jordan Thompson), ma soprattutto quella dove potrebbe esserci il grande guastafeste dell’anno. Si tratta di Maxime Cressy, americano di origini francesi che si è spinto fino al numero 30 del seeding e che con il serve&volley sta costruendo una carriera. Considerato che Tsitsipas, finora, non ha mai brillato a New York (due terzi turni) e che Cressy è in grado di dar fastidio a chiunque, non è impossibile aspettarsi davvero di tutto da queste parti. Berrettini, con Cressy, ha perso i tre incontri giocati (nessuno dei quali, però, banale), con Sonego è avanti 3-0, con Cressy non ha mai giocato. Gli unici due di questa zona di tabellone con cui ha un bilancio negativo sono lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina e l’ungherese Marton Fucsovics (ma solo per l’ATP: in realtà è 1-1).
Andando più in là, sono parecchie le cose che si potrebbero dire del possibile quarto di finale. Questo perché Casper Ruud (2-3 nei precedenti) non convince fino in fondo per condizione più che per superficie, dove comunque sa difendersi, e la sfida col britannico Kyle Edmund, in tabellone con il ranking protetto, non lo favorisce in alcun modo. Sono soprattutto gli americani a poter sperare nei quarti: ce ne sono tre dalle tante speranze, cioè Sebastian Korda, Tommy Paul e Taylor Fritz (inedito, 1-1 e 0-2 i rispettivi confronti diretti). Peraltro, quest’ultimo ha un debutto particolare, quello con il connazionale Brandon Holt, che non è un qualificato qualsiasi: si tratta, infatti, del figlio di Tracy Austin, che negli anni di Chris Evert e Martina Navratilova riuscì a battere entrambe in finale a Flushing Meadows (1979 e 1981), diventando anche numero 1 del mondo per 21 settimane nel 1980.
In chiave semifinale, e in questo caso sarebbe ripetuto quanto capitato nel 2019, le possibilità sono diverse. C’è Daniil Medvedev, ma il russo non si è ancora visto in una condizione simil-2019 e 2021. C’è anche Nick Kyrgios, con l’australiano predetto agli ottavi contro il numero 1 del mondo, ma che prima deve schivare il suo stesso connazionale e compagno di doppio nel trionfo di Melbourne Thanasi Kokkinakis. E c’è infine Felix Auger-Aliassime, con il canadese che il penultimo atto qui l’ha raggiunto e, tra tutti i partecipanti, è l’unico ad essersi trovato ai quarti sia a Montreal che a Cincinnati. Questo per intendere come il panorama sia totalmente incerto (e c’è anche un altro degli uomini di punta dell’ultimo mese, lo spagnolo Pablo Carreno Busta).
Foto: LaPresse