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US Open 2022, Daniil Medvedev: “Tabellone aperto, vincere uno Slam è davvero speciale. Vorrei che Djokovic fosse qui”
Mancano ormai poche ore al via ufficiale degli US Open 2022 ed uno dei protagonisti più attesi della prima giornata sarà inevitabilmente Daniil Medvedev. Il tennista russo è infatti campione in carica a Flushing Meadows e si presenta a New York da n.1 del ranking mondiale, di conseguenza viene considerato uno dei favoriti per il titolo.
Il 26enne moscovita, impegnato al primo turno contro l’abbordabile statunitense Stefan Kozlov, è stato interpellato ieri in conferenza stampa a proposito del tabellone, ritenuto uno dei più aperti ed equilibrati degli ultimi anni a livello Slam: “Di sicuro, guardando indietro nel tempo, direi cinque anni fa quando probabilmente non ero ancora nemmeno nel tour, c’erano i quattro grandi, Andy, Novak, Roger, Rafa, e specialmente in alcuni tornei erano le prime quattro teste di serie. Non so come abbiano reagito gli altri ragazzi, ma è dura. Sai che li affronterai nei quarti o nei primi turni. Ci sono stati alcuni slam in cui hanno monopolizzato le semifinali. Non deve essere stato facile”.
“Se guardiamo in questa prospettiva, forse lo è. Allo stesso tempo, se prendiamo gli ultimi due, tre anni a livello Slam, devo dire che sul cemento ci sono stato molte volte io lì (in semifinale), un paio Tsitsipas. Agli Australian Open, Zverev era lì. A volte in finale. E poi c’è Thiem. Non credo che si sia assistito a grandi sorprese negli ultimi Slam. Ruud in finale al Roland Garros, per me non è stato affatto sorprendente. È un giocatore straordinario sulla terra battuta. Non solo un giocatore da terra battuta, ma più forte sulla terra battuta. Non è facile rispondere. Io penso che sia un tabellone aperto. Ma parlando dal mio punto di vista, voglio solo giocare bene, cercare di vincere più partite possibili, indipendentemente dall’avversario, indipendentemente dal tabellone“, spiega il russo alla stampa.
Sull’assenza di Novak Djokovic: “Non parlerò per lui. Sta a lui rispondere. Vorrei che fosse qui a giocare. L’abbiamo visto a Wimbledon, ma non ha giocato molti tornei quest’anno. Ma ha partecipato a Wimbledon e ha vinto. È un campione. La rivalità con Rafa in un certo senso si sta scaldando. 22, 21, è una questione di numeri. È un peccato che non sia qui. Sarebbe una bella pagina di storia per il tennis. Ma non pensando solo a tennis, non siamo noi tennisti a decidere, è una regola del governo degli Stati Uniti. Completamente comprensibile da un certo punto di vista“.
Un commento finale anche sulle difficoltà della sua stagione e sulle possibili ambizioni a New York: “Parlando di me, se guardo indietro a ciò che è accaduto in dettaglio nell’ultimo anno, sono successe molte cose, ma allo stesso tempo le ricordo come se fossero accadute ieri. Voglio provare a vivere di nuovo momenti così perché vincere uno Slam è qualcosa di davvero speciale. Sono motivato a provare a farlo di nuovo e ci sono andato molto vicino agli Australian Open. Quando dici “vicino”, se non lo hai raggiunto, vuol dire che sei anche lontano da un certo punto di vista, ma voglio provare a fare qualcosa di grande qui“.
Foto: Lapresse