Seguici su

Oltre Cinquecerchi

Scacchi, l’accusa di Magnus Carlsen: “Hans Niemann ha imbrogliato più di quel che ha detto”. Storia di una vicenda che lascerà il segno

Pubblicato

il

Il mese di settembre, per gli scacchi di tutto il mondo, saranno indubbiamente ricordati per uno dei casi più clamorosi a cui si sia mai assistito in tempi recenti. I protagonisti di questa storia sono due. Uno è Magnus Carlsen, ancora Campione del Mondo benché abbia rinunciato a difendere il suo titolo e indiscusso numero 1 della classifica mondiale, ininterrottamente, dal 2010. L’altro è Hans Niemann, Grande Maestro americano di 19 anni, che nel luglio 2022 ha raggiunto il suo miglior punteggio ELO, di 2688, e con questo si è assestato intorno ai primi 50 della lista mensile rilasciata dalla FIDE.

Ora, per comprendere la situazione, bisogna rendersi conto del fatto che, normalmente, tra un giocatore della fascia che va dai 2600 ai 2700 punti ELO e Carlsen, che viaggia praticamente da un terzo della sua vita sopra quota 2800 e cerca di raggiungere qualcosa di mai toccato prima da alcun umano, i 2900, c’è una differenza notevole. Che, è vero, si basa sui dettagli, ma per un giocatore di questa fascia è complesso anche solo pattare con Magnus. Chi ricorda le Olimpiadi Scacchistiche dell’estate appena trascorsa, a Chennai, sa anche che è questo il motivo per cui la patta di Daniele Vocaturo contro il numero 1 del mondo è stata salutata quasi come fosse una vittoria, e non soltanto perché poi l’Italia ha battuto la Norvegia. Va pur detto che il team norvegese, a parte Carlsen, è stato molto sotto il livello che ci si attendeva in quel di Chennai.

Fata questa premessa, ecco che si arriva a Saint Louis, sede della Sinquefield Cup. Questo torneo, creato nel 2013 dal magnate Rex Sinquefield e subito diventato tra i più seguiti al mondo nel novero di quelli a inviti per i superGM (Grandi Maestri di altissimo calibro), è stato vinto due volte da Carlsen, nel 2013 e 2018. In Italia è balzato agli onori delle cronache nel 2014 perché Fabiano Caruana, che al tempo giocava per l’Italia, vinse tutte le prime 7 partite, pattò le restanti 3 e chiuse con tre punti di vantaggio su Carlsen. Quella, ancora oggi, è la sua performance più clamorosa.

Il 4 settembre 2022, al terzo turno, si sono trovati di fronte Carlsen, con il Bianco, e Niemann, con il Nero. Iniziata con una Difesa Nimzo-Indiana, caratterizzata dalle mosse 1. d4 Cf6 2. c4 e6 3. Cc3 Ab4, la partita ha visto vincere l’americano in 57 mosse, chiudendo una striscia del norvegese di 53 confronti senza sconfitte con giocatori decisamente più in basso di lui con il rating. Fin qui, tutto abbastanza normale.

La “bomba” è esplosa la mattina successiva, quando Carlsen ha annunciato tramite Twitter il proprio ritiro dalla Sinquefield Cup prima del quarto turno. Per farlo, ha inserito un noto video di Josè Mourinho nel quale l’allenatore di calcio portoghese afferma “If I speak, I am in big trouble”, cioè “Se parlo, sono in grossi guai”. Mai aveva abbandonato un torneo prima. E, in generale, non ci sono degli abbandoni così eclatanti a evento in corso (fa eccezione l’Interzonale di Sousse 1967, dove Bobby Fischer abbandonò nella prima metà quando stava dominando; quella, però, è una situazione totalmente diversa che merita un capitolo a parte).

Unito al fatto che la trasmissione delle mosse online nel quarto turno era stata differita di 15 minuti, una misura spesso presa per prevenire il fenomeno del cheating, cioè dell’imbroglio, questo evolversi degli eventi ha fatto esplodere la controversia: Hans Niemann ha imbrogliato?

Subito il mondo degli scacchi si è trovato diviso: da una parte chi difendeva l’americano, o meglio accusava il norvegese di aver esagerato nel comportamento e nelle accuse, dall’altra chi, invece, ha fatto notare che Carlsen non si è mai comportato così con nessuna giovane leva, e anzi con loro ha sempre condiviso momenti con piacere. Tant’è che ha quasi “incoronato” il suo erede, Alireza Firouzja, l’unico che lo avrebbe spinto a difendere il titolo iridato se avesse vinto il Torneo dei Candidati di Madrid. L’abbandono del torneo da parte del Campione del Mondo, però, ha creato un’altra questione: cosa c’è nel passato di Niemann?

Questo è emerso nei giorni successivi. Il Grande Maestro americano Hikaru Nakamura, in uno dei suoi stream su Twitch che riscuotono enorme successo, ha detto in maniera chiara che Carlsen sospetta Niemann di cheating, perché era già stato più volte bannato dalla piattaforma Chess.com per questo. Il 6 settembre, è stato lo stesso scacchista di San Francisco a parlare, rivelando come le occasioni in cui è stato bannato erano due: una a 12 anni, l’altra a 16. I suoi problemi, però, erano già cominciati prima: nell’intervista del dopopartita aveva affermato di aver preparato la risposta contro 4. g3, la variante utilizzata da Carlsen, basandosi su una partita giocata nel 2018 a Londra dal norvegese contro Wesley So, filippino che da tempo gioca per gli USA. Problema: quella partita non si è mai giocata e Magnus ha usato quella variante (per trasposizione di mosse) soltanto l’anno dopo, a Calcutta, sempre contro lo stesso avversario. Da più parti, inoltre, si è notato come Niemann abbia fatto fatica a spiegare le ragioni della propria vittoria nella citata intervista.

La questione è parsa andare a scemare col tempo, ma si è arricchita di un nuovo capitolo con la Julius Bear Generation Cup, un torneo online organizzato sulla piattaforma chess24 che fa parte del Champions Chess Tour 2022, il quale consta di nove tornei online tra i big mondiali. Niemann e Carlsen, l’uno con il Bianco e l’altro con il Nero, si sono ritrovati virtualmente di fronte. L’attesa era notevole, ma quel che è accaduto ha fatto esplodere la comunità scacchistica: 1. d4 Cf6 2. c4 abbandono. Sì: Magnus Carlsen ha abbandonato la partita senza nemmeno giocare la seconda mossa, un chiarissimo messaggio non scritto mandato a tutti, una ferma convinzione delle proprie idee circa l’avversario.

Per la cronaca, va detto che Carlsen il torneo l’ha vinto in maniera estremamente brillante, andando a superare in finale l’indiano Arjun Erigaisi dopo aver battuto l’armeno (ora sotto bandiera USA) Levon Aronian e il tedesco Vincent Keymer nei quarti e in semifinale. In precedenza aveva vinto il girone di qualificazione.

Proprio alla fine dell’evento il Campione del Mondo in carica ha dichiarato che avrebbe rilasciato una propria versione dei fatti nei giorni successivi tramite i propri canali social. Nel frattempo, la FIDE aveva già provveduto a emettere la seguente lettera firmata dal suo presidente, il russo Arkady Dvorkovich:

La scorsa settimana, il Campione del Mondo Magnus Carlsen ha abbandonato in una competizione online contro il GM Hans Niemann prima di fare la propria seconda mossa. La settimana precedente, ha lasciato un torneo alla scacchiera dopo aver perso contro lo stesso avversario. Questi non erano eventi FIDE: in ogni caso, come corpo governante il mondo degli scacchi, è nostro dovere proteggere l’integrità e l’immagine del gioco, e dato che la questione sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti, pensiamo sia necessario fare un passo avanti.

Prima di tutto, crediamo fortemente che il Campione del Mondo abbia una responsabilità morale per il proprio status, dato che è visto come un ambasciatore globale del gioco. Le sue azioni impattano la reputazione dei colleghi, i risultati sportivi, e alla fine possono danneggiare il nostro gioco. Crediamo che ci fossero modi migliori per amministrare la situazione.

Allo stesso modo, condividiamo la sua forte preoccupazione circa i danni che può fare il cheating agli scacchi. La FIDE ha guidato la lotta contro di esso per molti anni, e reitera la sua tolleranza zero in tal senso in qualunque forma. Sia esso online o alla scacchiera, il cheating rimane cheating. Siamo pienamente coinvolti nella lotta, e abbiamo investito nella formazione di un gruppo di specialisti che metta in piedi sofisticate misure preventive, già in uso ai maggiori eventi FIDE.

Come già fatto in precedenza, la FIDE auspica un rafforzamento della cooperazione tra le maggiori piattaforme online, gli eventi privati e i migliori giocatori, molti dei quali si sono già espressi per combinare gli sforzi con la FIDE.

La FIDE è preparata per far sì che la commissione sul Fair Play esegua una profonda investigazione dell’incidente, quando sarà richiesta una prova iniziale adeguata e tutte le parti coinvolte rilasceranno le informazioni a loro disposizione. Siamo coscienti del fatto che, in alcuni casi, l’incertezza possa danneggiare la performance dei giocatori. Questa è anche dannosa perla reputazione di un giocatore: ecco perché insistiamo circa il seguire i protocolli anti-cheating.

La nostra speranza è che la situazione possa avere un effetto positivo nel lungo periodo, se trattata correttamente. Proponiamo di lanciare un Panel dedicato, che includa rappresentanti delle principali piattaforme online, Grandi Maestri, esperti di anti-cheating e ufficiali FIDE, per combattere il rischio e per evitare che diventi una vera piaga“.

A questo messaggio, apparso il 23 settembre scorso, risponde di fatto Carlsen con la lettera già annunciata, uscita ieri sera:

Caro mondo degli scacchi, alla Sinquefield Cup 2022 ho preso la decisione, senza precedenti a livello professionistico, di abbandonare il torneo dopo la mia partita di terzo turno contro Hans Niemann. Una settimana dopo, durante il Champions Chess Tour, ho abbandonato contro lo stesso avversario dopo aver giocato una sola mossa. So che le mie azioni hanno frustrato molti nella comunità scacchistica. Sono io stesso frustrato. Voglio giocare a scacchi. Voglio farlo al massimo livello nei migliori eventi.

Credo che il cheating negli scacchi sia un grande problema e una minaccia all’esistenza del gioco. Credo anche che gli organizzatori di scacchi e tutti quelli che hanno cura della santità del gioco debbano seriamente considerare l’aumento delle misure di sicurezza e dei metodi con cui scoprire chi imbroglia alla scacchiera. Quando Niemann è stato invitato all’ultimo minuto alla Sinquefield Cup 2022, ho considerato con molta forza di abbandonare l’evento prima del via, ma ho deciso comunque di giocare.

Io ritengo che Niemann abbia imbrogliato molto più, e più recentemente, di quanto abbia pubblicamente ammesso. Il suo progresso alla scacchiera è stato inusuale, e durante la nostra partita nella Sinquefield Cup ho avuto l’impressione che non avesse tensione o non fosse nemmeno completamente concentrato sulla partita in posizioni critiche, mentre mi stava surclassando col Nero in una maniera nella quale penso che solo pochissimi giocatori possano riuscire a fare. Questa partita ha contribuito a cambiare la mia prospettiva.

Dobbiamo fare qualcosa circa il cheating, e, per quanto mi riguarda, non voglio giocare con persone che hanno ripetutamente imbrogliato nel passato, perché non so cosa siano in grado di fare nel futuro. C’è molto di più che vorrei dire. Sfortunatamente, ad oggi io sono limitato in ciò che posso dire senza il permesso esplicito da parte di Niemann di parlare più apertamente. Fino ad ora sono stato soltanto in grado di parlare con le mie azioni, e queste hanno chiaramente fatto capire che non sono intenzionato a giocare a scacchi con Niemann. Spero che la verità su questo argomento venga fuori, qualunque essa sia“.

Nella sostanza, un’accusa in piena regola a Niemann di aver fatto anche di peggio rispetto a quanto si è già visto nel suo burrascoso passato di Chess.com. Sito dal quale, peraltro, l’americano è attualmente fuori, perché, in attesa di chiarire completamente la sua situazione, Daniel Rensch, l’uomo che guida la piattaforma, l’ha bannato precauzionalmente. A St. Louis, invece, Ian Nepomniachtchi, che contenderà il titolo mondiale al cinese Ding Liren vista la rinuncia di Carlsen, appena ha saputo della partecipazione di Niemann aveva chiesto controlli aggiuntivi. Caruana, invece, era già al corrente delle intenzioni poi non materializzate del norvegese. L’esperto di anti-cheating Ken Regan ha analizzato le partite di Niemann dal 2020 alla Sinquefield Cup e non vi ha trovato sostanziali evidenze di imbrogli.

Questa è la situazione allo stato attuale delle cose, ed è abbastanza scontato pensare che non si chiuderà tutto qui. Ovviamente, la querelle ha generato anche ricostruzioni di stampa fantasiose, soprattutto quando qualcuno ha preso troppo sul serio uno scherzo del GM e streamer canadese Eric Hansen, che “teorizzava” l’uso di perline anali in grado di vibrare come suggerimento. C’è chi l’ha ripreso dandogli serietà, ma uno scherzo rimane. Il problema del cheating, invece, è serio, e questa è la situazione più critica da 16 anni a questa parte, cioè dal celebre “toiletgate” del match per la riunificazione del Campionato del Mondo 2006 giocato tra Vladimir Kramnik e Veselin Topalov, poi vinto dal primo.

Foto: FIDE / Madelene Belinki

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità