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Pallavolo
Volley femminile, Mondiali 2022. Italia: prima fase a corrente alternata, serve un salto di qualità
Si può storcere il naso anche dopo cinque vittorie consecutive e hai i quarti di finale quasi in tasca? Sì, se ti chiami Italia e gran parte degli addetti ai lavori ti indica come super favorita per la vittoria dei Mondiali. Che il primo turno nascondesse ostacoli duri ma non durissimi per le azzurre si sapeva e dunque Davide Mazzanti ha potuto alternare la fase di preparazione delle partite con un’ulteriore fase di carico dal punto di vista fisico che non ha permesso all’Italia di essere particolarmente brillante. Il tutto senza lasciare per strada alcun punto, seppure fra mille rischi e difficoltà.
L’Italia finora ha vinto ma non ha convinto fino in fondo. Si vede che i pezzi sono di qualità ma al momento l’assemblaggio non ha funzionato a dovere e non c’è stata una partita in cui le azzurre abbiano mostrato a pieno il loro potenzialità dall’inizio alla fine. Questa Italia, si sa, è una squadra fondata sul potenziale offensivo di Paola Egonu che in questa prima fase è andata incontro a qualche black out. Il cerotto riscaldante alla coscia destra visibile nel match lascia intendere che l’opposta azzurra sia alle prese con una condizione fisica non ottimale che la porta a non rischiare ma qualcosa non convince anche dal punto di vista tecnico e non è detto che i due aspetti siano per forza legati
La battuta con il lancio praticamente da ferma si trasforma troppo spesso in rimessa in gioco e non è più l’arma micidiale che in passato in alcune partite ha fatto la differenza anche se tutto sommato limita gli sbagli, mentre in attacco troppi sono gli errori. E’ vero che le avversarie hanno studiato a fondo le sue traiettorie e chiudere alla prima con marcature strettissime a muro e in difesa diventa sempre più difficile per il nuovo acquisto del Vakifbank che va a caccia di nuove soluzioni e ogni tanto esagera, regalando il punto alle rivali: un vantaggio alla squadra avversaria che l’Italia non può permettersi di dare da ora in poi.
Un altro punto interrogativo riguarda la regia di Alessia Orro. Non è la Orro del campionato e nemmeno quella di Nations League quella vista nelle quattro gare disputate finora. Imprecisa, non sempre lucida nelle scelte, l’azzurra al momento non è riuscita a prendere in mano le redini della squadra come servirebbe. Il salto di qualità può sempre arrivare: a tratti, soprattutto nella sfida con l’Olanda, dopo una prova negativa contro il Belgio, ha mostrato buone cose ma sull’intesa in particolare con Egonu sulla palla da seconda linea e con le due centrali (il primo tempo di Danesi e la fast di Chirichella) bisogna ancora lavorare, così come sulla precisione delle alzate in banda, sulle quali però sia Bosetti che Pietrini hanno dimostrato di sapersi arrangiare piuttosto bene.
Il nodo da sciogliere per Mazzanti è la scelta della schiacciatrice titolare in diagonale con Bosetti (il cui Mondiale finora è indubbiamente positivo) e, come è già accaduto in passato, Elena Pietrini sta prendendo il posto in corsa di Myriam Sylla. Una Pietrini in gran forma, per la quale il tecnico azzurro è disposto anche a sacrificare qualcosa in ricezione pur di avere più credibilità e potenza offensiva che Sylla quando è stata chiamata in causa ha garantito solo a tratti, riuscendo invece a cavarsela piuttosto bene in ricezione.
Su qualche distrazione di troppo in difesa, invece, non è il caso di soffermarsi più di tanto. Secondo i piani di Mazzanti la squadra dovrebbe salire di tono dal punto di vista fisico a breve e questo aspetto, unito alle sempre crescenti difficoltà delle prossime sfide, contribuirà a cancellare le disattenzioni che comunque sono state limitate e concentrate soprattutto nei due set persi finora dalla Nazionale azzurra.
Se c’è un aspetto che finora non ha lasciato a desiderare è il muro: Danesi è maestra in questo fondamentale e lo sta confermando una volta di più e anche Chirichella ha fatto il suo molto più in questo fondamentale che in attacco. I margini di crescita ci sono ma non c’è più molto tempo. I quarti di finale sono ampiamente alla portata delle azzurre che partono con un vantaggio considerevole (3 punti) su tutte le altre.
Foto Fivb