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Luciano Rossi, il presidente della FITAV, si candida alla presidenza della ISSF

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Dopo un quadriennio fatto di pensieri e riflessioni Luciano Rossi, il presidente della FITAV (Federazione Italiana Tiro A Volo) ci riprova. Uno dei dirigenti italiani più longevi e più vincenti della storia aspira a diventare il numero uno della ISSF: l’International Shooting Sport Federation, il governo planetario del tiro a volo e del tiro a segno.

“Quattro anni fa – ha dichiarato Luciano Rossi all’ANSA – ricevetti perfino delle minacce di morte, questa volta cercano il cavillo per mettermi fuori gioco. Il conflitto di interessi? Il mio avversario è stato in contemporanea presidente della federazione russa, di quella europea e di quella mondiale, quindi lasciamo stare”.

L’avversario, il 30 novembre prossimo a Sharm El-Sheik (Egitto), sarà quel Vladimir Lisin, oligarca russo, che oggi è presidente in carica dell’ISSF, ma che nel frattempo ha trovato un po’ di difficoltà nel suo regno amministrativo.

“Veniamo da quattro anni di delusioni: patite da atleti, tecnici e giudici, con regole stravolte all’ultimo momento, nottetempo o a gare in corso. E poi la comunicazione della Issf smantellata e i Mondiali che durano 22 giorni, con relativo aumento delle spese delle delegazioni e atleti, anche di paesi importanti, costretti a pagarsi la trasferta. Insomma, in tante federazioni nazionali c’è malcontento nei confronti dell’attuale gestione, e si avverte necessità di cambiamento”.

Luciano Rossi infine, interpellato sulla questione relativa agli atleti russi, esclusi da ogni tipo di competizione e, in questo momento, anche dal processo di qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, che nel tiro è stato aperto dagli Europei di tiro a volo e di tiro a segno, svoltisi fra Larnaca (Cipro) e Wroclaw, ha affermato: “Io li riammetterei gradualmente, perché chi gareggia ha meno responsabilità di tutti. Piuttosto la loro federazione, quella russa che porta avanti la candidatura di Lisin, ultimamente i suoi tiratori li manda al fronte a combattere, e anche su questo bisognerebbe riflettere”.

Foto: FITAV

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