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Salto con gli sci, l’Italia può naturalizzare Sophie Sorschag? L’austriaca rompe con Ösv e cerca nuova nazionalità

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Negli ultimi giorni, nell’ambiente del salto con gli sci sta tenendo banco la vicenda di Sophie Sorschag, ora come ora letteralmente “apolide” dopo aver rotto qualsiasi legame con la federazione austriaca di sci (Ösv). La carinziana, che proprio ieri ha compiuto 24 anni, non sarà una stella del firmamento femminile, però al tempo stesso non è neppure una “Carneade”.

Ci sono tre ingressi nella top-ten in Coppa del Mondo e la presenza nel quartetto capace di vincere la medaglia d’oro nella prova a squadre dei Mondiali di Oberstdorf 2021 a testimoniare come l’atleta in questione possa dire la propria nel massimo circuito. Qualcosa di poco chiaro è però accaduto durante l’ultima primavera. In un’intervista al Krone-Zeitung, Sorschag ha dichiarato di essere stata messa alla porta dall’Ösv. La federazione ha però replicato, per bocca del direttore sportivo del settore nordico Mario Stecher, che è stata l’atleta a tagliare i ponti con la federazione.

Qualunque cosa sia accaduta, la carinziana – che attualmente si starebbe allenando in Slovenia con un tecnico di sua fiducia – si è letteralmente “messa sul mercato”. Una dinamica che tanto ricorda le vicende degli sciatori Marc Girardelli ed Elfi Eder i quali, in un’altra epoca, assunsero diversa nazionalità (rispettivamente lussemburghese e grenadina) dopo essere entrati in rotta di collisione con Ösv. Secondo le ultime voci di corridoio, l’Estonia avrebbe fatto delle avances a Sorschag per assicurarsi i suoi servigi. Non è chiaro se l’operazione andrà in porto, ma a questo punto sorge spontanea una domanda. Cos’ha l’Italia meno dell’Estonia? Perché la Fisi non si fa avanti per provare a naturalizzare la ragazza?

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Partiamo dal presupposto che, in virtù delle regole Fis, l’eventuale cambio di passaporto dell’austriaca avverrebbe a partire dalla stagione 2023-24. C’è tempo però fino a maggio 2023 per tentare di arruolare l’atleta, magari nel frattempo raggiungendo un accordo con Ösv. Chi scrive si rende conto di lanciare un sasso nello stagno, ma ben venga se può servire a smuovere le acque di un settore in piena stasi.

La domanda da porsi è “perché non provarci”? Quali scompensi genererebbe l’arrivo di Sorchag? Nessuno. Ogni nazione ha 6 posti a disposizione e l’Italia, di fatto, ne lascia vacanti tre, se non quattro. D’altronde, sorelle Malsiner a parte, non vi sono al momento altre atlete in grado di incidere nel circuito maggiore. Anzi, l’arrivo della carinziana permetterebbe di avere un punto di riferimento in più oltre alle due gardenesi.

Carinzia, poi, significa essere prossimi all’Italia. Villach, da dove la ragazza proviene, è praticamente al confine con il nostro Paese. Come se non bastasse, i contatti per portare avanti l’operazione non mancherebbero. Romed Moroder, mentore delle sorelle Malsiner e in passato “architetto” del settore femminile azzurro, è stato per anni parte integrante dello staff tecnico austriaco, lavorando peraltro proprio con Sorschag.

L’occasione sarebbe propizia, considerando come nel 2026 i Giochi olimpici invernali si terranno proprio sul suolo italiano. Quante nazioni organizzatrici hanno puntellato le proprie discipline più deboli con naturalizzazioni? Parecchie. Anzi, la ragazza potrebbe tornare utile anche per la prova a squadre miste. Insomma, un ipotetico cambio di nazionalità di Sophie Sorschag  e un suo arrivo Italia porterebbero solo benefici al settore femminile, iniettando nuova linfa vitale in un alberello un tempo rigoglioso, ma oggigiorno piuttosto striminzito.

Cionondimeno, volendo essere realisti, si sta verosimilmente discutendo del proverbiale “sesso degli angeli”. La proposta lanciata in questa sede rischia di essere un puro esercizio di stile, perché sappiamo bene quali complicazioni esistano sul piano burocratico extra-sportivo (anche se “volere è potere” e, in qualche modo, tutto si può aggiustare). Inoltre, se vi fosse veramente stato interesse nella naturalizzazione, probabilmente ci si sarebbe già mossi in merito, perché lasciarsi scappare un’opportunità del genere sarebbe un peccato. Evidentemente, se non ci sarà neppure un tentativo, sarà perché ci sono buone ragioni per non provarci, oppure ostacoli insormontabili da superare.

Foto: La Presse

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