Biathlon
Biathlon, Lukas Hofer “Top Gun” e “Maverick”. Preparazione autonoma per l’ultimo esponente della Vecchia Guardia
Lukas Hofer è rimasto solo. Il contemporaneo ritiro di Dominik Windisch e di Thomas Bormolini, avvenuto al termine della passata stagione, ha fatto sì che il trentatreenne altoatesino sia l’unico rappresentante della “Vecchia Guardia azzurra” ancora in attività. È probabilmente anche per questo che il carabiniere di San Lorenzo di Sebato ha deciso di approcciare il 2022-23 seguendo una strada tutta sua, completamente diversa dal resto della squadra italiana.
Hofer ha difatti chiesto (e ottenuto) di allenarsi in autonomia, lavorando spesso e volentieri come aggregato della Svezia. La connessione è rappresentata dal tecnico tedesco Johannes Lukas, responsabile del team scandinavo, ma al contempo ben conosciuto dal veterano sudtirolese. Quest’ultimo ha pertanto seguito una preparazione differente rispetto agli altri azzurri, confrontandosi costantemente con Sebastian Samuelsson e Martin Ponsiluoma. Un raffronto potenzialmente virtuoso per la punta di diamante tricolore, che altrimenti avrebbe avuto grosse difficoltà nel trovare riferimenti.
Senza nulla togliere ai giovani italiani, è un dato di fatto come Lukas abbia un decennio di esperienza in più di qualunque altro connazionale. Comprensibile, quindi, abbia voluto passare l’estate con atleti a lui più affini per livello e maturazione agonistica. Al riguardo, è evidente come l’altoatesino abbia ormai raggiunto il picco delle proprie possibilità atletiche. A 33 anni non c’è più molto spazio per crescere. La biologia non esclude, però, di poter toccare l’apice della carriera nel prossimo futuro.
Hofer ha disputato 295 gare individuali di primo livello, concludendone 85 nelle prime dieci posizioni. Di questi piazzamenti nella top-ten, 36 sono ingressi nella top-six, 11 sono podi e 2 vittorie. Insomma, ci troviamo di fronte a un atleta navigato, capace di proporsi a più riprese nei quartieri nobili delle classifiche in un arco temporale di oltre dieci anni. Gli è però sempre mancata continuità, soprattutto a causa di quel proverbiale e maledetto “centesimo necessario per fare l’euro”. Giunto all’Età di Cristo, Lukas non ha più niente da imparare. Conosce il biathlon e le sue dinamiche a menadito, dunque può far leva sull’esperienza di cui sopra per anticipare tante situazioni.
Se la salute dovesse assisterlo, potrà essere un pretendente al podio in ogni gara. Questo non significa che vi salirà sempre e comunque, la concorrenza è forte, ma potrà dire la propria a prescindere. Allo scopo di risolvere qualche acciacco legato all’usura, in primavera si è operato a entrambe le spalle. Una sorta di “tagliando” effettuato in vista di un inverno in cui i Mondiali rappresentano un succulento obiettivo. La manifestazione iridata si terrà infatti a Oberhof, contesto dove l’altoatesino storicamente si è sempre comportato bene. L’obiettivo potrà essere quello di tornare ad arpionare una medaglia a dodici anni di distanza dal bronzo nella mass start di Khanty-Mansiysk 2011. Il sogno è che quel ciondolo metallico possa essere d’oro.
Utopia? Assolutamente no. C’è chi l’acme della propria carriera l’ha toccato a 35 anni, proprio in concomitanza di un grande evento. Gli esempi del passato, più o meno recente, sono molteplici. Hofer ha quindi tempo e modo per ambire a risultati ancora mai raggiunti. Bisognerà trovare tutti i nichelini necessari per mettere assieme 100 centesimi, sperando al contempo che gli astri si allineino in maniera favorevole. C’è chi ha festeggiato un oro iridato pur senza avere il talento dell’altoatesino, quindi perché rassegnarsi?
Il veterano azzurro non ha più nulla da dimostrare, il suo lo ha già fatto. Tutto quanto arriverà da oggi in poi sarà guadagnato. Come diceva Forrest Gump, “la vita è come una scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita”. Impossibile sapere quante praline siano rimaste nella confezione di Lukas. Però chissà, forse la più prelibata deve ancora essere scartata.
Foto: La Presse