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Basket, Lino Lardo: “Matilde Villa non convocata? C’è un motivo. Con Sottana ho parlato. Cubaj ci dà sostanza”
L’Italia si appresta a vivere una settimana che potrebbe regalarle la qualificazione agli Europei femminili 2023. Per farlo, a Napoli, dovrà battere in successione Svizzera e Slovacchia. Giovedì 24, domenica 27, ore 19: queste le coordinate temporali importanti. Lino Lardo, che da due anni guida il gruppo azzurro, conosce bene l’importanza dei confronti che stanno arrivando. Abbiamo raggiunto il capo allenatore dell’Italia per tracciare un bilancio di questi due anni, una prospettiva su quanto sta per accadere e non solo.
Come ha visto il gruppo azzurro finora?
“Da quando alleno la Nazionale la risposta delle ragazze è emozionante, perché ogni volta che arrivano, al di là dell’essere avversarie durante il campionato, c’è un clima di amicizia e grande aggregazione. Le ho viste bene, anche se è chiaro che venivano da una giornata di campionato e da viaggi non semplicissimi: molte giocavano fuori, alcune dalle isole. Il rientro è stato un po’ stancante, però il clima è bello, è chiaro che loro giocano in molti casi già da parecchio tempo insieme. Le ho trovate soprattutto vogliose di iniziare quest’avventura“.
A proposito di isole, Lei è appena arrivato a Ragusa. Che ambiente ha trovato?
“Ragusa è una società storica degli ultimi anni nel basket di vertice in A1. Ho trovato una società organizzata e soprattutto grande voglia di far bene ed entusiasmo. Negli ultimi anni hanno spesso fatto finali scudetto, sono stato perciò molto contento di questa chiamata, anche se non è un momento semplicissimo dato che non ha iniziato bene. La società ha voglia di far bene, e poi la città spinge questa squadra“.
Di Ragusa c’è anche un blocco importante della Nazionale, che qui esprima Nicole Romeo e Beatrice Attura.
“Loro fanno parte, da quando io alleno la Nazionale, di questo gruppo. Diciamo che un po’ mi conoscono, e questo magari mi ha anche agevolato“.
In base a quali considerazioni ha raccolto il gruppo di quelle che sono ora a Napoli?
“Quest’anno, non avendo iniziato con una squadra di club, ho avuto la possibilità di seguire il percorso di quest’inizio stagione e non solo quello, perché quest’estate abbiamo fatto due raduni. C’è una lista molto allargata di una trentina di giocatrici che io e il mio staff seguiamo da vicino o da lontano, vedendo un po’ come reagiscono. In questi mesi di inizio campionato ho seguito le loro partite, le abbiamo seguite, siamo andati con lo staff dirigenziale a trovarle nelle società. Tutte quelle che fanno parte di questa lista le seguiamo costantemente, in base alle valutazioni e al rendimento abbiamo prima diramato le 24 e poi, purtroppo, siamo scesi a 16. Dico purtroppo perché abbiamo una bella rosa di giocatrici che possono far parte di questa Nazionale“.
Si può dire che forse sia un po’ troppo un anno tra una finestra e l’altra?
“Sì, assolutamente. Manca l’approccio alla competizione, al di là dei raduni che possiamo fare con partite amichevoli. Invece è importante che, a livello di Nazionale, ci sia un’attenzione diversa. Ci ritroviamo dopo un anno esatto a dover giocare due partite importanti per i due punti, è logico che qualcosa sta cambiando anche in FIBA. Infatti penseranno anche in futuro di fare delle qualificazioni mondiali proprio per sopperire a queste pause che sicuramente non fanno bene per tutte le nazionali“.
In questo inizio di campionato Matilde Villa ha espresso una grandissima pallacanestro. Come mai è stato scelto di inserirla come atleta a disposizione in questo caso?
“Sicuramente Matilde Villa è una giocatrice che fa parte della lista molto ampia di giocatrici che seguiamo. E’ una giocatrice di indubbio talento, che seguiamo da vicino, abbiamo parlato anche con la sua attuale società e si sa benissimo che noi la seguiamo da vicino. In quel ruolo lì abbiamo parecchie scelte da fare, e lei peraltro viene da un’estate intensa con le giovanili, ora sta facendo l’EuroCup con Venezia e il campionato, e va ancora a scuola. Tutte queste valutazioni ci hanno fatto pensare che il tempo per vederla ancora in futuro c’è, perché il futuro sarà sicuramente suo. In questo momento abbiamo fatto queste scelte anche perché in quel ruolo, per fortuna, abbiamo molte opzioni, siamo ben coperti“.
E il nome principe è Costanza Verona, che si sta prendendo in mano Schio.
“Siamo contenti del suo percorso e della sua crescita, sta migliorando costantemente su tutti gli aspetti. Ed è ciò che in una squadra e in una società che le permette di crescere da tutti i punti di vista: esperienza, tecnicamente, compagne di squadra da cui può imparare molto. E ha una competizione come l’Eurolega. Sta diventando pian piano protagonista. Siamo molto contenti che lei possa fare dei passi in avanti, lei è una ragazza con molta voglia di allenarsi e crescere. Su di lei puntiamo molto“.
Ha una compagna di squadra come Jasmine Keys che sta confermando i grandissimi miglioramenti della scorsa stagione.
“Lei è ormai un punto fermo di Schio, della nostra Nazionale. Non solo i numeri confermano la sua crescita: lei in campo fa tante cose buone, non solo agli occhi di tutti, ma anche di quelle che non si vedono. Oltre a essere una brava giocatrice è anche intelligente, sa stare bene in campo e questo dimostra la fiducia del suo allenatore dall’anno scorso. Per noi Jasmine è un punto fermo, molto importante“.
Questa è una squadra che è molto ‘sbilanciata’ verso un ringiovanimento molto evidente e centrata su Cecilia Zandalasini, il cui inizio di stagione non c’è bisogno di definirlo.
“Siamo contenti perché sappiamo l’importanza che ha Cecilia per la sua squadra di club. L’anno scorso a inizio stagione ha avuto un problema al piede che l’ha penalizzata; quest’anno, invece, sta facendo molto bene e siamo solo contenti. Da lei si parte per quanto riguarda le nostre situazioni offensive, ma non solo: ha dimostrato di rendersi utile in tutte e due le parti del campo. E’ un’atleta ancora giovane. E poi in questi ultimi anni abbiamo pescato molte ragazze che vengono dalle selezioni giovanili, con le quali bisogna ricordare che siamo stati protagonisti in Europa e questo ci fa ben sperare per il futuro“.
Inevitabile citare anche il ‘ritorno’ di Lorela Cubaj.
“Ci garantisce sostanza e presenza vicino a canestro che magari in certe competizioni un po’ ci è mancata. Lorela ha i suoi trascorsi nei campionati di college americani, non ha purtroppo potuto essere costantemente con noi, in questa Nazionale, almeno da quando l’alleno io. L’ho avuta solo agli Europei. Lei ha però solo bisogno di giocare un po’ di più con queste compagne, anche se le conosce bene avendo fatto la trafila delle giovanili. E’ un ritorno solido per noi: la sua solidità è importante“.
Prima Svizzera e poi Slovacchia: le elvetiche sono state da molti definite un gradino sotto, con le slovacche abbiamo sofferto di più a Piestany, con quella rimonta.
“Sono due partite da prendere con molta concentrazione. La Svizzera non la conosciamo molto bene perché nella prima finestra non l’abbiamo incontrata, anche se chiaramente abbiamo molte indicazioni. Non dà tanti punti di riferimento perché non ha ruoli ben definiti. E’ una squadra che anche alla Slovacchia ha dato filo da torcere. Perciò grande concentrazione. La partita più insidiosa dovrebbe essere proprio con la Slovacchia, dove siamo stati per molti minuti sotto e non abbiamo mai mollato con quella rimonta importante che ci mette in condizione di vantaggio vincendo in casa domenica. La Slovacchia è una squadra di tutto rispetto dal punto di vista fisico, ha delle giocatrici, soprattutto lunghe, che hanno doppia dimensione e che possono aprirsi per tirare da fuori. Sarà una partita tostissima sotto tutti i punti di vista, ne sappiamo bene l’importanza: potrebbe darci, vincendola, molte possibilità di essere a un passo dalla qualificazione. La concentrazione però è sulla prima partita, non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo primario che è la Svizzera e poi la Slovacchia“.
Questo percorso biennale cosa Le ha dato in termini di soddisfazioni e momenti difficili?
“Quando sono stato scelto dalla Federazione per allenare la Nazionale femminile per me che venivo dalla maschile è stata una grande sorpresa, ma soprattutto un grande onore e un grande orgoglio. Mi sono buttato a capofitto in questa esperienza. Tantissime soddisfazioni perché ho cercato di portare la mia mentalità all’interno della Nazionale e ci sono state grandissime risposte. Purtroppo abbiamo sbagliato una partita sola, quella di ottavi con la Svezia agli Europei, ma per il resto solo belle partite, belle vittorie, grande mentalità di queste ragazze che mi hanno emozionato per la disponibilità che hanno quando vengono in Nazionale e anche nel giocare come io proponevo. Poi purtroppo c’è stato il neo di questa partita che è stata negativa, però la strada, viste anche le scorse due partite di queste nuove qualificazioni, sia quella giusta. Il percorso è positivo, mi ci butto dentro a capofitto con tanta esperienza e concentrazione, cercando di trasmettere l’entusiasmo giusto. Le ragazze già ce l’hanno, però è vero che quando vestiamo la maglia della Nazionale bisogna trasmettere belle emozioni“.
Ci fu un episodio nel 2020, per la prima convocazione delle finestre delle bolle post-Covid. In molti notarono l’assenza di Giorgia Sottana, che poi rispose sui social. Siete mai riusciti, poi, a parlare di quella situazione?
“Io con Giorgia ho parlato personalmente prima delle convocazioni, ho chiarito con lei. Gliel’avevo anche detto quando ho deciso di fare le convocazioni. Massimo rispetto per lei, che è una giocatrice che ha dato tanto alla Nazionale e dà ancora tanto alla sua squadra. Ho fatto le mie scelte e gliele ho anche spiegate. Capisco che qualcuno possa essere rimasto un po’ sorpreso, ma gliel’ho detto con molto rispetto della giocatrice che è stata ed è tuttora. Pensavo di fare questo tipo di scelta“.
Che rapporti di forza sta vedendo nel campionato italiano?
“Un bel campionato. Molto più competitivo degli scorsi. Sicuramente l’ingresso di una straniera in più ha alzato il livello di competitività delle squadre. C’è stato qualche risultato a sorpresa, partite non scontatissime. Il gap tra le big e le altre è ancora elevato. Ho seguito dall’inizio del campionato e anche del precampionato: mi piace pensare che con l’innesto della quarta straniera le giocatrici italiane si stiano comportando molto bene, soprattutto quelle che sto seguendo per la squadra nazionale. Ci sono belle sensazioni, sarà un campionato ancora più divertente e competitivo strada facendo“.
Chicca Macchi come team manager che tipo di apporto potrà dare?
“Ho una fortuna, e lo dico tutti i giorni: quella di avere Roberto Brunamonti capodelegazione, Chicca Macchi team manager. E’ una gran fortuna per me, ma soprattutto per le ragazze. Roberto lo conoscono tutti, è una persona seria e competente. Chicca le ragazze la conoscono meglio, è un’icona della Nazionali passate, una grandissima giocatrice e una grandissima conoscitrice di basket, di grande personalità. Può solo aiutare queste ragazze in termini di esperienza. Per me la Federazione mi ha messo a disposizione due personaggi incredibile che aiuteranno me e lo staff“.
Andare a Napoli dopo aver allenato anche nelle vicinanze, a Scafati: conosce quanto sia sentita la pallacanestro.
“Ne parlavamo in conferenza stampa. Vero che Napoli è una città di calcio, però tutte le volte che sono venuto da avversario, sia da giocatore un po’ di tempo fa, ma soprattutto da allenatore, ho trovato una grande passione. Tuttora il PalaBarbuto è pieno: c’è tradizione di basket. C’è anche quest’inizia dei Charlatans, che hanno messo a posto una ventina di playground in tutta la città. C’è voglia di basket, di viverlo anche a livello di minors. Abbiamo fatto un allenamento in una palestra del PalaVesuvio perché il PalaBarbuto era occupato dalla partita del Napoli Basket, e c’erano dieci società di basket femminile. Siamo veramente entusiasti di venire a Napoli. Siamo convinti che ci sarà una bella risposta del pubblico. Ottima scelta della Federazione e devo dire anche grazie al Napoli Basket e al Comitato Regionale, che stanno facendo di tutto per mettere a disposizione gli impianti. Bisogna poi vincere le partite, ma i presupposti sono ottimi“.
A proposito di impianti, speriamo che qualcuno un giorno si ricorderà del PalArgento.
“Eh sì! Io l’ho vissuto da giocatore. Grandissimo impianto. Vederlo non dico in quelle condizioni, perché ormai non c’è più niente, è un peccato“.
Credit: Ciamillo