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Pagelle Iran-Stati Uniti 0-1, voti Mondiali 2022: Dest il migliore in campo

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PAGELLE IRAN-STATI UNITI 0-1

Iran

Beyrandvand, 6: nulla può sul gol subito, dove Pulisic può concludere da pochi passi. Alcune parate ordinarie nel primo tempo, e nulla in più. Nel secondo tempo non viene quasi mai chiamato in causa, se non su conclusioni non pericolose.

Rezaeian, 6: buona partita la sua, che contiene bene Robinson. Leggermente in ritardo sul gol del vantaggio americano, dove c’è un concorso di colpa con Hosseini. Nel secondo tempo prova a sovrapporsi con maggiore frequenza, arrivando in alcune occasioni al cross, senza però essere pericoloso.

Pouraliganji, 6.5: ha controllato bene Sargent, senza mai lasciarlo girare nelle zone pericolose del campo. A differenza dei compagni di reparto è meno sollecitato, visto che i problemi maggiori sono arrivati sulle corsie esterne. Ben si comporta nel secondo tempo, quando anche nelle diverse ripartenze americane, si fa trovare pronto. Sfiora il gol del pareggio al 93′ sugli sviluppi di un calcio di punizione.

Hosseini, 6: come detto parlando di Rezaeian si perde Pulisic sulla rete del vantaggio statunitense, ma si riscatta pochi minuti dopo, quando al 44′ ha salvato la propria formazione in un contropiede, che aveva visto 3 americani contro di lui. Rischia molto con la linea del fuorigioco in occasione del gol annullato a Weah. Nel secondo tempo mostra le sue difficoltà in velocità, commettendo due brutte entrate, che gli sono valse il cartellino giallo.

Mohammadi, 5.5: soffre molto le incursioni di Dest, il quale ha sfruttato alla grande gli spazi aperti da Weah. A sua discolpa c’è da dire che spesso è stato abbandonato contro le sovrapposizioni del terzino statunitense, senza grandi aiuti dai propri compagni. Esce poco prima del 45′ in barella per un infortunio (dal 46′ Karimi, 6: il suo ingresso coincide con il cambio di stile dell’Iran, costretto ad attaccare per ritrovare la parità. Il numero 18 iraniano spinge bene sia sulla fascia destra che su quella sinistra, dove trascorre la maggior parte della sua partita).

Noorollahi, 6: è sua una delle poche azioni offensive dell’Iran del primo tempo, con un inserimento centrale fermato solamente da Turner. Pochi palloni toccati per essere un centrocampista nel primo tempo, con il baricentro iraniano che si è schiacciato molto, anche per colpa sua. Cresce nella seconda metà di partita come tutta la propria formazione (dal 70′ Torabi, 6: riesce a velocizzare la manovra iraniana, permettendo alla propria squadra di abbozzare un assalto nei minuti finali alla ricerca della qualificazione).

Ezatolahi, 5.5: mai in partita, con pochi palloni giocati, senza mai riuscire a dare nuova linfa alla manovra della propria squadra. Se l’Iran vuole riportare il match in parità dovrà sperare che il numero 6 cambi rotta. Nel secondo tempo riesce a cambiare la propria partita velocizzando il giro palla della propria squadra e arrivando anche alla conclusione dal limite in alcune occasioni.

Hajisafi, 5: raramente torna in difesa per aiutare Mohammadi con le sovrapposizioni di Dest, che hanno dato molto fastidio alla proprio reparto difensivo. In attacco non pervenuto, anche se non per colpa sua. Non riesce ad incidere neppure nel secondo tempo, quando la propria formazione aumenta il ritmo per cercare il pareggio (dal 70′ Jalali, 5.5: subentra per dare maggiore spinta al proprio attacco, ma non riesce ad incidere, salvo rare occasioni, in cui prova a servire i propri compagni con cross dalla tre quarti, che spesso si sono rivelati inoffensivi).

Gholizadeh, 6: è il migliore in campo dei suoi. Prova ad inventare, lanciando un paio di contropiedi sia per Noorollahi che per Taremi. Ha mostrato anche buon spirito di sacrificio, tornando indietro per aiutare i propri compagni nei momenti di difficoltà. Poco incisivo nel secondo tempo, quando l’Iran prova ad attaccare con maggiore frequenza (dal 76′ Ansarifard: s.v. )

Azmoun, 6: come tutto il reparto offensivo iraniano si vede poco, giocando pochissimi palloni nella metà campo avversaria. (dal 46′ Ghoddos, 6.5: dà nuova vita all’attacco iraniano come dimostra il gol sfiorato al 64′ e le diverse azioni pericolose create anche grazie alla sovrapposizione di Karimi, diventando il migliore in campo dei suoi).

Taremi, 6: la sua prestazione viene salvato dal grande spirito di sacrificio, come dimostrano i vani tentativi di fermare Dest. Spreca clamorosamente un contropiede al 20′ minuto, quando perde l’attimo per servire il compagno, permettendo a Carter-Vickers di rientrare. Stringe i denti nel secondo tempo, quando non al meglio conduce l’attacco della propria nazionale verso il pareggio, sfiancando la difesa avversaria. Sfiora il pareggio al 98′ quando un suo tocco passa sotto le gambe di Turner, prima di essere spazzato via da Zimmerman.

Stati Uniti

Turner, 6: è uno spettatore non pagante di quest’incontro. Sporca in una sola occasione i propri guantoni, quando su un inserimento di Noorollahi, esce bene e blocca tutto. Anche nella seconda frazione non rischia quasi mai di subire gol, se non a pochi minuti dal termine, quando una deviazione di Taremi lo supera.

Dest, 7: è il migliore in campo, come dimostra anche l’assist per Pulisic. La scarsa pericolosità offensiva iraniana gli permette di spingere per tutto il primo tempo e lui non si lascia pregare, mettendo in ginocchio con i suoi continui inserimenti la difesa avversaria. Nella seconda metà di partita spinge di meno, con qualche minima sbavatura difensiva (dal 82′ Moore: s.v.)

Carter-Vickers, 6.5: buon primo tempo per lui, che partecipa al fraseggio della propria squadra. Bravo a farsi trovare pronto al 20′ quando rientra su Taremi, chiudendo un contropiede pericoloso. Quando nel secondo tempo viene maggiormente sollecitato risponde presente, guidando la propria difesa.

Ream, 6: non è mai costretto a difendere nella propria area di rigore, anzi spesso si trova con i piedi vicino alla linea di metà campo, senza mai rischiare di essere imbucato. La sua partita, anche nella seconda frazione, è quella di un regista arretrato, vista la sua capacità di impostare la manovra americana.

Robinson, 6: anche lui come Dest dà un importante contributo alla manovra offensiva della propria squadra, anche se in alcune occasioni arriva in ritardo, vanificando possibili azioni pericolose. Nella seconda frazione spinge pochissimo, preferendo correre meno rischi, vista la crescita degli iraniani, soprattutto sulla sua fascia.

Musah, 6: si vede di meno rispetto alla partita contro l’Inghilterra di venerdì scorso, smistando bene i palloni a centrocampo, e provando a lanciare o Weah o Dest, anche con diversi successi. Prova a strappare a tutto campo ad inizio secondo tempo, abbassando poi il proprio ruolo con l’avanzare dei minuti.

Adams, 6.5: a lui spetta il compito di alimentare costantemente la manovra offensiva della propria squadra, ruolo che ricopre ai limiti della perfezione nel primo tempo. Ingenuo al 43′ quando viene ammonito, mettendo a rischio la propria ripresa, ma malgrado ciò ha continuato ad offrire una buona prestazione in entrambe le fasi.

McKennie, 6.5: cambio di gioco spettacolare per Dest nell’azione che ha portato al gol del vantaggio, che non è stato il suo primo tentativo di imbucata nel primo tempo. Arriva anche alla conclusione dal limite dell’area senza però trovare lo specchio. Gioca pochi palloni nel secondo tempo, in cui accusa dei problemi fisici, che lo portano a richiedere il cambio (dal 65′ Acosta, 6: il suo ingresso in campo, forzato per gli acciacchi del compagno, rafforza il centrocampo statunitense, donandogli ordine nei momenti di sofferenza finali).

Weah, 6.5: partecipa costantemente all’azione offensiva della propria formazione, arrivando spesso al tiro. Sui suoi piedi la prima grande occasione del primo tempo, quando sceglie di colpire con la testa invece di provare a girarla di piede. Nei minuti finali della prima frazione trova la rete, annullata per un fuorigioco millimetrico. Si vede meno nel secondo tempo, quando la propria squadra attacca di meno, anche se non manca il suo apporto nei tentativi di ripartenza (dal 82′ Zimmerman, 6.5: un vero muro difensivo nei pochi minuti che gioca, arrivando anche a salvare la porta al 98′ quando una deviazione di Taremi supera Turner).

Sargent, 6: è il meno vivace dell’attacco americano, anche se non gli sono mancate le occasioni. È bravo nell’uscire dall’area di rigore, creando gli spazi per far inserire i compagni di reparto, anche se si sente l’assenza di un bomber vero negli Stati Uniti. Si comporta bene anche nel secondo tempo dove ha più campo da tagliare di corsa, nei diversi contropiedi. (dal 76′ Wright, 6: il suo ingresso in campo permette agli Stati Uniti di rifiatare, lanciando palla alta verso di lui, che riesce ad alzare il baricentro della propria squadra).

Pulisic, 6.5: si abbassa spesso a centrocampo per provare ad offrire ai propri compagni palloni filtranti. Sua la rete che ha sbloccato il match, in cui ha dovuto semplicemente appoggiare in porta da pochi metri un cross di Dest. Sfortunato ad infortunarsi in uno scontro con il portiere iraniano in occasione del gol, scontro che l’ha costretto al cambio (dal 46′ Aaronson, 6: buono il suo impatto della partita, riuscendo a ripartire in velocità insieme a Sargent e Weah, cercando il raddoppio che chiuderebbe la partita. Nel finale si schiaccia in difesa come quasi tutta la propria squadra, soffrendo per conservare il pareggio).

Foto: LaPresse/ Francisco Seco

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