Ciclismo
Ciclismo, Ercole Baldini è morto all’età di 89 anni
Sono giorni tristi per il ciclismo italiano. Ieri la morte di Davide Rebellin, scomparso per un tragico incidente (investito da un camion), e oggi ci ha lasciato, per motivazioni assai diverse, Ercole Baldini. Una vera e propria icona del ciclismo nostrano che ha tagliato il suo ultimo traguardo all’età di 89 anni a Forlì.
Romagnolo Doc, Baldini era nato il 26 gennaio del 1933 e fu amore a prima vista con la bicicletta, necessaria per andare a scuola e spostarsi. Una storia che inizia così, dal momento che in uno dei suoi “viaggi” incontrò i professionisti di quel periodo, come Ronconi che lo portò a correre con la S.C.A.T. Forlì e successivamente con la maglia della Nicolò Biondo.
Un atleta di grandi potenzialità al punto che il CT della Nazionale dilettanti, Giovanni Proietti, decise di puntare su di lui per l’attività agonistica in pista. Non è un caso che arrivò il titolo tricolore dell’inseguimento e la qualificazione ai Mondiali di Copenaghen (Danimarca) del 1956, conquistando il suo primo oro davanti a Leandro Faggin. Nel ’56, al Vigorelli di Milano, stabilì il nuovo record dell’Ora: 46,394, strappandolo a un mito come Jacques Anquetil.
Tra il 1956 e il 1958 si aggiudicò anche un Grand Prix des Nations (in quel periodo era l’equivalente del campionato mondiale a cronometro), due campionati italiani su strada, un campionato mondiale su strada, un titolo olimpico in linea e un Giro d’Italia. Un corridore completo, dotato delle caratteristiche del più classico passista-scalatore, soprannominato “il Treno di Forlì“. Nel 2016 è stato inserito nella Hall of Fame della Corsa Rosa.
Foto: LaPresse