MotoGP
MotoGP, Marc Marquez: “La classe regina non è come la Formula Uno, sbagliato andare in quella direzione”
Marc Marquez si prepara in vista della prossima stagione che, dal suo punto di vista, potrebbe essere quella della rinascita vera e propria. Dopo la caduta di Jerez de la Frontera di luglio 2020, il Cabroncito ha più dovuto combattere con fisico e interventi piuttosto che con i rivali in pista, per cui si rimbocca le maniche per un Mondiale MotoGP 2023 di nuovo da assoluto protagonista.
Nel corso di una intervista ad Autosport.com, il sei volte campione della classe regina, tuttavia, ha preferito puntare l’attenzione sulla MotoGP nel suo complesso che, secondo il portacolori del team Repsol Honda, non sta prendendo una direzione ideale. “Ricordiamoci che non siamo come la Formula Uno, che è estrema, ma stiamo andando su quella scia e dobbiamo stare particolarmente attenti. L’ho già detto in diverse Safety Commissions, perché dobbiamo mantenere l’idea che i piloti siano più importanti del mezzo. Con le moto attuali i piloti più veloci sono quelli che sono in testa; questi sono Enea Bastianini, Pecco Bagnaia, Fabio Quartararo ed Aleix Espargaro quest’anno. Vedremo se in futuro potremo lottare con loro. La moto mi sembra stia diventando più importante del pilota perchè si dipende sempre di più da ciò che si ha, perché se non si ha una mezzo valido non si può fare nulla”.
Lo spagnolo entra poi nello specifico della sua analisi: “Le moto, con tutti gli ultimi sviluppi, stanno diventando meno manuali, il che ha portato ad un pacchetto di mischia molto più vicino. È vero che in passato la differenza tra moto ufficiali e satellite era maggiore, ma ora non c’è più. I team minori hanno moto ufficiali, quindi hanno gli strumenti per competere”.
Marc Marquez chiude la sua invettiva sulla classe regina del 2022, in vista del 2023. “Prima che arrivassi in MotoGP, mettendo la quarta marcia in rettilineo, non eri al massimo della coppia. Ora, invece, si esce già in seconda e terza marcia, con il dispositivo di holeshot, con l’aerodinamica, si ha la coppia massima, come una Moto3. Prima era più da guidare e bisognava giostrare tra più cose. Per questo motivo ora è tutto più pareggiato, perché se è più manuale si commettono più errori ed è più difficile trarre vantaggio da tutta la moto”.
Credit: MotoGP.com Press