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Rugby
Sei Nazioni: all’Olimpico non c’è storia, l’Italia soccombe sotto le mete inglesi
Un’Italia allo stremo delle forze viene travolta senza complimenti dall’Inghilterra, in un Olimpico stracolmo di tifosi e, a fine partita, anche di delusione per una Nazionale poco coraggiosa, completamente allo sbando e che conclude nel peggiore dei modi un Sei Nazioni inevitabilmente negativo. L’11-52 finale è eloquente del dominio di una squadra inglese oltretutto non al top e di come la luce, in casa azzurra, si sia spenta in modo preoccupante ad un anno dal Mondiale. Dal canto loro, gli uomini di Lancaster recuperano 41 punti all’Irlanda ma non bastano: per vincere il torneo servirà una vittoria della Francia nella ‘finale’ in programma alla 18.
Come nelle quattro partite precedenti, l’inizio della Banda Brunel è convincente nella gestione del match e anche nell’attesa battaglia in mischia ordinata, dove gli inglesi vanno subito in affanno: i piloni ospiti si stappano e Luciano Orquera muove il tabellino al 5′. Il match si mantiene di bassa intensità, con tanti errori e poca organizzazione da una parte e dall’altra. I Leoni sembrano pagare la pressione di dover rincorrere l’Irlanda e solo un’entrata laterale azzurra permette a Farrell di centrare il pareggio. Basta un’azione ben manovrata, però, agli uomini di Lancaster per darsi la giusta carica: su un allargamento veloce, Garcia e Campagnaro in particolare mancano il placcaggio e le gambe di Mike Brown non perdonano per la prima meta dell’incontro (6-10). Al 18′ un errore di trasmissione ospite innesca Leonardo Sarto, ma un bel placcaggio avversario blocca il tentativo di offload del padovano a 5 metri dalla linea di meta. Aguero e Cittadini, intanto, continuano a far soffrire Vunipola e Wilson e al 23′ Orquera può sfruttare la superiorità del pack azzurro per piazzare il 3-6. Farrell&co., tuttavia, conquistano progressivamente campo e si rendono pericolosi a più riprese. La difesa azzurra, solleticata per la prima volta in modo importante, regge inizialmente l’impatto dei bulldozer inglesi, seppur con qualche rischio, ma deve cedere al minuto 32 dopo il lungo assalto del XV della Rosa, con Owen Farrell che si infila senza troppe difficoltà tra Orquera e Bortolami e schiaccia in mezzo ai pali il 6-17. La seconda meta accresce ulteriormente la confidenza e la grinta inglese, mentre gli azzurri si sfilacciano e smarriscono il filo del discorso anche in fase difensiva, colpita nuovamente al 38′ da un break in mezzo al campo di Farrell; l’apertura può lanciare con un guizzo Mike Brown – uno dei migliori dell’intero torneo – che vola per la seconda meta personale e per il 6-24 con cui si chiude il primo tempo.
La ripresa si apre con una bella corsa di Michele Campagnaro (oltretutto senza una scarpa) in ripartenza, ma il suo offload non viene controllato da Esposito al largo. Gli inglesi riprendono subito l’abbrivio giusto e anche il controllo della partita, riportandosi in pianta stabile nei 22 azzurri a caccia di mete. Ci va vicino Burrell al 50′, Sarto sventa con una pedata ma nel proseguimento dell’azione Bortolami viene ammonito per un evidente fuorigioco. La superiorità numerica viene immediatamente sfruttata da un pack inglese trasformato nel secondo tempo, che avanza in mischia e offre su un piatto d’argento la meta ai trequarti, marcata dal giovane Jack Nowell al 52′. Qualche sprazzo d’orgoglio l’Italia lo fa vedere, ma nella Banda Brunel prevale inesorabilmente la stanchezza e la poca lucidità e l’Inghilterra non fa alcuna fatica a contenere le sortite azzurre. Care&co., anzi, impensieriscono la Nazionale ogni qualvolta venga impostata un’azione multi-fase e trovano la quinta meta della giornata con Mako Vunipola dopo una serie di pick&go che logorano ulteriormente l’Italia. L’Inghilterra continua a martellare, alla ricerca del maggior numero di punti possibili, ed avvicina ancor di più l’Irlanda con il rientrante Manu Tuilagi, che perfora la difesa italiana sui 5 metri al 67′ e sigla il 6-45. L’unico acuto azzurro del pomeriggio arriva poco dopo, al 68′, con il solito Leonardo Sarto – il migliore dei suoi -, abile ad intercettare l’ovale e ad involarsi in meta per l’11-45. Gli inglesi si riversano in avanti ma non trovano lo spiraglio per un’altra meta, complice anche una difesa azzurra che, raschiando il fondo del barile, trova le ultime forze per respingere gli avversari, perlomeno fino al 80′, quando è capitan Chris Robshaw a mettere il punto esclamativo con la settima meta del 11-52.
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com