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Sci di fondo: Federico Pellegrino, 11 ore per la vittoria

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Federico Pellegrino

L’ultimo weekend prima del Tour de Ski ha regalato all’Italia una gioia che, fino al venerdì pomeriggio, non era pronosticabile semplicemente perché non preventivata. Federico Pellegrino è arrivato alla vittoria numero 17 e al podio numero 37 in Coppa del Mondo. Inoltre, è a quota 51 tra piazzamenti nei primi tre riunendo le competizioni della Sfera di Cristallo, dei Mondiali e delle Olimpiadi.

Ma com’è riuscito Pellegrino a piazzare il colpo su Johannes Hoesflot Klaebo pur non risultando iscritto fino al venerdì pomeriggio precedente? La risposta è affidata allo stesso poliziotto di Nus su Instagram. Dettaglio importante da ricordare: aveva già saltato Beitostolen perché Greta Laurent è in dolce attesa, e da un momento all’altro potrebbe nascere la nuova vita (è evidente che sia questo il motivo per cui ha saltato la 20 km, dove peraltro di segnali italiani se ne sono visti pochi).

L’elenco di “Chicco” è il seguente: alle 3:40 si sveglia e alle 3:45 parte per Davos. Da casa sua sono poco più di 300 km. Alle 8:00 arriva in Svizzera. Il tempo di un quarto d’ora in camera e già si trova fuori per una corsetta. Alle 8:30 colazione e, poco dopo le 9:00, una tecar da petto.

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Poi giunge, alle 9:45, il momento del pullman uomini: si preparano i bastoncini, si prendono il pettorale e gli sci, alle 10:25 inizia il riscaldamento che, tra una cosa e l’altra, dura più di 40 minuti. Alle 11:17 parte per la qualificazione, ed è nono. Alle 11:38 c’è la cerimonia di scelta della batteria, nel suo caso la seconda dei quarti di finale.

Tra batterie e finali c’è la voce “chiusura pista” alle 12:55. Ma, a parte questo, passano più di due ore tra un momento e l’altro. Pellegrino disputa il quarto alle 13:43 e lo vince. Disputa la prima semifinale alle 14:22. Vince anche quella. Disputa la finale alle 14:48. Con un rettilineo poderoso supera Klaebo e conquista una vittoria che, nei fatti, fino a nemmeno ventiquattr’ore prima non sarebbe mai esistita senza una decisione lampo.

La commozione è tanta, comprensibile e anche molto bella. Perché fa capire come un campione, perché Pellegrino tale è, a 32 anni sia in grado di compiere una simile impresa. E, per di più, di fronte all’uomo che sta segnando un’intera epoca dello sci di fondo. C’è da prendere esempio dal poliziotto di Nus, esempio eccellente di come l’uomo sia in grado di ottimizzare le energie, perché è chiaro che il maggiore dei fondisti azzurri degli ultimi anni non ne fosse in chissà quale possesso. Le ha semplicemente utilizzate nel miglior modo possibile. Le circostanze particolari contribuiscono alla creazione di momenti indimenticabili.

Foto: LaPresse

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