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Rugby, Luca Bigi: “L’Italia ha alzato l’asticella, si vedono i primi frutti. 2023 per confermarci. E ai Mondiali…”

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Si è concluso un 2022 sicuramente positivo per il rugby italiano, con gli azzurri che hanno ottenuto due storici successi contro Galles e Australia, ma soprattutto con l’Italia, ma anche Zebre Parma e Benetton Treviso, che stanno mostrando grandi segnali di crescita. E Luca Bigi, tallonatore delle Zebre e dell’Italia, è convinto che il 2023 sarà un anno di ulteriori soddisfazioni per il rugby italiano.

Luca, si conclude un 2022 che per il rugby italiano è stato sicuramente positivo. Anche le Zebre, seppur senza la soddisfazione della vittoria, stanno mostrando una buona crescita. Che cosa lascia quest’anno a Parma?
“Abbiamo messo in campo prestazioni convincenti in tanti aspetti, seminando tanto, ma raccogliendo poco. Con Bristol abbiamo fatto e disfatto tutto noi, con Tolone una mischia stabile ci avrebbe probabilmente permesso di vincere. Quello che non manca, sicuramente, è l’idea di gioco. Quello che proviamo a fare oggi è esprimere un gioco alla mano, spettacolare. Poi succede però quello che abbiamo visto a Bristol che ci ha tagliato le gambe, ma stiamo lavorando molto anche sull’organizzazione. La volontà di esprimersi è fondamentale, è bellissimo che ci sia, ora serve la capacità di analizzare i momenti della partita per essere coscienti di quando poter esprimere queste qualità nel momento giusto e quando, come a Bristol, questa volontà diventa troppo rischiosa”.

Come detto, manca la vittoria. Per il 2023 che sensazioni hai e cosa pensi manchi ancora per fare il salto di qualità alle Zebre?
“Arriviamo al 2023 con fiducia, magari non per i risultati ma per quello che vediamo in campo e anche da quello che c’è fuori dal campo. Da quest’estate c’è stato un bel cambiamento positivo. Parlo di quello che quest’anno è stato fatto fin dal primo giorno, con un’idea di sviluppo con una squadra giovane, dove c’è bisogno di maturare esperienza, ma l’organizzazione del lavoro anche per i giocatori non coinvolti direttamente il giorno della partita è ottima. Quello che manca, ci rendiamo conto, è di quante opportunità abbiamo creato per arrivare nei 22 avversari e che poi abbiamo perso. La disciplina, sia come rispetto regolamento sia come nostre strutture di gioco, non sempre viene effettuata al 100% e questa è una responsabilità nostra di giocatori, soprattutto di quelli più esperti. Ma sicuramente l’attitudine e la voglia di lottare e sacrificarci è fantastica e partiamo dai tanti tasselli messi assieme in maniera positiva, lavorando per sistemare quei dettagli che ancora mancano. Siamo una squadra giovane e in crescita, ci crediamo, ora abbiamo bisogno di vincere”.

Passiamo al capitolo Italia e torniamo al 2022. Dopo un lunga serie di sconfitte sono arrivate le vittorie con il Galles, Samoa e Australia. Tre vittorie bellissime, ma non si può dimenticare la sconfitta estiva con la Georgia. Anche in questo caso, che cosa lascia quest’anno alla Nazionale?
“Quello che io vedo, anche paragonato al discorso Zebre, è un processo iniziato con un obiettivo di ottenere una credibilità internazionale e una consapevolezza nei propri mezzi. Un percorso che ha visto una crescita che è stata esponenziale questo autunno. Ma non sono state solo le vittorie importanti, penso a come abbiamo resistito con l’Irlanda giocando oltre un’ora in 13 giocatori a febbraio. Anche col Galles non è tanto l’aver vinto con la meta di Ange ed Edo, quello che ha fatto la differenza è stato restare in partita fino alla fine, poi l’episodio ti può far vincere, ma devi arrivarci. I risultati sono ciò che restano negli anni, ma il lavoro fatto nelle settimane precedenti ai test di novembre, i giovani che si sono messi in mostra come Lorenzo Cannone, sono la parte del processo di crescita che finalmente porta i frutti”.

Il 2023 è l’anno dei Mondiali. Prima, però, ci sarà un Sei Nazioni che sarà molto particolare, come sempre capita nell’anno iridato. Se a ciò aggiungiamo i cambi di ct in corsa per Galles e Inghilterra, che Sei Nazioni ti aspetti e cosa ti aspetti da voi?
“Adesso le aspettative si sono alzate, abbiamo tre partite in casa, ma per noi l’obiettivo è continuare a crescere con consistenza. Non fare passi falsi come prestazione, continuare l’impegno lavorativo fatto sin qui. I cambi tecnici per un paio di avversarie ci sono, ma i giocatori sono quelli, non credo che verranno stravolte Galles e Inghilterra. Noi dobbiamo essere focalizzati sul nostro percorso di crescita, abbiamo alzato l’asticella del nostro standard e quello che ci serve è ripeterci, restando focalizzati su come stiamo lavorando”.

Guardando più in là, come detto, questo è l’anno della RWC in Francia. L’Italia è nella pool A con Nuova Zelanda, Francia, Uruguay e Namibia. Qual è l’obiettivo realistico cui potete puntare voi azzurri?
“Secondo me farà tanto il Sei Nazioni. Ovviamente è un girone complicato, con due squadre che puntano a vincere la Coppa del mondo, ma credo che abbiamo davanti un Sei Nazioni che è fondamentale anche per i Mondiali. Se facciamo un Sei Nazioni da protagonisti, vincendo partite, ci porrebbe con aspettative differenti verso la RWC, ma comunque mancano 8 partite ai Mondiali. Se guardiamo dove eravamo circa otto partite fa, con una serie di sconfitte alle spalle, e dove siamo oggi si vede che il margine di crescita è ancora ampio da qui a settembre”.

Chiudiamo parlando di Luca Bigi. Stesse domande di cui sopra, ma pensando a te, in campo ma anche fuori. Che 2022 è stato per Luca Bigi e che obiettivi personali hai per l’anno che arriva?
“È stato un 2022 diciamo con alti e bassi. Ho iniziato con l’infortunio che mi ha tenuto fuori fino a febbraio. Poi ho finito la stagione con l’entusiasmo della vittoria del Galles e con una bella crescita nelle Zebre. Questa estate più che sul rugby la concentrazione è stata sulla famiglia, con la nascita del mio secondo figlio, per poi fare una bella pre-stagione con il club e contribuire anche all’asset del club con il ruolo di giocatore esperto. Erano anni che non facevo una pre-stagione così bene e questo mi ha dato la possibilità di iniziare bene con le Zebre, mi hanno dato anche maggiori responsabilità fuori dal campo per contribuire, come anche in nazionale. Pur non giocando sempre mi sono sentito parte del gruppo, ho lavorato per preparare le partite con i ragazzi e ho accettato questo ruolo con piacere. La competizione si è alzata sia a Parma sia in nazionale e questo è motivo di spinta e di stimolo per fare sempre meglio, ma anche quando non sono selezionato per me è importante stare vicino ai miei compagni. Per il 2023 spero di continuare a contribuire e prendere le occasioni che mi verranno date, sia con le Zebre sia con l’Italia. La famiglia è serena, i bimbi stanno bene e quindi io sono sereno per fare una seconda parte di stagione al meglio. Poi quello che verrà lo prenderò con spirito positivo”.

Foto: Zebre Parma/Alessio Ghiorzi

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