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Ciclismo femminile, il 2022 l’anno dell’esplosione dell’Italia. Ma è mancata la ciliegina dei Mondiali

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Il 2021 aveva visto il Tricolore sul gradino più alto ai Mondiali di Leuven e sul podio anche alle Olimpiadi di Tokyo, il 2022 non è stato da meno: il ciclismo italiano su strada al femminile è esploso definitivamente, nonostante sia mancata la ciliegina sulla torta in quel di Wollongong.

Partiamo proprio dalla manifestazione iridata: prova battagliera delle azzurre di Sangalli, nuovo ct della Nazionale. In una gara molto confusa l’ha spuntata il fenomeno Annemiek van Vleuten, dunque con pochissimi rimpianti. In ogni caso Silvia Persico ha portato a casa una meravigliosa medaglia di bronzo: proprio la bergamasca sembra pronta al definitivo salto di qualità, dopo le prove eccellenti anche al Giro, al Tour e alla Vuelta.

La certezza tricolore, a 31 anni, si chiama Elisa Longo Borghini. Sono sei le vittorie stagionali per l’atleta della Trek-Segafredo che ha aggiunto in un palmares già eccezionale anche il trionfo nella Parigi-Roubaix. In ogni caso la piemontese è stata protagonista praticamente lungo i dieci mesi della stagione sempre e comunque: corre da veterana, ma ha la gamba al livello delle migliori al mondo sia per le corse a tappe che per le classiche.

Elisa Balsamo non ha potuto ripetere il capolavoro iridato dell’anno precedente, ma ha timbrato il cartellino in più occasioni (nove successi): per la nuova campionessa tricolore spiccano i trionfi al Trofeo Alfredo Binda e in Belgio tra De Panne e Gent-Wevelgem. È tra le regine dello sprint in gruppo, sarà una battaglia continua con la rivale Lorena Wiebes (che l’ha battuta a Monaco negli Europei).

In chiave volate il Bel Paese può sognare in grande: oltre a Balsamo infatti occhio anche a Chiara Consonni e Rachele Barbieri. La prima ha vinto cinque corse ed ora è attesa al passaggio in una squadra World Tour, dove può addirittura migliorare il suo bottino, la seconda, protagonista in estate in Germania anche su pista, ha trovato le prime due vittorie della carriera ed è giunta terza agli Europei.

Continuando il nostro percorso nell’annata da sogno delle donne parliamo di Marta Cavalli. Sembra essere lei il futuro dell’Italia in salita: l’atleta della FDJ – SUEZ – Futuroscope ha conquistato due successi mostruosi tra Amstel Gold Race e Freccia Vallone, trovando il podio anche al Giro Donne. Un vero peccato quella caduta brutale al Tour, ma è già tornata in gara ed è pronta a raggiungere la condizione migliore.

Salite, volate, ma anche cronometro: il Bel Paese ha vinto su tutti i campi. Nella prova contro il tempo under 23 Vittoria Guazzini ha conquistato una meravigliosa medaglia d’oro ai Mondiali, che è valsa anche il quarto tempo tra le élite. La toscana è una classe 2000, in una specialità simile ha tutte le carte in regola per crescere ancora e sbaragliare la concorrenza nei prossimi anni.

Foto: Lapresse

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