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Nuoto, i segreti dell’Italia più forte di sempre: programmazione e investimento sui tecnici, ma preoccupa la chiusura delle piscine

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E’ stato l’anno del nuoto azzurro senza se e senza ma quello che è prossimo alla chiusura. La squadra guidata dal Direttore Tecnico, Cesare Butini, in una stagione molto particolare e densa di impegni ha fatto incetta di medaglie, concludendo in terza posizione nei medaglieri delle rassegne iridate (vasca lunga e corta) previste a Budapest (Ungheria) e a Melbourne (Australia) e dominando letteralmente l’edizione degli Europei di Roma.

Parliamo della miglior squadra di sempre che il Bel Paese abbia avuto in piscina. Se è vero che nel 2000 a Sydney le medaglie olimpiche di Domenico Fioravanti e di Max Rosolino avevano scosso tutti e le imprese di Federica Pellegrini negli anni successivi acceso ancor di più i riflettori su questa pratica, in questo caso parliamo di un folto gruppo di atleti che aspira al meglio possibile senza paura.

Il clic, probabilmente, c’è stato dopo le Olimpiadi Rio 2016 quando nuovamente nei Giochi brasiliani il numero di controprestazioni era stato ben superiore a quello dei riscontri positivi. L’83% degli atleti nostrani in vasca, infatti, aveva peggiorato il tempo di iscrizione. E i motivi? Butini fu molto diretto e onesto: “Credo che siamo arrivati qui con atleti che si sentono di serie B e mi dispiace, perché non abbiamo nulla da invidiare rispetto agli altri, né come atleti né come formazione. Abbiamo una Federazione che ci supporta, abbiamo delle società che si impegnano molto e con la Federazione condividono progetti importanti. Dal punto di vista della preparazione tutti hanno dato il massimo, non dobbiamo crocifiggerci, ma dobbiamo capire bene cosa non funziona dal punto di vista dell’approccio. A differenza di Europei e Mondiali, qui bisogna entrare ragionando che la prima gara è quella della vita. Gli americani approcciano tutto l’anno in maniera diversa, fanno il Mondiale l’anno prima in modo più tranquillo in vista dell’Olimpiade. I nostri atleti sembrano sentirsi invece un po’ inadeguati e invece è tutto il contrario. Bisogna cominciare a imparare che la gara è una cosa fondamentale, che va gestita in modo corretto, con le giuste pressioni, senza avere timori riverenziali“, le parole di Butini (fonte: Gazzetta dello Sport).

Ecco che da quel momento qualcosa è cambiato. Ma quali sono stati i segreti di questo mutamento di spartito? Ve li indichiamo schematicamente:

I SEGRETI DELL’ITALNUOTO

– I nuotatori hanno preso parte con crescente continuità agli eventi extra Europei e Mondiali per abituarsi a competere contro i migliori e a non sentirsi “inadeguati” nel momento più importante.

– L’investimento è stato fatto anche per rendere i tecnici sempre più preparati rispetto alle evoluzione del nuoto, che va molto velocemente.

– Un percorso in parallelo con una miglior interazione tra i vari centri federali che si sono allargati a un contesto sempre più nazionale.

LA CRESCITA DELL’ITALNUOTO

VASCA LUNGA 

MONDIALI BUDAPEST 2017

3 ori e 3 bronzi (tre ori erano stati vinti solo a Roma 2009 e sei podi in altre tre circostanze, ma mai con tre affermazioni)

EUROPEI GLASGOW 2018

6 ori, 5 argenti e 11 bronzi (migliorato il record di Debrecen 2012 nel numero di podi, ovvero 22 rispetto ai 18 della rassegna ungherese)

MONDIALI GWANGJU 2019

3 ori, 2 argenti e 3 bronzi (primato nei podi migliorato)

EUROPEI BUDAPEST 2021

5 ori, 9 argenti, 13 bronzi (migliorato il record di podi di Glasgow 2018)

MONDIALI BUDAPEST 2022

5 ori, 2 argenti, 2 bronzi (migliorato il primato sia di ori che di medaglie)

EUROPEI ROMA 2022

13 ori, 13 argenti e 9 bronzi (migliorato il primato sia di ori che di medaglie)

VASCA CORTA

MONDIALI WINDSOR 2016

1 oro, 4 argenti, 2 bronzi (seconda miglior prestazione di sempre per medaglie ottenute)

EUROPEI COPENAGHEN 2017

5 ori, 7 argenti 5 bronzi (record assoluto di medaglie, migliorando il primato di Eindhoven 2010)

MONDIALI HANGZHOU 2018

0 ori, 3 argenti, 4 bronzi (seconda miglior prestazione di sempre per medaglie ottenute)

EUROPEI GLASGOW 2019

6 ori, 7 argenti, 7 bronzi (record assoluto di medaglie, migliorando il primato di Copenaghen 2017)

EUROPEI KAZAN 2021

7 ori, 18 argenti, 10 bronzi (record assoluto di medaglie, migliorando il primato di Glasgow 2019)

MONDIALI ABU DHABI 2021

5 ori, 5 argenti, 6 bronzi (record assoluto di medaglie, migliorando il primato di Shanghai 2006)

MONDIALI MELBOUNE 2022

5 ori, 6 argenti, 5 bronzi (record di Abu Dhabi eguagliato)

A questi numeri vanno aggiunti i sette podi delle Olimpiadi di Tokyo (2 argenti, 5 bronzi), considerando anche le acque libere. Certo niente oro, ma nello stesso tempo si era andati a medaglie in specialità lontanissime dalle nostre tradizioni con atleti di prospettiva. In tutto questo, la punta di diamante della spedizione, Gregorio Paltrinieri, non era giunto al meglio delle sue condizioni a causa di una mononucleosi che aveva fatto dubitare della sua stessa partecipazione. Incredibilmente, Greg conquistava un argento negli 800 sl, a un nulla dall’oro di Bobby Finke, e si tingeva di bronzo nella 10 km.

IL PERICOLO DELLA CRISI ENERGETICA

C’è però una criticità e riguarda la questione “crisi energetica”, per quanto dichiarato da Butini alla vigilia della rassegna iridata di Melbourne: “Paltrinieri, Ceccon, Martinenghi, Pilato e gli altri campioni azzurri non esisterebbero senza il lavoro delle società e delle associazioni sportive sul territorio: dalla ricerca di giovani promesse alla loro formazione fino all’allenamento di alto livello. Anche loro sono stati bambini accompagnati in piscina da famigliari per imparare a nuotare; solo poi sono diventati campioni. Se le famiglie avessero trovato le piscine chiuse e avessero dirottato l’interesse verso altri sport non esisterebbero tutte le loro medaglie e i successi che condividiamo con orgoglio. Questo è il vero problema: la grave sofferenza economica che si riflette sulle attività dei gestori di impianti a causa dei rincari energetici con costi quadruplicati. Peraltro questi ulteriori aumenti seguono le misure di contenimento della pandemia, che avevano già causato fortissimi disagi. Molte piscine stanno chiudendo temporaneamente per superare l’inverno, se non a data da destinarsi. Gli aiuti dello Stato e degli enti locali non sono sufficienti. Gli atleti di vertice sono tutelati dalla federazione e dalle società che con immani sforzi riescono ancora ad autofinanziarsi, ma sono sempre meno e i mesi più freddi dell’anno sono ormai arrivati. Ci sono giovani atleti costretti ad allenarsi con acqua non riscaldata abbastanza o a trasferirsi in altri impianti o addirittura a stare a casa. Stiamo perdendo generazioni future, stiamo rischiando di interrompere la virtuosa ciclicità che garantisce all’Italia del nuoto di restare leader del movimento internazionale, ma soprattutto stiamo rischiando di avere in un Paese peninsulare con 8.000 chilometri di coste meno persone che sanno nuotare e che svolgono attività fisica, insomma meno benessere. Il presente è a rischio. Il futuro è molto incerto“.

Come annunciato nei giorni precedenti, il Consiglio di Amministrazione di Sport e Salute ha approvato la ripartizione dei contributi pubblici ordinari agli organismi sportivi. In totale verranno distribuiti 295 milioni e 238 mila euro allo sport italiano con una crescita, rispetto allo scorso anno, di 15 milioni, il 2,5% in più. Alla Federnuoto andranno 13.409.103 euro, di cui 5.530.078 per la preparazione olimpica ed alto livello e 7.879.025 per la promozione e l’attività. E’ stato anche rivelato che il CdA abbia anticipato dal proprio bilancio ulteriori 10 milioni di euro a favore degli organismi sportivi per far fronte al caro energia nel caso dei centri tecnici. Risorse sufficienti? Lo scopriremo…

Foto: LaPresse

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