Sci Alpino
Sci alpino, i precedenti dell’Italia femminile a Zagabria: due podi con Nicole Gius e Manuela Moelgg
Come tradizione sarà Zagabria a vedere il ritorno in pista della Coppa del Mondo di sci alpino femminile. L’edizione 2022-2023 non si discosterà da questo trend, con la pista croata che sarà sede di due slalom (nelle giornata del 4-5 gennaio) confidando che le condizioni della neve possano garantire una maggiore regolarità dopo le difficoltà delle ultime annate.
Sulla pista denominata Crveni Spust l’Italia non ha mai collezionato particolari successi, anzi. In poco meno di 20 anni di storia questa prova ha regalato appena due podi alle nostre portacolori. Andiamo, quindi, a ripercorrere con la memoria l’andamento delle azzurre nello slalom che si svolge sopra la capitale croata.
L’esordio di Zagabria nella Coppa del Mondo avviene il 20 gennaio 2005 con il successo della finlandese Tanja Poutiainen, davanti alla statunitense Kristina Koznick ed all’austriaca Marlies Schild. Per vedere un primo risultato di rilievo in casa Italia bisogna attendere il quarto posto di Chiara Costazza del 4 gennaio 2007 nello slalom vinto da Marlies Schild. Il primo podio, invece, arriva il 4 gennaio 2009 con Nicole Gius, seconda alle spalle della tedesca Maria Riesch, mentre conclude al terzo posto la ceca Sarka Zahrobska.
Di nuovo una azzurra a podio il 4 gennaio 2011 con Manuela Moelgg terza nella gara vinta dalla solita Marlies Schild con il secondo posto di Maria Riesch, con l’altoatesina che centrerà anche un quarto posto nell’edizione successiva. Da quel momento in avanti il bottino si è fatto davvero magrissimo per i colori italiani, con nessun piazzamento nelle prime sei posizioni. Si segnalano un ottavo posto di Chiara Costazza il 4 gennaio 2015 (gradino più alto del podio per Mikaela Shiffrin), un altro il 3 gennaio 2017 (successo per Mikaela Shiffrin) e un nono il 5 gennaio 2019 (vittoria ancora della nativa di Vail). Un anno fa, il 4 gennaio 2022, successo per Petra Vlhova davanti a Mikaela Shiffrin e Katharina Liensberger.
Foto: LaPresse