Sci Alpino
Sci alpino: il presente è Austria, e il futuro?
Lo sci alpino è lo sport nazionale in Austria, da sempre la vera nazione regina di questa disciplina: il sistema sciistico di questo paese funziona alla perfezione, dall’attività di base a quella agonistica anche grazie a ingenti investimenti economici, e pochi eventi sono così attesi nel paese come le gare di Coppa del Mondo.
Per questa ragione, realizzare la doppietta Coppa maschile-Coppa femminile equivale, per tracciare un paragone molto banale, a vincere un Mondiale di calcio in Italia: ovvero, un successo sportivo seguito dalla grandissima maggioranza della popolazione, con l’opportuna, forse persino esasperata copertura mediatica. Marcel Hirscher e Anna Fenninger, entrambi della regione di Salisburgo, sono due fuoriclasse e hanno compiuto un’impresa che li renderà ancora più celebri tra la loro gente: per Marcel, si tratta della terza sfera di cristallo consecutiva, ottenuta con un rendimento vicino alla perfezione in slalom e gigante; Anna, invece, restituisce all’Austria il trofeo femminile che mancava da ben sette anni, da quel periodo storico in cui tra i ragazzi si stava esaurendo il ciclo del Wunderteam (Maier, Eberharter, i due Strobl, Walchhofer…) e le ragazze, con l’acuto di Nicole Hosp, diedero continuità al dorato periodo di Renate Goetschl, Alexandra Meissnitzer e Michaela Dorfmeister.
La Österreichische Skiverband, ovvero la locale federazione, può contare su un florido vivaio in entrambi i generi in particolare nel settore velocità, perché ad esempio, nelle prove tecniche maschili, al netto di Manuel Feller non ci sono altri nomi emergenti che potrebbero affiancarsi all’ancora giovane Hirscher (classe 1989) e sostituire i vari Matt, Raich, Herbst, Pranger. C’è però una nazione che sembra destinata ad avere un futuro ancora più brillante di quello austriaco: la Svizzera, ovvero l’unico altro paese in cui, di fatto, lo sci alpino è sport nazionale. Lara Gut, certo, ma non solo: la ticinese si andrà a giocare le prossime Coppe del Mondo con Weirather, Shiffrin e la stessa Fenninger, eppure dietro di lei c’è la giovanissima Michelle Gisin, sorella d’arte fresca di trionfo in Coppa Europa, o Corinne Suter, solo omonima di Fabienne e velocista dalle grandi potenzialità. Nel maschile, poi, Luca Aerni e Daniel Yule sono due slalomisti potenzialmente da primissimi posti, ma anche in questo caso la Coppa Europa è stata appannaggio di un rossocrociato, ovvero di Thomas Tumler, gigantista e velocista di qualità; senza dimenticarsi di Nils Mani, uno che ha fatto incetta di titoli iridati juniores.
Austria e Svizzera sembrano dunque gli unici movimenti che potranno contare, nell’immediato, su un’ampia quantità di ricambi…di qualità, anche perché si tratta delle uniche realtà, come si è detto, dove lo sci alpino è davvero considerato uno sport di primissimo ordine. Gli altri paesi, con la lodevole eccezione della Norvegia, possono e potranno magari contare su singoli campioni e/o su una schiera di atleti di alto livello, senza però avere un standard medio così elevato come i nostri due vicini di casa: tra questi c’è ovviamente anche l’Italia, che analizzeremo domani.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com