Editoriali
Sport invernali, finalmente giovani e volti nuovi! Prende forma l’Italia verso Milano-Cortina 2026
Circa 40 giorni fa avevamo lanciato l’allarme: dove sono i giovani italiani che dovranno essere protagonisti alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026? I risultati più importanti maturavano quasi esclusivamente grazie ad atleti vicini od oltre le trenta primavere. In cinque settimane il vento è cambiato. Diverse promesse hanno già dimostrato di poter diventare realtà in tempi brevi, altre lo sono già. Sono sbocciati anche atleti poco attesi e, in alcuni casi, addirittura semi-sconosciuti, anche in virtù della verdissima età. Andiamo dunque a scoprire, disciplina per disciplina, come procede il ricambio generazionale in vista dei Giochi casalinghi.
COMBINATA NORDICA
È uno dei settori che fa più fatica. La combinata nordica femminile non farà parte del programma olimpico nel 2026, dunque non possiamo considerare Annika Sieff. In campo maschile il classe 1999 Aaron Kostner si sta affacciando con costanza in zona punti, mentre il 2003 Iacopo Bortolas appare ancora piuttosto acerbo. Insomma, il livello dell’Italia non è tanto diverso rispetto al passato recente. Pensare ad un azzurro da medaglia a Milano-Cortina, oggi, appare un’utopia.
SALTO CON GLI SCI
Anche in questo caso ben difficilmente potremo giocarci una medaglia alle Olimpiadi. Eppure rispetto alle ultime stagioni si sta lavorando bene, si intravede un deciso trend di crescita. Lo testimonia il 27° posto in classifica generale di Davide Bresadola, ma anche i passi avanti del figlio d’arte Francesco Cecon e di un Alex Insam che a 25 anni sta con tenacia provando a ritrovare la strada smarrita. In campo femminile il movimento si fonda sulle sorelle Lara e Jessica Malsiner, atlete stabilmente da top30, ma in grado di tanto in tanto anche di piazzare un exploit da top15.
SCI DI FONDO
Sino a fine novembre lo sci di fondo italiano sembrava destinato a scomparire al termine della carriera di Federico Pellegrino. Poi è sbocciato all’improvviso Simone Mocellini, 2° a Beitostolen e 3° in Val di Fiemme, sempre nella sprint a tecnica classica. Parliamo di un ragazzo dal fisico imponente e dalle spalle possenti, perfetto per il passo alternato e la scivolata-spinta. Tuttavia ha già compiuto sensibili miglioramenti anche a skating, sebbene in questo caso il margine dai migliori sia ancora ampio. La sprint olimpica nel 2026 sarà proprio in tecnica classica, ma di questo passo è lecito attendersi che Mocellini possa andare a comporre insieme a Federico Pellegrino una coppia di altissimo livello per la sprint a coppie a tecnica libera.
L’auspicio è che l’esplosione di Mocellini possa spronare anche Davide Graz ed Elia Barp, altri due giovani di belle speranze che dovranno in tempi brevi fuoriuscire dal limbo delle promesse: al Tour de Ski qualche piccolo sprazzo lo hanno mostrato.
Per il momento non arriva invece alcun segnale positivo dal settore femminile: ad oggi non c’è alcuna ragazza potenzialmente da medaglia nel 2026.
SCI ALPINO
Servirà pazienza, ma i giovani ci sono e stanno arrivando, soprattutto nelle discipline tecniche. Filippo Della Vite ha talento e progredisce gara dopo gara in gigante: un processo di crescita che potrebbe portarlo nel medio periodo a lottare per il podio. Sebbene sia ormai sulla scena da diverse stagioni, Alex Vinatzer è pur sempre un classe 1999: deve solo maturare e trovare una propria dimensione dal punto di vista tecnico e dei materiali, tuttavia è innegabile che possieda le qualità per andare molto veloce in slalom. Giovanni Franzoni pare che si stia orientando maggiormente verso le discipline veloci: oggi è molto più competitivo in superG rispetto al gigante. Dopo l’exploit isolato della Val d’Isere, non si è più ripetuto Tobias Kastlunger, tuttavia si tratta di un altro ragazzo da aspettare con calma sia per lo slalom sia per il gigante. Passando a discesa e superG, non abbiamo giovanissimi in rampa di lancio. Florian Schieder (classe 1995) ne ha passate di tutti i colori in termini di infortuni: ora sembra in grado di potersi installare stabilmente a ridosso della top10, ma riuscirà a spiccare definitivamente il volo? Deve dimostrarlo. In Coppa Europa si sta facendo notare Nicolò Molteni (1998), ancora piuttosto timido tuttavia nel contesto della Coppa del Mondo.
Se spostiamo l’attenzione sulle donne, ad oggi le punte del movimento sono quattro e da queste non si scappa: Sofia Goggia, Marta Bassino, Elena Curtoni e Federica Brignone. Di queste la sola Bassino ha meno di 30 anni (26). E i ricambi? Qualcosa si muove in gigante con Elisa Platino ed Asja Zenere, nella velocità si attende con pazienza Laura Pirovano, reduce da un grave infortunio, tuttavia se ci aspettiamo una nuova Goggia, allora è bene non farsi illusioni. In slalom, nonostante gli sforzi profusi, le azzurre continuano ad arrancare.
FREESTYLE
Finora è mancato il podio, tuttavia c’è fermento nello skicross. Simone Deromedis (classe 2000) ha il tempo e le qualità per diventare una delle punte dell’Italia alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ma anche Dominik Zuech e Jole Galli stanno progredendo. Si fa tanta più fatica nelle specialità acrobatiche: sinora Leonardo Donaggio (2003) non ha confermato l’exploit dei Giochi di Pechino 2022, quando giunse quinto a sorpresa nel big air. Si tratta comunque di sport dove qualche giovane potrebbe esplodere da un momento all’altro, sebbene l’Italia sia completamente (e colpevolmente) assente in specialità come aerials, half-pipe e moguls. Il freestyle è lo sport che assegna più medaglie in assoluto alle Olimpiadi insieme allo snowboard, ma pochi sembrano averlo capito.
SNOWBOARD
Ian Matteoli, 17 anni, al primo big air disputato in Coppa del Mondo è subito salito sul podio! Un talento cristallino, vedremo se saprà confermarsi e, soprattutto, se si rivelerà competitivo anche nello slopestyle. Non si intravedono invece nomi nuovi da medaglia nel parallelo e nello snowboardcross.
SLITTINO
L’Italia si è fatta trovare pronta dopo l’introduzione del doppio femminile tra le gare olimpiche. Andrea Voetter e Marion Oberhofer hanno già vinto due gare e sono al comando della classifica di Coppa del Mondo: è vero che tanto potrà cambiare nelle gerarchie di una specialità agli albori, tuttavia ritrovarsi in vantaggio rispetto alla concorrenza non fa male. Ci si aspettava qualcosa in più da Leon Felderer nel singolo maschile, mentre i tanto attesi Nagler/Malleier sinora non sono mai riusciti a spiccare il volo in doppio. Ad ogni modo, il quasi 30enne Dominik Fischnaller sarà l’uomo su cui puntare per i Giochi casalinghi. Viene però da chiedersi: dove si disputeranno le gare di slittino? Il comune di Cortina continua a ribadire che la pista si farà, nel frattempo il tempo passa ed i lavori non sono cominciati. E intanto a Igls si sta ragionando sulla possibilità di apportare delle migliorie al budello proprio in vista del 2026: far disputare le gare di bob, skeleton e slittino in Austria sarebbe una sconfitta per l’Italia, nonché una pessima figura agli occhi del CIO e del mondo. Il Coni ed il Governo devono intervenire per evitarlo: non c’è più tempo da perdere.
BOB E SKELETON
La stagione di fatto è appena cominciata, perché l’Italia aveva disertato le tappe di Coppa del Mondo in Nord America. È presto dunque per esprimere giudizi.
BIATHLON
Se il presente del biathlon nostrano è donna, in futuro i risultati migliori potrebbero maturare dal settore maschile. Tommaso Giacomel progredisce a vista d’occhio di gara in gara, in poche settimane ha compiuto passi da gigante: se aggiusterà le percentuali di tiro al poligono, lo vedremo spesso sul podio. Segnali di vitalità anche per Didier Bionaz, altro classe 2000 come Giacomel. In campo femminile c’è tanto fumo per ora sulla brace, ma poca carne. Qualche segnale sta arrivando sia in Coppa del Mondo sia in IBU Cup, tuttavia al momento non c’è una atleta che possa valere Dorothea Wierer o Lisa Vittozzi. Per intenderci, oggi tra le ragazze non c’è un Giacomel.
SCI ALPINISMO
Lo sappiamo, l’Italia è stata sbeffeggiata dal CIO. È vero che è stato introdotto lo sci alpinismo alle Olimpiadi, ma solo per quanto riguarda le gare più atipiche: le sprint (singole ed a coppie miste). Niente da fare invece per l’individuale e la vertical, ovvero le due discipline storiche di questo sport, dove peraltro il Bel Paese è molto più competitivo. Tuttavia la crescita esponenziale di Giulia Murada, ma anche del non più giovanissimo Nicolò Ernesto Canclini, fanno ben sperare anche in ottica medaglie.
SHORT TRACK
Pietro Sighel, classe 1999, era già sbocciato nel biennio precedente ed ha vinto due medaglie con le staffette a Pechino 2022: se riuscirà a diventare più scaltro dal punto di vista tattico, potrebbe diventare uno dei personaggi copertina dei prossimi Giochi. Si stanno ben disimpegnando anche Luca Spechenhauser (2000) e Thomas Nadalini (2002): qui proprio problemi di ricambi non ce ne sono. In campo femminile manca forse una nuova Arianna Fontana (che a Milano-Cortina 2026 non mancherà, seppur ormai 35enne), tuttavia c’è un buon gruppo di giovani che si stanno spronando a vicenda e potrebbero ulteriormente progredire.
SPEED SKATING
Laura Peveri (classe 2001) è già tra le più competitive al mondo nella mass start: il podio potrebbe arrivare presto. In prospettiva la lombarda ha già mostrato di avere le qualità anche per le distanze tradizionali, ma occorrerà avere pazienza: non è escluso che le ‘sue’ Olimpiadi possano essere quelle del 2030, perché in questo sport l’esperienza riveste un ruolo fondamentale. Un’altra giovanissima da seguire è Serena Pergher (2004): nella velocità sta mostrando qualità importanti. Le novità in campo maschile arrivano da atleti ormai maturi: David Bosa, a 30 anni, è stato capace di salire addirittura sul podio in Coppa del Mondo nei 1000 metri; Davide Ghiotto fa parte ormai in pianta stabile dell’elite planetaria nei 5000 e 10000 metri, mentre Andrea Giovannini resta una certezza per la mass start. Di giovanissimi, però, non se ne vedono.
CURLING
Qui il discorso è diverso. Si è reduci da un oro alle Olimpiadi di Pechino 2022: la coppia composta da Amos Mosaner (27 anni) e Stefania Constantini (23) verrà confermata. In campo maschile si sta proseguendo con il gruppo storico guidato dallo skip Joel Retornaz (l’unico italiano, assieme ad Alessandro Pittin nella combinata nordica, che potrebbe prendere parte nella sua vita sia alle Olimpiadi di Torino 2006 che a quelle di Milano-Cortina 2026), mentre la squadra femminile, guidata proprio dall’olimpionica Constantini, è reduce da una storica semifinale agli Europei.
PATTINAGGIO ARTISTICO
Daniel Grassl, nato nel 2002, è l’azzurro più indicato per provare a salire sul podio ai Giochi nel 2026. Vedremo come proseguirà la vorticosa ascesa di Nikolaj Memola (2003), pattinatore atipico che sfiora i 2 metri. Nelle coppie d’artistico sono esplosi di prepotenza Sara Conti e Niccolò Macii: chissà che non possano giocarsi un risultato di prestigio nei Giochi casalinghi.
Foto: Lapresse