Ciclismo
Milano-Sanremo: il colpo a sorpresa di Gabriele Colombo (con video)
No, non è detto che la Milano-Sanremo, come ogni grande corsa ciclistica, debba per forza essere vinta da fuoriclasse dal palmarés immenso. Il bello del ciclismo è l’effetto sorpresa, possibile sempre e comunque: anche su un percorso, come quello della Classicissima attuale (di fatto identico a quello storico), che sembra lasciare poco spazio alla fantasia e ad un esito diverso dall’arrivo allo sprint.
Se poi la fantasia si mischia con una giornata di “gloria”, di forma eccellente, beh, allora il gioco è fatto. Chiedete a Gabriele Colombo, passista veloce varesino, che in carriera di corse ne ha vinte dieci: quasi tutte, tappe di gare prestigiose, come la Tirreno-Adriatico o il Giro dei Paesi Baschi. Ma il motivo per cui viene ricordato è la Sanremo: la Sanremo 1996, vinta beffando tutti e tutto, con un numero che possiamo rivivere nel video postato più sotto. L’allora ventiquattrenne, maglia Gewiss-Ballan, si presentava a quella corsa fresco del successo al Giro di Calabria, a testimonianza della buona condizione; la Gewiss, ai tempi, era una corazzata dalle molteplici punte, come Stefano Zanini per le volate o l’irregolare Evgenij Berzin per le salite. Colombo era invece uno da “sparata”: un attaccante nato, volendo un finisseur.
La sua squadra lavora, perché di punte, come si è visto, ne ha parecchie; Gabriele si fa lanciare proprio da Berzin e dal conterraneo Francesco Frattini per uno scatto secco sulla Cipressa. Alla suo ruota, resiste unicamente l’ucraino Olexsandr Honchenkov; in discesa, però, Max Sciandri e Michele Coppolillo si riportano sul duo al comando, formando così un quartetto di atleti forti, decisi, grintosi; non di campioni assoluti, appunto, ma di corridori che hanno sempre saputo cogliere le opportunità messe davanti dal destino. I quattro girano bene, dietro la Gewiss, ovviamente, non tira lasciando l’incombenza dell’inseguimento alla Saeco di Cipollini e alla MG di Baldato; non c’è nulla da fare, sono questi ragazzi a giocarsi la Classicissima. Colombo, pur non essendo completamente fermo allo sprint, non vuole però rischiare; altro scatto secco, altra “fucilata” ai mille metri e via verso la gloria. Si volta un paio di volte, senza mai smettere di pedalare; negli ultimi centro metri, resosi conto dell’impresa, guarda indietro in altre circostanze, perché non ci crede, perché vuole assicurarsi di essere lui, sì, quello che sta entrando nella storia del ciclismo. Quella Sanremo è sua, all’ucraino il posto d’onore su Coppolillo e Sciandri, mentre il gruppo, regolato in volata dall’altro varesino Zanini, è a 32”. Ecco, la storia di Gabriele Colombo testimonia una volta di più l’imprevedibilità di ogni corsa ciclistica, delle classiche in particolare: anche di quelle che sembrano avere un copione già scritto.
foto Pisoni tratta da pedaletricolore.it
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com