Biathlon
Biathlon, Tommaso Giacomel d’assalto ai Mondiali di Oberhof. La fortuna di non avere nulla da perdere e tutto da guadagnare
Tommaso Giacomel ha, tanto improvvisamente quanto provvidenzialmente, assunto i connotati di numero uno del movimento azzurro, raccogliendo al volo il testimone scivolato dalle mani di Lukas Hofer, fermato da perduranti problemi fisici che ne hanno ormai pressoché compromesso la stagione. Dunque, se c’è una possibilità di medaglia in ambito maschile, quella passa proprio dal nuovo leader della squadra tricolore.
Sia chiaro, non si chiede certo al ventiduenne trentino di issarsi sul podio. La concorrenza sarà spietata e avrà il coltello tra i denti. D’altronde i norvegesi imperversano in lungo e in largo, come testimoniato dal fatto di aver assommato un totale di 30 podi su 42 possibili. I francesi, che avrebbero dovuto fare partita pari con gli scandinavi, ne stanno invece venendo travolti. Proprio per questo avranno un animo rinfocolato da un forte sentimento revanscista, consci che un successo iridato cambierebbe completamente il bilancio del loro inverno.
I tedeschi padroni di casa, c’è da scommetterci, si presenteranno tirati a lucido. Inoltre non vanno dimenticati un paio di svedesi d’assalto e di elvetici emergenti, oltre alle proverbiali “vecchie volpi”, pronte a entrare nel pollaio al momento propizio per azzannare qualche corpulenta gallina. Insomma, non sarà semplice destreggiarsi all’interno di questo eterogeneo e determinatissimo nugolo di avversari.
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Cionondimeno Giacomel è pronto a giocarsi le proprie carte. I risultati parlano chiaro. Due quinti, due sesti e un settimo posto rappresentano un terreno fertile sul quale coltivare la speranza di un exploit da podio quando saranno in palio le medaglie, soprattutto considerando come, per lui, la gara senza errori non sia ancora arrivata. “Speranza” significa, appunto, crederci. Senza però pretendere, perché comunque vada il Mondiale, la stagione del trentino sta rispettando le più rosee aspettative della vigilia.
Insomma, parafrasando la strofa di una recente canzone dei Catarrhal noise, per Tommaso vale il concetto “Tre anni in Copa, i pie’ in testa da nesuni”. Perché gli sono bastati tre anni scarsi per diventare una realtà nel circuito maggiore, quello dove spadroneggiano i vari Johannes Bø, Sturla Holm Lægreid, Vetle Sjåstad Christiansen, Quentin Fillon Maillet e compagnia cantante.
Il trentino è lì, in agguato. Oberhof 2023 rappresenta il primo grande appuntamento della sua carriera al quale si presenta con delle ambizioni. Sicuramente di entrare nella top-ten. Se dovesse arrivare qualcosa in più sarebbe un bonus da favola. Se, viceversa, non dovesse concretizzarsi alcunchè, allora amen. Perché per Giacomel, di grandi appuntamenti con ambizioni, ce ne saranno parecchi altri in futuro.
Foto: Federico Angiolini