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Salto con gli sci, 25 anni fa moriva Falco. Il cantante raggiunse la fama anche ‘grazie’ al nome di un atleta della DDR

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Falco

Quella odierna è una data particolare per il mondo della musica. Ricorre, infatti, il 25° anniversario dell’improvvisa morte di Johann Hölzel, conosciuto dal grande pubblico con il nome d’arte di Falco. Dopo aver “sfondato” nel 1981 con il singolo “Der Kommissar”, nel 1985 divenne il primo (e tutt’ora unico) artista di lingua tedesca in grado di issarsi al #1 della hit parade americana. Merito della notissima “Rock me Amadeus”, il maggiore dei suoi tanti successi.

C’è chi si sentirà spaesato. D’accordo, sarà anche la settimana del Festival di Sanremo, ma perché parlare del compianto cantante austriaco? Vale la pena di farlo perché in pochi sono a conoscenza di un fatto curioso. Se il vulcanico artista è passato alla storia come “Falco”, lo si deve a un atleta degli sport invernali.

È il giorno di Capodanno 1978. Il ventenne Johann Hölzel è ancora ben lontano dal raggiungere la fama. Fa una vita da zingaro, lavorando come bassista nei locali tra Berlino Ovest e la nativa Vienna. Alloggiato in un albergo, si svaga come usa fare la maggior parte delle persone nei Paesi dell’Europa centrale il primo dell’anno, seguendo in TV prima il concerto di Vienna e poi il Neujahrsspringen, ovvero la gara di salto con gli sci da Garmisch-Partenkirchen, parte integrante della sentitissima Tournée dei quattro trampolini.

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Ebbene, proprio quella competizione disputata agli albori del 1978 segna il corso degli eventi. Vince un tedesco dell’Est, Jochen Danneberg. Però è Falko Weißpflog, il suo connazionale che chiude al posto, a folgorare il giovane musicista austriaco. Non certo per caso. Weißpflog (da non confondere con Jens Weißflog) è uno dei saltatori più temerari dell’epoca, come testimoniato dal fatto di aver detenuto finanche il record del mondo. Il coraggio (e soprattutto l’incoscienza) non gli fanno difetto.

Impressionato dai voli di Falko e rapito dal suo particolare nome di battesimo, Johann Hölzl decide di utilizzarlo come proprio nome d’arte. Almeno per un breve periodo, poiché nel giro di qualche tempo lo declina in “Falco”, allo scopo di darsi un taglio più internazionale. Il talento musicale non gli manca, ma l’impatto generato dal quel nome d’arte, risulterà fondamentale per catalizzare le luci della ribalta.

Come spiegato dall’artista stesso in un’intervista di inizio anni ’90: “se vuoi sfondare nel mondo della musica e ti chiami Hans Hölzel, non farai molta strada! ‘Falco’ è stato un’ottima idea, era perfetto per attirare l’attenzione a inizio anni ’80 ed è stato cruciale per lanciare la mia carriera. Non avrei mai pensato, però, che diventasse così importante come in realtà è stato”.

Così, il cantante austriaco di maggior successo nel XX secolo (ha venduto 20 milioni di album e 40 milioni di singoli) è passato alla storia grazie a un nome planato nella sua mente direttamente dal salto con gli sci.

Falco scompare prematuramente il 6 febbraio 1998, pochi giorni prima del suo quarantunesimo compleanno. Gli è fatale un incidente automobilistico sulle strade della Repubblica Dominicana, dove sta ultimando quello che avrebbe rappresentato l’album della sua riscossa dopo l’appannamento di fine anni ’80 – inizio anni ’90. Difatti “Out of the Dark (Into the Light) esce postumo e riscuote grande successo.

Cionondimeno, il suo impatto sulla cultura popolare mitteleuropea è rimasto enorme. Dopo la sua dipartita si moltiplicano le iniziative spontanee per ricordarlo. Compaiono murales in suo onore all’ingresso delle stazioni della metropolitana di Vienna, gli vengono intitolate piazze e monumenti.

Tuttavia la dinamica più affascinante è quella di aver,  in un certo senso “restituito il favore” a Falko Weißpflog. Niki Lauda, ammiratore e amico del cantante, battezza “Falco” un Boeing 737 della sua compagnia aerea per commemorare la memoria del cantante. In questo modo anche il nome del saltatore è tornato a volare, come l’atleta faceva negli anni ’70, chiudendo l’enorme cerchio involontariamente aperto dalla geniale mente di un ragazzo nel giorno di Capodanno 1978.

Foto: © C.Stadler/Bwag; CC-BY-SA-4.0

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