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Olimpiadi Parigi 2024, Elina Svitolina contraria all’apertura per russi e bielorussi: “Le sanzioni devono rimanere”
Una presa di posizione molto chiara. Ci si chiede nel mondo dello sport come si gestirà la questione legata al ban per atleti russi e bielorussi nelle competizioni internazionali. La guerra in Ucraina, purtroppo, prosegue e non si intravede un termine come tutti ci augureremmo. Tuttavia, in questi ultimi giorni, si fa anche largo un’idea secondo la quale il CIO potrebbe aprire ai due Paesi.
A dire la sua sulla vicenda è stata l’ucraina Elina Svitolina, ex numero 3 del mondo del tennis e moglie del francese Gael Monfils. In un messaggio riportato sul suo profilo Twitter, la due volte vincitrice del torneo di Roma ha manifestato forte contrarierà circa l’apertura eventuale in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024, dove russi e bielorussi potrebbero competere da atleti neutrali.
“Le Olimpiadi sono il sogno più grande e il privilegio per eccellenza per gli atleti. Sono la più grande piattaforma per l’inclusione e la diversità nello sport. Per questo, dobbiamo insistere nel sostenere l’esclusione degli atleti russi e bielorussi“, ha sottolineato Svitolina.
✊???????????? @Olympics @iocmedia #RoadToParis2024 pic.twitter.com/4jQbvVQHzn
— Elina Monfils (@ElinaSvitolina) February 1, 2023
“Dobbiamo restare uniti nelle sanzioni verso russi e bielorussi, ci sono delle conseguenze per le azioni criminose dei loro governi. Le loro vite non possono andare avanti normalmente“. Svitolina si riferisce anche a Volodynryr Anirrshchuk, promessa del decathlon ucraino, morto nei combattimenti a Bakhmut. A questo proposito, il presidente ucraino Zelensky, rivolgendosi al presidente del CIO, Thomas Bach, ha dichiarato: “Veda con i suoi occhi che la neutralità non esiste“.
E’ chiaro che l’Ucraina potrebbe anche decidere di boicottare le prossime Olimpiadi se effettivamente il CIO dovesse approvare la presenza di russi e bielorussi come atleti neutrali, senza inno o bandiera. Una posizione che potrebbe essere seguita a ruota da altri Paesi, come la Lettonia. Non resta che attendere gli sviluppi.
Foto: LaPresse