Tennis
Tennis, Paolo Bertolucci: “A Sinner certi colpi in tensione non vengono automatici. Berrettini sull’erba…”
Siamo solo al prologo, ma se il buongiorno si vede dal mattino… La sensazione è un po’ questa se si pensa all’esito degli Australian Open 2023 in ambito maschile. Si fa un gran parlare di cambio della guardia, della Next Gen al potere, e alla fine c’è sempre Novak Djokovic a trionfare: 10° titolo a Melbourne per lui e 22° Slam. Risultato: raggiunto Rafael Nadal in vetta alla classifica dei vincitori Major in ambito maschile e ritorno al vertice del ranking ATP, scalzando lo spagnolo Carlos Alcaraz.
Cambiare tutto per non cambiare niente e in uno scenario “gattopardiano” il tennis italiano non è uscito benissimo, specie se si considerano le ultime apparizioni. Il migliore è stato Jannik Sinner, giunto agli ottavi di finale e piegato in cinque set dal greco Stefanos Tsitsipas, finalista del torneo.
Decisamente male è andata a Matteo Berrettini e a Lorenzo Musetti, out al primo turno per mano di Andy Murray e di Lloyd Harris. Per parlare di questo e anche di altro ci siamo rivolti a Paolo Bertolucci, ex tennista di alto livello e stimato commentatore tecnico di Sky Sport.
Paolo, bentrovato. Domanda di rito: come sta e il tennis appassiona?
“Tutto bene e il tennis lo si segue sempre con attenzione“.
Sa, il quesito viene spontaneo perché dall’Australia fanno sapere che quest’edizione del torneo nella terra dei canguri abbia avuto un seguito in tv non così alto. Probabilmente la cavalcata vincente di Novak Djokovic non è stata così affascinante. Secondo lei gli avversari si devono preoccupare di un giocatore che a 35 anni, quasi 36, vince in questo modo?
“Sono quindici anni che diciamo questo, ma c’è poco da fare. Vince il più forte e Djokovic è questo. Non sono affatto sorpreso dall’esito finale del torneo. Il serbo è sempre il migliore e in Australia ha voluto ribadirlo. Onestamente, è stata una vittoria facile, ma la differenza tra lui e il resto è questa“.
Deluso, forse, anche da Tsitsipas che avrebbe potuto fare di più?
“Alla fine ha avuto un set-point nel secondo parziale, poteva vincerlo, ma cambiava poco. Io avevo pronosticato una vittoria in quattro set di Nole, è venuta in tre perché il suo tennis è decisamente più consistente e completo di quello degli altri“.
Possibile quindi il Grande Slam?
“Calma, questo è solo il prologo di un Tour de France. Certo, il successo è stato perentorio, ma non è scontato che Djokovic vinca anche gli altri Major. Credo che l’ostacolo più duro sarà il Roland Garros: sulla terra ci possono essere più giocatori che possono dargli fastidio e se Rafa Nadal sta bene non si può certo escluderlo. Da capire anche come tornerà Alcaraz e altri giocatori che sul rosso possono fare bene“.
Senta e gli italiani come possiamo collocarli in questo contesto? Australian Open deludenti?
“Un incidente di percorso, ma analizziamo le cose singolarmente. Sinner ha fatto quello che doveva, ha disputato un ottimo match contro Tsitsipas e perso al quinto. Magari, avesse avuto un tabellone diverso, come è capitato a Tommy Paul, arrivava in semifinale e i nostri commenti sarebbero stati diversi. Negli Slam va anche così…Per quanto riguarda Musetti e Berrettini, il toscano ha incrociato un tennista scomodo su una superficie sulla quale fa ancora fatica a interpretare, mentre il romano ha oggettivamente regalato due set a Murray e questo non te lo puoi permettere perché nella lotta il britannico è un problema per tutti“.
Le faccio, quindi, una domanda “originale”: le ambizioni Slam degli azzurri vanno ridimensionate a valle di quanto gli Australian Open ci hanno detto?
“Partiamo dal presupposto che nel tennis a vincere è solo uno e mi sembra che Djokovic stia dando dei segnali chiari. Detto questo, in tornei di questo genere è difficile fare previsioni. I nostri sono tennisti forti e se la possono giocare, ma dipende anche dagli incroci. Se pensiamo a Sinner, cosa è accaduto negli ultimi tre Slam? A Wimbledon ha pescato Djokovic ai quarti; agli US Open Alcaraz ai quarti; agli Australian Open Tsitsipas agli ottavi. Sono avversari difficili contro i quali Jannik ha avuto anche delle chance, ma perderci ci può anche stare dal momento che il suo livello è in crescita, ma deve ancora aggiungere delle cose“.
A cosa si riferisce in particolare?
“Deve chiaramente assorbire le novità che sta inserendo nel suo gioco. Contro Tsitsipas si sono viste palle corte, discese a rete, miglioramenti al servizio, ma a volte ci sono ancora degli errori nei momenti di tensione perché sono colpi che non vengono in automatico. Se Sinner riuscirà a incamerare questi aspetti, allora potrà ambire ai massimi livelli, avendo dimostrato già di aver accorciato le distanze nel match contro il greco. Se e quanto riuscirà a farlo non lo sappiamo, io me lo auguro ovviamente“.
Ma tra Berrettini e Sinner è più il romano che ha chance per vincere lo Slam a breve termine?
“Secondo me sì per il semplice fatto che Matteo sull’erba è tra i migliori e in un gruppo ristretto di tennisti che può pensare di fare molto bene a Wimbledon. Per Jannik la storia è diversa perché, indubbiamente, ha più possibilità per andare avanti in diversi Major, ma nello specifico fa parte di un gruppo corposo di tennisti che può arrivare lontano. Nel suo caso, per me, può accadere se ci sono degli incroci in tabelloni favorevoli, per quanto ha dimostrato finora“.
Non resta che goderci lo spettacolo allora, magari sperando in qualche colpo a sorpresa dei tennisti italiani?
“Ovviamente, ma per vincere un Major è necessario mettere insieme tante cose. Vedremo se tutto si allineerà e lo commenteremo“.
Foto: Olycom LaPresse