Ciclismo
Ciclismo, Daniele Bennati: “Ganna e Milan non potrò averli ai Mondiali, faranno la pista. Gli azzurri hanno più fiducia”
Abbiamo raggiunto telefonicamente il c.t Daniele Bennati, che ha chiuso la sua prima stagione come commissario tecnico della Nazionale, e adesso è pronto per questo 2023 alla guida dall’ammiraglia azzurra: “I nostri ragazzi sono partiti bene e speriamo che sia di buon auspicio per una stagione che ci possa regalare delle belle soddisfazioni. Mi aspetto un 2023 fortunato e pieno di salute, arriviamo da qualche stagione un po’ complicata, ma adesso la pandemia è alle spalle e certe dinamiche i ragazzi le stanno lasciando alle spalle. Spero che quest’anno possa essere meglio dello scorso“.
Che percorso dobbiamo aspettarci per i Mondiali ad agosto?
“Non hanno ancora ufficializzato il circuito finale, non appena ci sarà andremo a visualizzare il percorso insieme agli altri tecnici. Si correrà per la maggior parte sulle strade dell’Europeo 2018, quello di Matteo Trentin. Non è un percorso tostissimo, gli strappi saranno brevi, strade strette e il percorso è molto tortuoso con tanti cambi di direzione, non è un percorso per scalatori”.
Jonathan Milan si sta rapidamente imponendo come un grande velocista e tiene molto bene sugli strappi. Per il Mondiale potresti puntarci?
“Attualmente, anche se mi piacerebbe, non credo sia possibile perché strada e pista sono troppo vicine e quindi il quartetto della pista non potrà essere disponibile per la prova su strada. Sarà un Mondiale dove ci sarà grande spettacolo, però si parla tanto di multidisciplinarietà, ma l’UCI in questa rassegna iridata non ha tenuto conto di quest’ultima, mettendo quasi in contemporanea le gare su strada e su pista imponendo quindi di fare una scelta. A me piacerebbe utilizzare ragazzi come Milan, Ganna e Consonni, ma è chiaro che essendo tre pilastri del nostro quartetto è normale che facciano la pista per riconquistare la maglia iridata anche in vista di Parigi 2024”.
Filippo Ganna quest’anno sta puntando tanta sulla strada. Questa volta come potrà conciliare la pista e la cronometro, visto che si svolge tutto nel giro di pochi giorni?
“Filippo in questo momento deve capire che cosa vuole fare su strada. In Argentina e Algarve ha tentato di fare classifica, ma credo che nella sua testa ci sia la volontà di fare bene le Classiche come la Sanremo e la Roubaix, almeno per il momento. Crono e pista si avvicinano molto come tipologia di esercizio e quindi diventa più semplice, l’ha fatto anche alle Olimpiadi di Tokyo 2020, e poi c’è abbastanza tempo tra le due prove”.
Anche Simone Consonni ha fatto un salto di qualità: può diventare magari il nuovo Sonny Colbrelli?
“Me lo auguro e lo auguro in primis a lui. Per il Campionato Europeo di quest’anno, in programma a fine settembre, il percorso non è per scalatori e quindi sia Milan che Consonni potranno essere delle pedine fondamentali per la Nazionale”.
Gli italiani hanno sorpreso in questo avvio di stagione: te lo aspettavi?
“Sinceramente sì, l’approccio è quello giusto, i ragazzi sono molto più motivati e convinti. Spero che in questo buon inizio di stagione ci sia anche il mio zampino del Mondiale in Australia. Sono felice per i ragazzi, i corridori riescono a trovare fiducia il loro stessi attraverso i risultati: servono a loro e servono anche a me per capire su chi puntare agli Europei e Mondiali”.
Dove può arrivare Lorenzo Rota?
“Rota l’anno scorso ha fatto una grandissima stagione, è stato l’italiano più presente. È migliorato tanto, soprattutto in salita, lo vedo un corridore completo, ma deve migliorare lo spunto veloce e la gestione degli sprint ristretti ma lo si fa tramite l’esperienza”.
Giulio Ciccone pensi che abbia svoltato mentalmente? Al Giro potrebbe pensare di fare classifica o la sua realtà sono le tappe?
“L’ho visto pedalare forte, quest’anno il Giro partirà da casa sua e nella sua testa c’è sempre il pensiero di fare classifica. Anche quest’anno credo che sarà il suo obiettivo, ma non con la stessa ossessione degli anni scorsi: lo vedo più tranquillo e maturo. Nel caso in cui uscisse di classifica, un corridore come lui riesce a vincere almeno un paio di tappe al Giro”.
Passando ai giovani, sin qui Piccolo, Bagioli e Zana si sono visti poco o nulla. Sei preoccupato o pensi che presto li vedremo protagonisti?
“C’è tempo, non sono assolutamente preoccupato. Zana è alla prima esperienza in una squadra World Tour e dovrà capire come funziona, credo e penso che farà il Giro d’Italia e sarà un suo obiettivo fare bene in qualche tappa indossando anche la maglia di Campione Italiano. Da Bagioli mi aspetto un ulteriore salto di qualità. Piccolo è un altro corridore che secondo me può fare molto bene e sono convinto che possa essere anche lui uno dei nostri giovani più forti per il futuro”.
Abbiamo un problema nel ranking UCI, perché l’Italia è decima e rischiamo dunque di non avere il massimo delle quote ai Mondiali e alle Olimpiadi: che ne pensi?
“È una situazione legata alle ultime due stagioni in cui non siamo riusciti a mantenere il passo degli anni migliori. Credo che questo avviso di stagione ci possa fare ben sperare e magari possa essere anche l’anno della rinascita. È chiaro che questa posizione ci deve far capire che nelle ultime stagioni siamo stati al di sotto delle nostre possibilità. Fino al 20 giugno però c’è tempo per migliorare la posizione e quindi salire nel ranking, per cui forza ragazzi”.
Foto: Lapresse