WTA Monterrey 2023, Elisabetta Cocciaretto cede a Elise Mertens nei quarti di finale

Termina nei quarti di finale l’avventura di Elisabetta Cocciaretto a Monterrey. Sul cemento messicano l’azzurra è stata sconfitta piuttosto nettamente dalla belga Elise Mertens (n.42 del ranking). Cocciaretto non è stata in grado di imporre il proprio gioco e nello stesso tempo di trovare delle valide contromisure per opporsi all’aggressività della rivale. E così, dopo lo stop nei quarti a Merida, anche in questo caso l’esito non è stato diverso. Mertens in semifinale giocherà contro la testa di serie n.1, Caroline Garcia, a segno contro l’egiziana Mayar Sherif (n.53 WTA) per 6-0 6-4.

Nel primo set, dopo una fase di studio relativamente breve, la belga cambia marcia dal terzo game. Cocciaretto fatica molto con il servizio e le risposte profonde dell’avversaria la costringono a remare non poco. Il break arriva puntuale per Mertens, che replica nel quinto gioco ai vantaggi. La marchigiana tenta una reazione nel sesto game, ma le tre palle del parziale contro-break non vengono sfruttate a dovere. La n.42 del ranking è lucida e con grande attenzione archivia la pratica della seconda frazione sul 6-2.

Nel secondo set Cocciaretto perde il servizio in apertura, confermando tutte le sue difficoltà. Prova a rimanere aggrappata alla partita Elisabetta, annullando prima quattro palle del doppio break nel terzo gioco e poi costruendosi due chance del contro-break. Mertens riesce a salvarsi e, nei fatti, il match finisce lì. L’azzurra deve subire l’ennesimo break di questo confronto nel settimo game, dovendo stringere la mano poco dopo alla sua avversaria sullo score di 6-2.

Leggendo le statistiche, sono stati ben sette gli ace messi a segno da Mertens, che con il fondamentale del servizio ha raccolto l’84% dei punti con la prima di servizio e il 52% con la seconda. Tutte le criticità di Cocciaretto si sintetizzano nel 28% dei quindici conquistati con la seconda in battuta, oltre al 16% dei punti raccolti in risposta alla prima di Mertens.

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