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Formula 1
F1, George Russell “prevede” una Red Bull da percorso netto: utopia o realtà?
“Se, quanto visto qui a Sakhir corrisponde alla realtà, penso che la Red Bull possa vincere ogni gara quest’anno”. George Russell è lapidario al termine della gara d’esordio del Mondiale 2023. Il Gran Premio del Bahrain dopotutto ha messo in scena un vero e proprio monologo del team di Milton Keynes. Primi e secondi in qualifica, primi e secondi anche in gara. Max Verstappen ha dettato legge, precedendo il compagno di scuderia Sergio Perez. Alle loro spalle, il vuoto. Senza mezzi termini. Una superiorità schiacciante che, come si evince dalle parole del portacolori della Mercedes, ha spaventato tutti i rivali. I motivi, ovviamente, sono chiarissimi.
Avevamo salutato il Mondiale 2022 ad Abu Dhabi con una Red Bull stellare. Dal Gran Premio di Imola, come ben ricordiamo, il team anglo-austriaco aveva messo in atto un cambio di passo sensazionale, componendo una RB18 che sembrava non avere difetti. La speranza di tutti gli avversari era che la RB19 segnasse un passo all’indietro rispetto al prodigio tecnologico di 12 mesi fa. I test pre-stagionali e il primo fine settimana di gara (sempre vissuti sul tracciato di Sakhir), invece, non solo non hanno dimostrato un minimo neo nel nuovo progetto. Non solo non hanno segnato un “proseguimento” dello stesso. No, la sensazione nettissima è che quel fenomeno di Adrian Newey sia andato ulteriormente a migliorare la vettura con i due tori sulla livrea.
Ed ora, come si suol dire, “come la mettiamo”? Le tre sessioni di prove libere, le qualifiche e, soprattutto, la gara del Bahrain hanno tolto ogni dubbio alla concorrenza. La Red Bull ha fatto le cose per bene anche nel corso di questo inverno (non che ci fossero dubbi particolari a riguardo) e ha costruito un vantaggio tecnico schiacciante. I distacchi del Gran Premio di ieri (con Verstappen e Perez che hanno spinto davvero al minimo nel corso della loro prova) sono abissali. “Super Max” ha distanziato il compagno di team di 11.9 secondi, quindi Fernando Alonso ha completato il podio a 38.6, Carlos Sainz ha chiuso al quarto posto a 48.0, mentre Lewis Hamilton ha tagliato il traguardo a 50.9, con George Russell settimo a quasi un minuto.
Sembra l’ordine d’arrivo di una tappa del Giro d’Italia, invece è solamente la prima gara della nuova stagione. Una su 23. Certo, tutto può cambiare rapidamente in Formula Uno, e sono in arrivo due circuiti completamente differenti per lay-out e abrasività dell’asfalto (Jeddah e Melbourne) ma non è semplice per le varie Ferrari, Mercedes e Aston Martin, guardare al futuro con fiducia. Quando, al pilota migliore del lotto (che con il successo di ieri ha già toccato quota 36, puntando il mirino verso le 41 di una leggenda come Ayrton Senna e le 51 di un altro “totem” come Alain Prost) metti tra le mani una monoposto che appare sbarcata da un altro pianeta, i dubbi sorgono e si accumulano.
C’è poco da aggiungere, la RB19 è una macchina clamorosa. Veloce sul dritto, eccellente in curva, ormai prestazionale anche in qualifica ma, sopra ogni altra cosa, è imbattibile sul fronte del passo gara. Gli stint che ieri è stato in grado di mettere insieme Verstappen sono da lasciare a bocca a aperta. Con le gomme soft poteva andare più lungo dei rivali senza il minimo decadimento, con una costanza che, tempi alla mano, rasentava il millesimo di secondo. Se, infatti, l’olandese avvia una parte di gara con un crono, lo andrà a concludere con un peggioramento al massimo di qualche decimo. Il secondo stint sulle soft, poi, è stato impietoso per gli avversari. 22 giri condotti senza il minimo cedimento, mentre gli altri, con le gomme hard, erano costretti al pit-stop già dopo 14-15 giri. George Russell ha detto “23 su 23”. Dopo Sakhir, oggettivamente, come dargli torto?
Foto: Lapresse