Baseball
World Baseball Classic, ‘Davide’ Italia sfida ‘Golia’ Giappone. Gli avversari degli azzurri ai Raggi X. Il roster nipponico è superlativo
L’Italia ha sfruttato l’occasione propizia, rappresentata da un gruppo privo di rivali impossibili da battere, accedendo con merito alla fase a eliminazione diretta del World Baseball Classic 2023. Ora, però, l’asticella si alza e non di poco. Giovedì 16 marzo, a Tokyo, gli azzurri sfideranno il Giappone. In palio ci sarà un posto per la Final-Four di Miami.
Ci troviamo di fronte al più proverbiale caso di “Davide” contro “Golia”. Il Paese del Sol Levante ha un roster ben più forte rispetto a quello di Cuba, Panama, Taipei e Olanda, le quattro squadre affrontate dall’Italia nella Pool. Peraltro i nipponici hanno letteralmente sorvolato il proprio girone con punteggi eloquenti (8-1 alla Cina, 13-4 alla Sud Corea, 10-2 alla Repubblica Ceca e 7-1 all’Australia).
D’altronde il Giappone può contare su diverse stelle di prima grandezza, ovvero giocatori capaci di spostare gli equilibri al massimo livello della MLB. Spiccano, in particolare, i nomi di Shohei Ohtani (Los Angeles Angels) e Yu Darvish (San Diego Padres). Il primo, 28 anni, è un raro esempio di two-way player, ovvero di chi è in grado di eccellere sia al piatto che sul monte di lancio. Il secondo, classe 1986, è un veterano di lungo corso che, ancora oggi, è un pitcher di grido nella Major americana.
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Per quanto riguarda il line-up, ci sono poi tante mazze capaci di abbattere chiunque. Lars Nootbar (25 anni) è uno degli astri nascenti di St.Louis Cardinals, mentre Masataka Yoshida (29 anni) si appresta a vivere la sua prima stagione con i Boston Red Sox dopo essere stato per anni un fuoriclasse degli Orix Buffaloes, squadra di Osaka.
Non bisogna infatti dimenticare come la Nippon Professional Baseball (NPB) sia il campionato di livello più alto in assoluto al di fuori degli Stati Uniti. Al riguardo, altri uomini dotati di qualità superiori alla media del WBC sono Yuhei Nakamura, trentaduenne star dei Tokyo Swallows, il ventinovenne Kensuke Kondo, recentemente ingaggiato dai Fukuoka Hawks (la squadra più vincente dell’ultimo decennio) e il ventiquattrenne Shugo Maki (Yokohama BayStars), emergente battitore oltremodo produttivo.
Insomma, per l’Italia il compito appare proibitivo. D’altronde il Giappone parte con l’obiettivo dichiarato di tornare a vincere il World Baseball Classic dopo 13 anni. Proprio per questo ha selezionato il meglio del meglio a disposizione. Sulla partita secca nulla è impossibile, ma nello sport esistono valori e categorie che difficilmente possono essere scardinati.
Pertanto un eventuale successo italiano sarebbe un autentico miracolo e rappresenterebbe una delle più grandi sorprese nella storia della manifestazione. Già essersi guadagnati il palcoscenico del Tokyo Dome contro le stelle giapponesi è un traguardo da applausi per la compagine azzurra, la quale può scendere in campo a cuor leggero, conscia di non avere nulla da perdere e tutto da guadagnare.
Foto: FIBS