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Pagelle Milano-Sanremo 2023: Filippo Ganna, sorrisi e rimpianti. La Classicissima non è più per velocisti

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Filippo Ganna

PAGELLE MILANO-SANREMO 2023

Filippo Ganna, 9: oggi dalle intenzioni è passato ai fatti, dimostrando di poter davvero competere per le grandi Classiche. Quali? Sicuramente Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix, magari in futuro anche il Giro delle Fiandre. Ad oggi appare impensabile pensare ad un Ganna competitivo anche per Liegi e Lombardia, ma nel ciclismo moderno non si può escludere nulla a priori. Impressionante la facilità con cui ha risposto all’attacco di Pogacar sul Poggio: in quel momento è davvero entrato in una nuova dimensione. Resta il rammarico per la vittoria sfumata: per sua stessa ammissione, aveva le gambe per seguire anche Van der Poel, ma non lo ha fatto per timore di saltare per aria. Che fosse migliorato allo sprint lo avevamo già intuito da qualche mese, oggi è arrivata una nuova conferma. L’Italia ha trovato il capitano per i prossimi 5 o 6 Mondiali su strada, peccato che ad agosto il classe 1996 non potrà disputarli perché in concomitanza con la rassegna iridata di ciclismo su pista, che avrà la priorità come ci aveva spiegato il ct Daniele Bennati.

Mathieu Van der Poel, 10: non sembra così brillante sulla stoccata di Pogacar, ma in quel momento si stava gestendo con grande acume tattico. Accelera sul falsopiano che precede la vetta del Poggio, poi in discesa guadagna terreno e diventa imprendibile, anche perché nel terzetto al suo inseguimento non c’è accordo. Vanta già tre Classiche Monumento in bacheca, due in più rispetto al grande rivale storico Van Aert.

Tadej Pogacar, 8: incendia la corsa con l’atteso scatto sul Poggio, ma non fa il vuoto come forse si sarebbe aspettato. Quando poi vede partire Van der Poel non ha la forza di reagire e denota una pedalata appesantita. Chissà se la scivolata del mattino prima della partenza possa averlo in qualche modo condizionato.

Wout Van Aert, 7: è vero che ha chiuso davanti a Pogacar, ma il voto in meno è dettato dal fatto che il belga non è mai stato protagonista attivo della Classicissima. Si è sempre trovato ad inseguire, non ha mai trovato l’attimo per lasciare il segno. Nella discesa del Poggio ha provato a colmare il gap da Van der Poel, ma era ormai troppo tardi.

Søren Kragh Andersen, 6,5: vince la volata del secondo gruppetto e conquista un lusinghiero quinto posto.

Mads Pedersen, 5: uno degli outsider più attesi, ma non aveva le gambe per reggere il passo in salita dei migliori.

Matej Mohoric, 5: nel 2022 aveva stupito tutti con un attacco decisivo in discesa, quest’anno si accontenta di un ottavo posto. L’ultimo ad aver vinto la Milano-Sanremo per due volte di fila è stato il tedesco Erik Zabel nel 2000-2001.

Julian Alaphilippe, 5,5: spento completamente nella fase decisiva. Probabilmente ha pagato le energie spese nella discesa del Turchino per rientrare dopo una caduta.

Davide Ballerini, 6: per lui un dignitoso 12° posto. Il brianzolo ha vinto la volata di gruppo e questo apre un tema molto interessante, perché abbiamo avuto l’ennesima conferma di come la Milano-Sanremo non sia più ormai una Classica per velocisti. Il ritmo folle imposto sin dai Capi e poi successivamente anche su Cipressa e Poggio fa sì che gli sprinter puri non abbiano chance di difendersi, soprattutto quando poi ad attaccare sono mostri sacri come Pogacar o Van der Poel. I soli 2 km dalla fine della discesa del Poggio sino all’arrivo, inoltre, rendono pressoché impossibile qualsiasi tentativo di rimonta.

Biniam Girmay, 4: sembra brillante sulla Cipressa, sempre nelle prime posizioni. Poi finisce la benzina e scompare sul Poggio.

Foto: Lapresse

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