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Scacchi: Ian Nepomniachtchi contro Ding Liren, il match Mondiale 2023 elegge il successore di Magnus Carlsen che osserva
Era dal 2012 che il match per il Campionato del Mondo di scacchi non era privo del numero 1 del mondo alla scacchiera. Questo evento torna a verificarsi nel 2023, dal momento che la rinuncia di Magnus Carlsen fa sì che siano Ian Nepomniachtchi e Ding Liren a porsi l’uno davanti all’altro in quel di Astana, in Kazakistan. Il norvegese, peraltro, era leader globale anche nel 2012, solo che in quel caso non disputò il Torneo dei Candidati (al tempo c’era il tabellone a eliminazione diretta dai quarti alla finale; questo fu cambiato dal 2013).
Non si può però dire che i due pretendenti non siano all’altezza. Del resto, “Nepo” è salito fino al numero 2 del ranking mondiale, mentre Ding Liren si trova subito dietro di lui. Il russo e il cinese, in breve, hanno davanti agli occhi quota 2800 punti ELO. Per l’uno si tratterebbe di diventare il 15° uomo a sfondare questa soglia, mentre per l’altro si tratterebbe di un ritorno a una quota che aveva lasciato quasi insieme alla sua striscia di 100 risultati utili consecutivi ottenuta tra il 2017 e il 2019 e poi polverizzata da Carlsen, arrivato a 125.
Si è tenuto ieri il sorteggio che ha determinato chi giocherà con il Bianco nella prima partita. A risultare destinatario di questo onore è Nepomniachtchi. A differenza dell’edizione passata del match iridato, stavolta non ci sarà il ribaltamento della situazione dall’ottava partita in poi. In altre parole, il russo già sfidante nel 2021 giocherà tutti i confronti dispari con il Bianco, che Ding Liren avrà nelle partite pari.
Scacchi, chi è Ding Liren. Il primo cinese a giocarsi il Mondiale assoluto
Cambia leggermente il regolamento rispetto al 2021, nel senso che l’Armageddon è stato abolito negli spareggi. Dopo le quattro partite rapid da 25’+10″ ci saranno infatti, se necessari, due minimatch da 5’+3″, eventualmente seguiti da partite 3’+2″ a oltranza fino a quando non ci sarà un vincitore. Il tutto, naturalmente, qualora ci fosse parità alla fine dei 14 incontri a cadenza classica, che anche quest’anno si giocano con due ore per le prime 40 mosse, un’ora per le successive 20 e quindici minuti per finire, ma con incremento di 30 secondi a tratto a partire dal 61°.
Il montepremi è di 2 milioni di euro, dei quali il 60% andrà al vincitore se lo sarà entro la 14a partita, mentre in caso di spareggi questo sarà il 55%. Si gioca al St. Regis Astana Hotel, che accoglie per la prima volta il match mondiale nel territorio del Kazakistan, già protagonista in passato di diversi eventi scacchistici.
I due giocatori arrivano all’appuntamento dopo essersi già affrontati 13 volte a cadenza classica nella loro carriera; 3 le vittorie di Nepomniachtchi, due quelle di Ding Liren, otto le patte. Prendendo in considerazione blitz, rapid ed esibizioni il conto sale abbondantemente e diventa di 16-11-25, per un totale di 52. Le ultime due volte in cui i due si sono trovati di fronte si sono avute al Torneo dei Candidati 2022, in cui “Nepo” ha vinto la prima delle sfide con un attacco che il cinese non ha compreso. La seconda è finita patta.
Si gioca a partire da domani: un via che, alle nostre latitudini, è pasquale. La sequenza sarà quasi sempre questa: due partite in due giorni consecutivi, poi riposo nel terzo. Fa eccezione la 7a partita, inserita tra due giorni senza confronti. Non verrà consentito ai giocatori di pattare prima della 40a mossa, se non per triplice ripetizione di posizione o per scacco perpetuo (quella situazione, cioè, in cui si ripete per tre volte lo stesso scacco nella medesima posizione).
Il titolo mondiale potrebbe tornare in Russia a 17 anni dall’ultima volta, quando fu Vladimir Kramnik a vincere un contestatissimo match con il bulgaro Veselin Topalov. Si trattava del confronto dell’unificazione. Al netto dei numerosi Mondiali femminili vinte con diverse protagoniste, la Cina mai è arrivata all’alloro iridato in chiave maschile. Ding Liren, inoltre, è il primo del Paese a giocare questo match.
Inevitabilmente, sono tante le questioni aperte che si muovono dietro la scacchiera. Sul puro livello delle 64 case pesa l’ombra di Magnus Carlsen. Del resto, il norvegese è indiscutibilmente ancora oggi il numero 1 mondiale. Vero è che, come si diceva, avere il numero 2 e il numero 3 non può squalificare il contesto iridato nel modo in cui alcuni stanno cercando di fare. Rimane però reale la questione di un confronto nel quale non si parla già di “scettro da togliere”, ma di “corona vacante”.
Lontano dal tavolo, invece, regnano tutte le contraddizioni del mondo scacchistico degli ultimi 14 mesi, ma non solo. Ding Liren è arrivato praticamente per miracolo al match mondiale, dato che ha beneficiato della squalifica di sei mesi comminata a Sergey Karjakin che ha impedito a quest’ultimo di giocare il Torneo dei Candidati. Il cinese è giunto a Madrid con un aiuto dalle alte sfere (due tornei e un match per arrivare alle 30 partite necessarie a volare in Spagna), per poi finire secondo proprio nel finale. Al tempo non era ancora nota la decisione di Carlsen, di fatto ufficializzata a luglio e certificata il 31 ottobre.
Dal canto suo, Nepomniachtchi si ritrova in un ruolo scomodissimo. All’inizio della guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina, era stato tra i firmatari di una lettera di 44 Grandi Maestri russi rivolta a Putin con lo scopo di porre fine all’invasione, con annessa espressione di solidarietà. “Nepo”, dunque, è passato da questa fase, ma è contemporaneamente l’uomo sul quale un po’ tutti puntano per un’infinità di ragioni. Un uomo, in breve, tra due fuochi. O forse più.
Foto: FIDE / Stev Bonhage