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MotoGP, Fabio Quartararo a terra con una Yamaha che non va. E la Honda…

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Fabio Quartararo

“Iwata, qui Austin. Abbiamo un problema”. Queste le parole con cui potrebbe aprirsi il rapporto di Fabio Quartararo dal Circuit of the Americas, dove ha avuto uno sgradito incontro ravvicinato con l’asfalto della pista. C’è poco da fare, la Yamaha in rettilineo non va avanti. Il francese potrebbe legittimamente parafrasare Fernando Alonso e dire “Moto2 engine!” tale è stata la differenza tra la M1 e le altre moto sul dritto.

Niente di nuovo, l’handicap si è presentato sin dai primi test di febbraio e tale è rimasto. Il guaio è che El Diablo non si rassegna a un ruolo di comprimario e ci prova, sempre e comunque. Nelle fasi iniziali dell’odierna sprint si è finanche trovato a battagliare per il podio, ma è durato poco. Giusto il tempo di finire a terra, in un disperato tentativo di restare agganciato al treno buono per le posizioni di vertice.

Insomma, l’ormai ventiquattrenne transalpino prova a compensare con “il manico” le deficienze di Yamaha, ma per farlo è costretto ad andare oltre il limite, con tutti gli annessi e connessi del caso. La domanda, a questo punto, è semplice. Quanto a lungo Quartararo persevererà con questo atteggiamento indomito? Oggi è andata bene, la scivolata non ha avuto conseguenze fisiche, ma il titolo iridato appare già un miraggio e prende sempre più corpo l’ipotesi di un 2023 di anonimato.

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“Saitama, qui Austin, potremmo aver risolto un problema”. Queste invece sarebbero le parole con cui potrebbe aprirsi il rapporto di qualche ingegnere HRC al suo quartier generale. Alex Rins, pur disponendo di un telaio meno evoluto di quello delle Honda ufficiali, ha ridicolizzato Joan Mir. Si tratta solo della proverbiale sintonia che il ventisettenne catalano prova con il Circuit of the Americas, oppure l’Ala potrebbe aver trovato un punto di riferimento per lavorare in una direzione inaspettata?

Troppo presto per dirlo, dovrà essere HRC stessa a valutare la situazione nei dettagli. Di certo c’è che, nelle mani di Rins, la RC213V vola ed è l’unica moto a dare concretamente fastidio alle Ducati. Mir, viceversa, annaspa. Da lunedì Honda farà le analisi del caso, nel frattempo può sperare concretamente di incamerare il primo podio della stagione in un Gran Premio vero e proprio, pur priva di Marc Marquez.

Foto: MotoGPpress.com

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