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Tennis, Crivelli: “Sinner, per certe situazioni serve l’aiuto di Cahill. Rune ha una certa spocchia”

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Jannik Sinner

Il Masters 1000 di Montecarlo ha lasciato aperte discussioni e discorsi: al centro del focus c’è l’epilogo della semifinale persa da Jannik Sinner contro Holger Rune, un match condizionato dall’interruzione dalla pioggia e dall’atteggiamento del danese che è riuscito a trovare risorse inesplorate mettendosi contro al pubblico.

Ancora non è arrivato l’attesissimo successo per Sinner a livello 1000, ma sicuramente la semifinale raggiunta nel Principato è un attestato alla continuità dell’altoatesino che quest’anno ha vinto un titolo a Montpellier, ha fatto finale a Rotterdam e Miami e si è fermato in semifinale a Indian Wells e a Montecarlo.

Si è parlato di Jannik Sinner e non solo nel classico appuntamento settimanale del lunedì sera, Sport&Go2u, rubrica di Sport2U, web TV di OA Sport visibile anche sul nostro canale Youtube. L’ospite d’eccezione è stato il corrispondente della Gazzetta dello Sport Riccardo Crivelli, inviato la scorsa settimana per il torneo a Montecarlo.

Occasione mancata, lo ha detto lo stesso Sinner che era più abbacchiato del solito in conferenza stampa. Analizza sempre bene le partite che gioca e questa volta quando è arrivato a parlare ha dichiarato di essersi sentito vicino a vincere questo torneo. Sabato mattina in tanti pensavano che il favorito per il torneo fosse lui, perciò è stata una sconfitta più dura del solito“.

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Poi si è parlato degli insegnamenti che l’azzurro può trarre dalla sconfitta contro Rune: “Sinner deve trarre un paio di insegnamenti dalla partita contro Rune: dopo che hai dominato il primo set e non fai vedere la palla al tuo avversario, hai messo in pratica un piano di gioco perfetto. Poi ti ritrovi sotto nel secondo, cambiano le condizioni: in questo Sinner doveva essere capace di cambiare qualcosa e non giocare esattamente come prima. Infatti lui ha detto di aver perso in efficacia per il campo più pesante. Dietro alla sconfitta c’è anche una ragione tecnica: quando la partita si è scaldata dal punto di vista ambientale, il servizio è venuto meno e non ha aiutato. Se metti un buon numero di prime in campo, non hai sempre bisogno di tirare sempre a tutta e puoi controllare il gioco. Anche in risposta ha giocato un po’ peggio, ma il salto in avanti deve arrivare sul servizio. Dalla partita con Rune si può prendere comunque di positivo il primo set in cui ha totalmente disinnescato il suo avversario e fisicamente non ci sono più dubbi sulla sua tenuta, visto il cambio di continente e di superficie e la sua velocità d’adattamento. Se continui ad arrivare in fondo ai tornei, prima o poi i tornei li vinci: ci potremo attendere sorteggi più favorevoli in futuro, ma gli incastri favorevoli arriveranno, l’importante è rimanere in alto e riuscirà a vincere un 1000 o uno Slam“.

Il giornalista della Rosea si è soffermato sull’importanza di un coach come Darren Cahill: “Quella con Rune è stata un’esperienza: bisognerà cercare di capire cosa succederà se dovesse ricapitare una situazione simile. Non si può andare in crisi tutte le volte se il tuo avversario chiama il pubblico. Un allenatore come Cahill può essere importante per gestire queste situazioni: la gestione mentale di quei momenti passa anche dall’esperienza maturata da un allenatore come Cahill che ha portato 7/8 giocatori al numero 1 del mondo e ha vissuto queste esperienze. Sinner su questo è seguito perfettamente e ha un solido team alle spalle. Rune ha una certa spocchia, ma non tutte le partite si risolveranno in corrida. Non abbiamo la controprova, ma magari senza la pioggia sarebbe finita 6-1 7-5 per Sinner. Rispetto al passato lui chiama il pubblico e ha cominciato a farlo dopo il match con Tiafoe a Vienna, ma il suo staff potrà aiutarlo ulteriormente a gestire questi momenti“.

Sottolineata anche la maturità di Sinner rispetto ai suoi avversari: “Sinner è un giocatore che studia tanto l’avversario e la tattica prima della partita che deve giocare. In campo è lui l’esecutore della strategia, si presenta in campo con il suo piano e non ha bisogno di girarsi verso il suo angolo come Alcaraz e Rune. Ha già chiaro in testa il suo piano di gioco, non ha bisogno di particolari indicazioni mentre gioca e non c’è bisogno di un costante feedback con l’angolo se non quando le cose vanno particolarmente male“.

CLICCA QUI PER VEDERE L’INTERVISTA COMPLETA  RICCARDO CRIVELLI

Foto: LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI

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