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Formula 1

F1, Luigi Mazzola: “La SF-23 è una macchina sbagliata, non c’è molto altro da dire…”

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Ferrari

Il quinto appuntamento del Mondiale 2023 di F1 è alle spalle e in casa Ferrari si è costretti a fare i conti con un’altra controprestazione. Il quinto e settimo posto dello spagnolo Carlos Sainz e del monegasco Charles Leclerc sono chiaramente legati a una vettura che, soprattutto in gara, ha messo in mostra una serie di criticità.

Problematiche che impediscono ai due piloti di avere un rendimento costante, diversamente rispetto a quanto accade nelle qualifiche. Ci si chiede come sia possibile. Una spiegazione l’ha fornita l’ingegner Luigi Mazzola, ex figura autorevole della scuderia di Maranello, che nel corso di Race Anatomy su Sky Sport ha valutato la situazione in maniera molto chiara.

Non c’è molto da dire, alla fine la Ferrari SF-23 è una macchina sbagliata. Si continua a girare intorno agli assetti e al bilanciamento, ma si parla di una vettura squilibrata, che non offre dei riferimenti ai piloti. Una situazione che quando si gira con le gomme nuove si va un po’ ad appianare, ma poi quando c’è bisogno di consistenza con le mescole più usate si fa una grande fatica“, l’analisi di Mazzola.

E’ chiaro che ci sia un connubio tra meccanica e aerodinamica complicato. Per cui, quando si parla di Leclerc che sbaglia nelle qualifiche o nelle prove è riduttivo. In realtà, il problema è che il pilota è costretto a guidare sopra i problemi e talvolta questo porta a quello che abbiamo visto nel time-attack. Del resto, Charles si è girato per come la macchina ha reagito poco dopo essere andata sui cordoli. Quindi è la base a mancare nella vettura, che andrebbe analizzata nella sua totalità“, ha concluso l’ex ingegnere del Cavallino Rampante.

Una valutazione estremamente lucida della situazione in cui i piloti si trovano a fare i conti con una vettura instabile e in cui la scelta di assetti estremi è quasi obbligata per andare più forte nelle qualifiche, ma poi ci sono le ripercussioni negative in gara. Difficile lottare per il vertice così.

Foto: LaPresse

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