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Ciclismo
Giro d’Italia 2023: tappa insulsa a Campo Imperatore. Colpa di RCS o dei corridori?
Di attacchi verso l’organizzazione del Giro d’Italia 2023 ce ne sono stati già tanti negli ultimi giorni. Percorso non adatto, salite che mancano e altre diverse critiche. Oggi siamo sicuri al 100% che la colpa dell’immobilismo totale visto tra i big della Corsa Rosa sull’arrivo di Campo Imperatore non vada assolutamente data ad RCS.
La corsa la fanno i corridori, è da sempre così: in primavera ci siamo esaltati per praticamente tutte le gare, con i protagonisti (da van Aert a Pogacar passando per van der Poel) che sono riusciti a rendere spettacolari percorsi anche privi di grandi salite, attaccando lontanissimo dal traguardo ed entusiasmando il pubblico.
Oggi la paura l’ha fatta da padrona. Quella di Remco Evenepoel, di andare a riprendersi la Maglia Rosa che aveva lasciato gentilmente ad Andreas Leknessund (forse l’unico vincitore odierno, confermando il simbolo del primato) qualche giorno fa. Ma anche quella di tutti i suoi rivali di rischiare di subire contrattacchi letali.
Anche la giustificazione arrivata nel dopo tappa proprio da parte del campione del mondo sembra essere molto scarna: “Non è successo nulla per via del vento contrario, c’erano 4-5 gradi della scala Beaufort, quindi non poteva succedere molto”. Negli ultimi due o tre chilometri il vento era meno e le pendenze erano ideali per almeno abbozzare un attacco, invece nessuno ha avuto coraggio. La speranza è che da domani, ma soprattutto nella terza settimana crolli questo blocco e tante squadre provino almeno a tentare qualcosa, pur senza riuscirci.
Foto: Lapresse