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Ciclismo

Giro d’Italia 2023: da Ganna a Ciccone, perché il Covid-19 colpisce solamente il ciclismo?

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Filippo Ganna

Solo poche settimane fa, il 5 maggio (alla vigilia della Grande Partenza del Giro d’Italia 2023 dall’Abruzzo), dopo oltre tre anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria globale del Covid-19. Nonostante ciò il virus continua ad essere presente e preso in considerazione, soprattutto nel ciclismo su strada.

È possibile che, a differenza di tutti gli altri sport, nonostante non ci sia più l’obbligo di tampone, questa sia l’unica disciplina nettamente condizionata dal virus? Di casi nell’ultimo mese ne abbiamo visti diversi e, ovviamente, i rischi che si corrono stando a stretto contatto con compagni di squadra ed avversari in un gruppo così folto sono tantissimi. Sottolineiamo, non sta assolutamente a noi giudicare l’operato delle varie compagini che decidono di testare i propri atleti.

Fondamentale però sottolineare come la Corsa Rosa abbia perso diversi protagonisti sia nel pre che, ora, nel durante. A partire da Giulio Ciccone, in formissima in primavera e pronto a giocarsi le proprie carte sulle strade di casa, che subito dopo la Liegi-Bastogne-Liegi (dove si era ben espresso) ha contratto il virus ed ha dovuto dare forfait.

Oggi è stata la volta del campione d’Italia a cronometro Filippo Ganna. Pimpante nella prova contro il tempo iniziale, l’uomo della Ineos Grenadiers ieri ha sentito lievi sintomi influenzali e oggi, dopo la positività, ha deciso con la squadra di ritirarsi, proprio alla vigilia della giornata chiave del suo Giro, la Savignano sul Rubicone-Cesena.

Ganna e Ciccone i nomi più noti, ma se ne possono fare tanti altri: da Aleotti a Russo, passando per Conci, fino ad arrivare agli altri forfait di Mader, Foss e Gesink, con il virus che nell’ultimo mese è veramente risultato limitante per diverse compagini.

Foto: Lapresse

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