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Giro d’Italia 2023: tappa ribaltata per condizioni estreme…che non si sono viste! L’autogol dei corridori

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Giro d'Italia

L’ennesimo spettacolo indegno a livello agonistico è andato in scena al Giro d’Italia 2023. Dopo il “tutti assieme appassionatamente” di Campo Imperatore, dove i big non si sono dati battaglia trincerandosi dietro la scusa del forte vento contrario in quota, anche l’attesissima tredicesima tappa si è conclusa con un nulla di fatto tra gli atleti che puntano alla conquista del Trofeo Senza Fine. Non c’è stata azione in strada, ma la figuraccia è arrivata ben prima di montare in sella: ieri sera si è svolto un sondaggio tra i corridori e il 90% ha votato per richiedere agli organizzatori una modifica del percorso odierno a causa di avverse condizioni meteo.

Si temevano pioggia battente e temperature inclementi sui passi di montagna, tanto che i ciclisti volevano evitare la temutissima Croix de Coeur e la conseguente discesa giudicata pericolosa. Si è giunti a un compromesso, come ha dichiarato il direttore di gara Mauro Vegni: tagliare i primi 125 km, scartare il Gran San Bernardo e partire direttamente ai piedi della Croix de Coeur, una delle salite più impegnative di questa edizione della Corsa Rosa. Ne è venuta fuori una tappa di 74,6 km, con la prima ascesa nei fatti neutralizzata visto che nessun big si è preso la briga di attaccare considerando anche la lunga discesa dopo il GPM e i 22 km pianeggianti.

Giro d’Italia 2023: corridori o mammole? Hanno strappato l’anima secolare del ciclismo

A seguire una blanda passerella a Crans Montana e tutti big appaiati sul traguardo. Nessun distacco in quello che doveva essere il tappone alpino, il primo crocevia in montagna dopo due cronometro e il topolino di Campo Imperatore. Un vero e proprio autogol da parte dei corridori perché le condizioni estreme non si sono viste! La pioggia non si è materializzata (salvo qualche piccolissima goccia lungo i primi chilometri di discesa dalla Croix de Coeur), le temperature erano tutt’altro che rigide (si è parlato anche di 10 °C in cima), il vento non è sembrato essere un fattore.

Si è voluto adottare il protocollo UCI “Weather Extreme”, ma non ce n’erano gli estremi! L’Associazione dei Ciclisti (chiamarlo “sindacato” non è nei fatti errato) lo ha invocato, ma poi all’atto pratico non c’era la grandine, non c’erano cumuli di neve, non c’era vento impetuoso, non mancava la visibilità, l’aria era respirabile. Temperature rigide? Ribadiamo: no. Pioggia? Timidissima, per pochi istanti. Anzi, sul finale si è fatto anche largo un raggio di sole. Ci si è voluti affidare ad app professionali sul meteo che poi si sono rivelate completamente errate. Il risultato? Una pessima figura per il ciclismo e per il Giro d’Italia, in nome di una sicurezza zelante e che oggi non era necessaria.

Affrontare Croix de Coeur e Crans Montana con 125 km in più nelle gambe e con la fatica del Gran San Bernardo sarebbe stata ben altra cosa. I tifosi sono stufi, scocciati, annoiati. In perenne attesa di una montagna, di una salita, di uno spettacolo che si sta tramutando nel più classico dei Godot. Hanno perso i ciclisti e chi ha votato per una mutilazione che invece ha fatto soltanto danni e lasciato invariata la classifica, quando invece tutti si aspettavano un ribaltone. Salvate il ciclismo, perché così non si può andare avanti: è stata una desacralizzazione.

Foto: Lapresse

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