Calcio
Manovra stipendi, Juventus deferita insieme a sette dirigenti. A giugno il processo
Niente patteggiamento. Niente ammenda. I deferimenti sono arrivati. E sanno di possibile stangata, per la Juventus. Per la quale si parla di responsabilità diretta e oggettiva in relazione all’articolo 6 del Codice di Giustizia Sportiva. Mentre ai sette dirigenti coinvolti viene contestata la violazione dell’articolo 4. Si tratta di Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Federico Cherubini, Giovanni Manna, Paolo Morganti e Stefano Braghin. I primi due, all’epoca dei fatti, sedevano nel consiglio di amministrazione bianconero.
La Procura federale presieduta da Giuseppe Chiné ha reso noto il provvedimento nel pomeriggio tramite un comunicato ufficiale sul sito della Figc. La notizia era nell’aria, incombeva da tempo. Ma il club aveva cercato di patteggiare per evitare il deferimento, proponendo una semplice ammenda. Proposta rimandata al mittente perché ritenuta incongrua. Sulla penalizzazione, la Procura, pare non voler transigere in un caso in cui viene meno il principio della lealtà sportiva. Detto che l’ipotesi patteggiamento rimane possibile anche dopo i deferimenti. Bisognerà capire a quale prezzo.
I filoni della manovra stipendi
Ma tant’è. Al momento la Juventus si ritrova coinvolta in due casi giudiziari di notevole rilevanza. Il caso plusvalenze, che vivrà il suo prossimo capitolo lunedì 22 maggio con la nuova sentenza della Corte d’Appello federale, chiamata a rivedere il -15 inflitto a gennaio su “suggerimento” del Collegio di Garanzia del Coni. E il caso legato alla cosiddetta “manovra stipendi”, che stando al comunicato odierno della Figc conta ben tre filoni: la manovra stipendi stessa, i rapporti con gli agenti e i rapporti con altri club (Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari).
Il primo filone riguarda gli accordi per la riduzione di quattro mensilità stipulati con 21 giocatori e con l’allenatore Maurizio Sarri nella stagione 2019-20, violazione contestata ad Andrea Agnelli e Fabio Paratici, all’epoca dei fatti presidente del CdA e Chief Football Officer. Lo stesso reato viene contestato a Pavel Nedved, vice presidente del CdA, che nella stagione successiva sarebbe rimasto coinvolto per gli accordi con 17 calciatori. Il secondo filone, quello relativo ai rapporti con gli agenti, coinvolge gli altri quattro ex dirigenti deferiti, ovvero Federico Cherubini, Giovanni Manna, Paolo Morganti e Stefano Braghin.
Il terzo e ultimo filone, invece, viene contestato a Paratici e a Cesare Gabasio “soggetto che svolgeva attività all’interno o nell’interesse della società Juventus, per aver violato i principi di lealtà, correttezza e probità, in relazione al fatto di aver trattato, sottoscritto o comunque pattuito con le società Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari accordi confidenziali aventi ad oggetto operazioni di mercato relative all’acquisto e/o alla cessione e/o al riscatto di calciatori, senza provvedere al deposito della relativa modulistica federale presso la Lega di Serie A”, si legge nella nota della Procura Federale. La violazione è sempre quella dell’articolo 4 del CGS. Le indagini sui sei club coinvolti sono ancora in corso. E presto potrebbero esserci novità in merito.
Il processo: si va a giugno
L’iter della giustizia sportiva sarà quello canonico. Ma non inizierà prima di giugno e della fine del campionato di Serie A. Il processo comincerà con il Tribunale federale, poi toccherà alla Corte d’Appello per il giudizio di secondo grado e infine, se ce ne sarà bisogno, ci si rivolgerà al Collegio di garanzia del Coni. Parallelamente prenderà il via l’iter della giustizia ordinaria, con l’inchiesta Prisma, che però avrà tempi molto più lunghi. Quale sarà il destino della Juve, ad oggi, risulta difficile dirlo. Anzi, è quasi impossibile.
La certezza è che lunedì 22 maggio uscirà la nuova sentenza sul caso plusvalenze. E l’impressione è che la difesa del club bianconero potrebbe variare a seconda della decisione della Corte d’Appello federale. La buona notizia, per la Juve e i suoi tifosi, è che la sanzione non potrà essere stabilita guardando l’attuale classifica della Serie A: prima si definirà la pena e solo in un secondo momento si capirà se applicarla nella stagione in corso o nella successiva. L’ipotesi auspicata dalla Torino bianconera.
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