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Roland Garros 2023: i 4 grandi favoriti. Novak Djokovic sfida la NextGen che ormai è realtà

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Novak Djokovic

Poteva essere (anche) la sfida di Rafael Nadal alla gioventù, nell’anno in cui avrebbe potuto andare a caccia del Roland Garros numero 15. Invece, con la sua assenza, che fa parecchio rumore visto il suo significato per il secondo Slam dell’anno dal 2005 a oggi, tutta la pressione, ammesso che tale possa chiamarsi, di cercare altri obiettivi che lo porterebbero sempre di più sul pianeta della storia tennistica ricade su Novak Djokovic.

Il serbo, infatti, vincendo di nuovo a Parigi, dopo i successi del 2016 e 2021, diventerebbe l’unico uomo ad aver vinto per almeno tre volte, a prescindere dagli anni, tutti i tornei dello Slam. E, del resto, il 23° della serie lo porterebbe di nuovo davanti al mancino di Manacor in una classifica nella quale soltanto loro, ormai, possono “attaccarsi” a vicenda, almeno fin quando Nadal sarà in attività e quando riuscirà a tornare in campo.

Il tema di questo Roland Garros è ben più che chiaro: Djokovic contro i volti nuovi che ormai sono nel presente del tennis. Carlos Alcaraz, Holger Rune e Jannik Sinner sono gli uomini ormai prossimi a dare a questo sport una chiara impronta, per quanto non siano certo i soli ad avere qualcosa da dichiarare (Tsitsipas, Medvedev e, quando tornerà al suo livello, Zverev qualcosa da dire ce l’hanno, e non soltanto loro).

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E c’è da dire che, per il serbo, le cose con questi giocatori si fanno piuttosto complicate: con Alcaraz è 0-1, con Rune è 1-2, ma avendo perso gli ultimi due confronti, con Sinner è 2-0, ma a Wimbledon è stato costretto a rimontare due set. Un po’ come a dire che sì, Djokovic è ancora lì, ma il cambio della guardia sta arrivando. Certo, va anche detto che gli Slam sono un’altra storia rispetto ai Masters 1000: in questo senso l’unico termine di paragone è Djokovic-Sinner dei quarti ai Championships.

Gli ultimi segnali lanciati da Madrid e Roma parlano abbastanza chiaro: Djokovic sta ancora carburando, Rune è già particolarmente carico e Alcaraz, dopo Madrid, ha quasi preso una “pausa” a Roma in attesa di quello che è il suo vero obiettivo. Quanto a Sinner, al Foro Italico ha vissuto la classica giornata no contro Francisco Cerundolo, ma se c’è un luogo nel quale ha vissuto di tutto e sa come muoversi, quello è Parigi, visto il rendimento 2020-2022.

In breve, oggi in molti danno Djokovic per secondo favorito dietro ad Alcaraz, che per la prima volta si troverà a gestire i galloni di colui che ha la massima pressione addosso. Vero è, però, che se il serbo sa come gestire sia l’essere favorito che il non trovarsi nella posizione di vertice, per il murciano questo sarà un fatto nuovo. E l’uomo che detiene il record di settimane al numero 1 del mondo ancora qualcosa da dire ce l’ha.

Foto: LaPresse

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