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Atletica, Simone Collio: “Per Jacobs recupero veloce. Iapichino geneticamente un fenomeno. E Furlani…”

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Simone Collio

Gli appassionati di atletica leggera ricorderanno sicuramente Simone Collio, ottimo velocista con un personale di 10.06 sui 100 metri (nel 2009) e capace di conquistare la medaglia d’argento con la 4×100 agli Europei 2010 (l’anno successivo gli azzurri furono quinti ai Mondiali). Il 43enne, che ha partecipato a tre edizioni delle Olimpiadi (Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012), è stato ospite di Athletics2u, la trasmissione di Sport2u, la web tv di OA Sport.

Simone Collio ha parlato della sua attuale professione: “Oggi sono un fisioterapista che collabora con diversi sprinter di livello internazionale. Alla Diamond League di Rabat ero con Travyon Bromell, con cui avevo collaborato anche l’anno scorso insieme a Marvin Bracy e André De Grasse. Sto facendo una bella esperienza da questo punto di vista, sono loro che hanno scelto me. L’esperienza è formativa dal punto di vista del coaching, essere presente e constatare le metodologie estere mi fa crescere. Avere la possibilità di vedere come si allenano quotidianamente mi aiuta nel mio mestiere“.

Un passaggio anche sulla tappa di Diamond League andata in scena domenica sera a Rabat: “Probabilmente le condizioni atmosferiche non erano ideali, c’era un po’ di vento ballerino che ha disturbato. Velocisti che si sono già espressi su ottimi livelli hanno leggermente peggiorato le loro prestazioni. Mi aspettavo la vittoria di Kerley, perché ha già fatto tante gare e ha costanza, è a un livello di preparazione obiettivamente superiori agli altri in questo momento. Bromell viene da un infortunio, ora comincia a stare bene ed è concentrato sui Trials, gareggerà anche a Firenze. A me colpisce tantissimo Tebogo: è un talento indiscusso, credo che nei prossimi anni dovremo tenerlo in considerazione“.

Marcell Jacobs era atteso a Rabat, ma non ha gareggiato a causa di una sciatalgia e sarà assente anche al Golden Gala di venerdì 2 giugno a Firenze. Simone Collio è entrato nel dettaglio:Si parla di una problematica legata a una compressione del nervo sciatico, ti fa perdere un po’ di sensibilità agli arti inferiore e uno sprinter che sente una gamba che non lavora come dovrebbe si allerta. C’è stata molto prudenza, sono andati in Germania dove è arrivata una diagnosi con un recupero veloce. È stato visitato dal dottor Mueller, lo conosco. Lui ha seguito Usain Bolt per tutta la carriera, tantissimi atleti fanno riferimento a lui anche se poi magari a livello mediatico non salta fuori. È super preparato, ha una clinica personale dove lavora che mette a disposizione tutto quello che serve: un atleta entra e ha la possibilità di avere una diagnosi certa nel giro di poche ore. Ha tutta una serie di figure professionali di cui si avvale (osteopata, chiropratico, fisioterapisti, etc.) e poi lui stesso interviene nel caso di pratiche mediche. È un validissimo professionista perché riesce a inquadrare in maniera certa qual è il problema, cosa che magari in altre situazioni non avviene“.

Simone Collio si è soffermato su questo specifico fastidio fisico: “La sciatalgia può essere molto fastidiosa, è un discorso di sensibilità più che di dolore. Nel caso di Jacobs c’è stato un contro movimento sul blocco di partenza e ha avuto una “schiccheretta” a livello lombo-sacrale e quindi questa ripercussione che ha sentito nella catena posteriore. Quando un velocista perde sensibilità alza subito le antenne, anche perché poi diventa pericoloso: avere uno strappo in questo momento potrebbe voler dire compromettere la stagione e sappiamo che Jacobs viene fuori da una serie di problemi muscolari negli ultimi anni“.

In inverno l’Italia ha scoperto Samuele Ceccarelli, laureatosi Campione d’Europa sui 60 metri battendo proprio Jacobs. Cosa bisogna aspettarsi dal toscano sui 100 metri? Simone Collio ha analizzato la questione: “Non so obiettivamente dare una risposta. Sicuramente è un grandissimo talento, è esploso questo inverno. Nelle gare che ha corso al coperto ha dimostrato un grandissimo carattere e motivazione, sicuramente una preparazione ottimale. I 60 metri non sono i 100, il top speed è la fase cruciale e fa la differenza sui 100. Abbiamo visto tanti velocisti esprimersi su tempi importanti sui 60 metri e poi avere un po’ più di difficoltà nel riportare quel tempo sui 100. Non è utopia pensare che un atleta che corre 6.47 possa correre sotto i 10”. Mi ha lasciato un po’ perplesso la sua tecnica di corsa molto improntata ai 60 metri, con un drive molto lungo, una fase di accelerazione molto lunga e quasi esasperata, con le spalle in avanti nel finale, dove invece sui 100 raggiungi la velocità massima. Questo può portarlo, se continua a mantenere quell’assetto, a perdere velocità negli ultimi 40 metri. Mi hanno detto che stanno lavorando su questo aspetto e sono curioso di vedere cosa farà a Firenze“.

Parole di ammirazione per Larissa Iapichino, fresca di argento nel salto in lungo agli Europei Indoor: “Larissa Iapichino è una ragazza fantastica, lei e suo papà sono persone veramente belle, umili e in gamba. Dal punto di vista atletico è un fenomeno, ha nella genetica quello che deve avere. Credo che abbia trovato una stabilità tecnica, frutto del lavoro fatto con Gianni, ma anche una stabilità mentale. Ha trovato un po’ più di serenità. Probabilmente ha avuto bisogno di tempo per trovare il suo equilibrio, la vedo determinata e dal punto di vista fisico lavoro con lei da ottobre, è pronta per fare un’ottima gara a Firenze. In Grecia ha fatto un grandissimo esordio con 6.83 e 1,8 m/s di vento contrario. Ci sono tutte le premesse per fare un grande risultato”.

Altro grande talento del panorama italiano è Mattia Furlani, autore di un superbo 8.44 ventoso nel salto in lungo: “Mattia Furlani è un altro super super fenomeno, anche lui un bravissimo ragazzo che ha un futuro davanti. Più giovane di Larissa, dovranno essere bravi nel saperlo gestire e nel non caricarlo di aspettative. Non lo conosco benissimo, ci ho lavorato qualche volta, ma mi sembra un ragazzo umile e con la testa sulle spalle. Ci sono le premesse per affermarsi in maniera importante. Un 18enne che fa 8.44, ok che era ventoso, ma è sempre 8.44…”.

Interessante conclusione sul confronto tra l’atletica italiana attuale e quella dei tempi di Collio:Abbiamo assistito dal post Tokyo a questo boom di talenti, di giovani che stanno crescendo e si stanno affermando. Questa atletica italiana è ben diversa da quella che ho fatto io nei miei anni. Spesso mi chiedono perché e io ritengo che ci sia stato negli anni passati un ricambio di nuovi tecnici giovani, tra i quali cito Claudio Licciardello. Anche in Italia ci stiamo pian piano portando a riprendere quella che è la tradizione dell’America, c’è stato un cambiamento e cominciano a vedersi i risultati. Nella mia era era più difficile per un giovane allenatore reperire informazioni, dovevi andare fisicamente a fare dei corsi, invece ora è tutto più facile e questo ha aiutato a crescere in termini di programmazione. Poi sicuramente abbiamo tanti ragazzi giovani predisposti all’atletica“. Di seguito la VIDEO intervista integrale a Simone Collio.

VIDEO INTERVISTA SIMONE COLLIO

Foto: Lapresse

 

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