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Ciclismo

Jonathan Milan: “Devo valutare l’ipotesi del doppio Mondiale. Cipollini? Un onore essere accostato a lui”

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Jonathan Milan

Jonathan Milan ha spiccato il volo. A soli 22 anni il friulano si è già laureato campione olimpico, mondiale ed europeo su pista. Grande sostenitore della multidisciplinarietà, Milan è riuscito ad imporsi anche su strada vincendo la sua prima tappa al Giro d’Italia (era dal 1989 che non vinceva un italiano così giovane alla Corsa Rosa) con una volata magistrale, conquistando anche la maglia ciclamino, la seconda per importanza dopo quella rosa. Jonathan è l’uomo del momento ed è uno dei pezzi pregiati del prossimo ciclomercato. Sulle tracce del gigante di Buja si erano mosse molte squadre World Tour, tra le quali la Soudal Quick Step e la UAE Emirates, ma sembra proprio che la più veloce di tutte sia stata la Lidl-Trek (denominazione del team statunitense dal prossimo 1° luglio) del Team Manager Luca Guercilena.

Primo Giro d’Italia: una vittoria di tappa e maglia ciclamino. E dire che non dovevi neanche farlo…

“La convocazione è arrivata un po’ all’ultimo perché bisognava vedere come stavo. L’obiettivo c’era da inizio stagione, l’ho presa in maniera leggera, volevo andare per divertirmi e aiutare la squadra. Più motivato di così non potevo essere, ero molto rilassato e felice”. 

Il posizionamento nelle volate va migliorato… 

“Sì, è un po’ da rivedere. Noi alla fine siamo arrivati al Giro con una squadra pronta e siamo stati competitivi a 360°. Abbiamo vinto in volata, in salita, la maglia ciclamino e la classifica a squadre. Damiano (Caruso, ndr) è arrivato quarto in generale, è stata una Corsa Rosa pazzesca. Era il mio primo Giro d’Italia e quindi non sapevo come il mio fisico avrebbe reagito”.

Pensi di aver dimostrato alla squadra di meritare un treno tutto per te?

“Penso che la squadra mi abbia dato una grande mano, un nome in più sarebbe servito, però è andata bene così”.

Mondiali su pista e strada: stai pensando di fare entrambi, magari rinunciando all’inseguimento individuale?

“Vediamo come starò. L’inseguimento a squadre lo farò sicuramente, per il resto poi deciderò. Non so ancora definito niente, mi piacerebbe correre su strada, ma bisogna vedere quanto sia fattibile fare questo doppio Mondiale perché vorrei fare bene entrambi”. 

Gli accostamenti con Cipollini e Petacchi ti fanno piacere?

“Sì fanno sempre piacere. Sono onorato di essere accostato a questi nomi”.

Al Giro hai dimostrato di essere anche molto di più di un velocista. La salita non ti fa paura: a quali Classiche punti? 

“Le Classiche mi piacciono molto, ma quest’anno non ero al top della condizione. Le mie due preferite sono la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix, poi vediamo se nel futuro si apriranno anche altre strade”.

Quale sarà il tuo programma di avvicinamento al Mondiale?

“Prossimamente sentirò i miei allenatori e capirò quali corse fare o se andare in altura. Farò sicuramente delle settimane in pista, ma al momento non ho definito il mio calendario”. 

Pensi con le tue prestazioni di aver riportato un po’ di entusiasmo al ciclismo italiano?

“Sono stato una sorpresa anche per me stesso, non pensavo di avere questo riscontro immediato, era il mio primo Giro ed ero molto emozionato. Un primo sogno che si realizza e la vittoria è stata una sorpresa. Ho fatto anche dei buoni secondi posti, con delle belle rimonte, ma poi è mancato quel qualcosa, sicuramente anche la posizione”.

 Nel quartetto su pista sarà ancora un duello Italia-Gran Bretagna, o ti aspetti altri inserimenti?

“Sicuramente ci saranno anche altre nazioni che nell’ultimo anno si sono allenate molto. La Gran Bretagna va forte, sono sempre lì e sono migliorati molto ultimamente. Io mi aspetto sempre una forte Gran Bretagna, forse l’Australia e la Nuova Zelanda, ma vedremo come sono messe, così come la Francia”.

Foto: Lapresse

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