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Tennis, Lorenzi: “Non dite che Sinner è un giocatore normale. Alcaraz non sarà il dominatore. Musetti sull’erba farà fatica”

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Jannik Sinner

Mettere i puntini sulle ‘i’. Il Roland Garros sta per giungere a una conclusione e siamo in attesa di capire chi sarà il vincitore di quest’anno che riceverà il testimone dallo spagnolo Rafael Nadal, in senso figurato. Tra chi ambisce al massimo possibile, ci sono l’iberico Carlos Alcaraz e il serbo Novak Djokovic che si affronteranno in una semifinale dal sapor di “atto conclusivo”. E’ opinione da parte di tanti addetti ai lavori che il vincitore dello Slam francese verrà fuori da quel confronto. Per la cronaca, nell’altra semifinale si affronteranno il norvegese Casper Ruud e il tedesco Alexander Zverev.

Un’esperienza transalpina in cui l’Ital-tennis non ha risposto come si sarebbe sperato, specialmente per quanto fatto dalla punta principale, ovvero Jannik Sinner. L’altoatesino, eliminato al secondo turno dal tedesco Daniel Altmaier, è stato costretto a salutare anzitempo e si dovranno fare delle riflessioni. Alla prova dei fatti, come era accaduto a Roma, i nostri portacolori non sono andati oltre gli ottavi di finale.

Per parlare di questo, ma anche di quanto è accaduto finora in generale, ci siamo rivolti a Paolo Lorenzi, ex tennista di buon livello e stimato commentatore di Sky Sport, con incarichi dirigenziali nella Federtennis di un certo rilievo.

Paolo, bentrovato. Facciamo un bilancio dell’Italia del tennis a questo Roland Garros. E’ rimasto deluso?

Se si fa una valutazione globale direi di no. Lorenzo Sonego ha raggiunto gli ottavi di finale, disputato un match incredibile contro il russo Andrey Rublev e si è arreso a Karen Khachanov, mettendo in mostra anche in quel caso un gioco notevole. Sono venute meno le energie ed è un aspetto sicuramente su cui deve migliorare. Bene Arnaldi, Fognini e Cocciaretto, Zeppieri ha disputato un match di spessore contro Ruud, mettendo in difficoltà. Chiaramente ci si aspettava di più da Sinner”.

A proposito della sconfitta dell’altoatesino contro Altmaier. Le sue parole in conferenza stampa possono aver fatto scattare un campanello d’allarme, dal momento che ha ammesso di non aver saputo gestire la pressione che lui stesso si è messo. Secondo lei si è sopravvalutato e anche noi che lo giudichiamo lo abbiamo sovrastimato?

Assolutamente no. Quello che dice Jannik rientra in un qualcosa che tutti i giocatori di alto livello hanno già dovuto affrontare. Lo stesso Alcaraz, poco dopo essere diventato n.1 del mondo per la prima volta, ammise in conferenza stampa di avere difficoltà nella gestione della tensione e non a caso ci ricordiamo tutta una serie di sconfitte dopo New York, come contro Goffin ad Astana. Per quanto mi riguarda, Sinner imparerà da questa esperienza perché non si può pensare che, dopo aver giocato quattro mesi molto bene e scalato la classifica ed essere in alto nella Race, sia diventato un giocatore normale”.

Pensa possa rifarsi sull’erba?

A mio parere sì, lì può giocare molto bene, come ha dimostrato l’anno scorso a Wimbledon. La sua capacità di essere offensivo sull’erba viene esaltata perché è molto più difficile ribattere i suoi colpi, cosa che invece sulla terra è più “semplice”. Sarà interessante capire come riuscirà a voltare pagina dopo Parigi, ma per me ci sono possibilità per essere tra i riferimenti in vista dei Championships”.

Non ne abbiamo parlato, ma approfondiamo il tema “Lorenzo Musetti”. Il toscano ha fatto vedere cose importanti nei primi tre incontri al Roland Garros e poi si è dovuto arrendere a un Alcaraz di altissimo livello. In conferenza, ha detto di non aver lottato. Lei che sensazioni ha avuto?

A mio modo di vedere, Lorenzo è arrivato alla partita con Alcaraz così in fiducia che poi si è trovato un po’ spiazzato dall’interpretazione dello spagnolo che è stata perfetta. Lui, per questo, si è anche lasciato andare e non è stato in grado di essere aggressivo come avrebbe dovuto, perdendo campo. Resto però convinto che sulla terra, quando metterà insieme i pezzi del suo gioco, può essere a livello dei più forti. Sulle altre superfici, invece, io credo farà più fatica”.

Sull’erba quindi prevede un Musetti in difficoltà?

La sua posizione in campo è un fattore discriminante. Sull’erba se vai troppo indietro non hai più la possibilità di recuperare e lui ha questa tendenza, specie quando non si sente così sicuro. Sulla terra puoi recuperare, ma su quest’altra superficie no. Temo che per lui sarà più complicato, ma mi auguro di sbagliare”.

Parlando sempre di stagione sull’erba, da Stoccarda ritroveremo Matteo Berrettini. Il romano difende tanti punti, viste le vittorie in Germania e al Queen’s dell’anno scorso. Che cosa ci può dire su di lui?

So che si sta preparando bene per tornare a Stoccarda nel miglior modo possibile. Tutti speriamo possa ripetere i risultati dell’anno scorso, dopo essere rientrato dal lungo stop per l’operazione alla mano, ma temo sarà molto difficile. Per me, Matteo sfrutterà questi tornei proprio per riprendere anche il feeling dal punto di vista agonistico per arrivare pronto a Wimbledon. Se sta bene, è sempre uno dei favoriti nello Slam a Londra”.

Magari una Finale Sinner-Berrettini a Wimbledon?

Mi accontenterei anche di uno solo di loro nell’atto conclusivo (sorride, ndr)”.

A proposito di Finale, secondo lei chi vince il Roland Garros?

Personalmente io credo che, nonostante Alcaraz stia esprimendo un tennis eccezionale, alla fine vincerà Djokovic, sfruttando la sua straordinaria esperienza e capacità di alzare il livello quando più conta”.

Per quanto visto in questo Slam, però, la sensazione è che nessuno della nuova generazione e di quella immediatamente precedente possa contrastare Alcaraz. Crede che ci dobbiamo preparare all’era del dominio dello spagnolo, dal momento che Djokovic è alle ultime battute?

No, non penso che ci sarà una situazione come quella che abbiamo vissuto con Nole, Federer e Nadal. Secondo me ci saranno più giocatori che potranno vincere Slam e tra questi io ci metto anche Sinner e Musetti perché il percorso di maturazione è diverso da tennista a tennista. Il cambio generazionale è inevitabile, ma non vedo in Alcaraz un dominatore assoluto”.

Crede che spesso noi interpretiamo il tennis, che è una maratona a ostacoli, come un 100 metri?

Esattamente, impossibile dare un quadro definitivo della situazione. Godiamoci quello che il campo ci dà”.

Foto: LaPresse

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