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Roland Garros 2023, Casper Ruud di nuovo in finale, Zverev annichilito in tre set

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Zitto zitto, a fari spenti, Casper Ruud è di nuovo in finale al Roland Garros. Il tennista norvegese si guadagna il diritto di giocarsi per la terza volta nell’ultimo atto un titolo dello Slam dopo Parigi lo scorso anno e gli US Open 2022, battendo nettamente Alexander Zverev in una partita senza storia: 6-3 6-4 6-0 in poco più di due ore, giocando in maniera quadrata e senza scossoni. Tra lui e la coppa dei Moschettieri il solo Novak Djokovic.

Si ci aspettava una partita più equilibrata, dopo le buone sensazioni che Zverev ha lasciato durante le partite precedenti, ma oggi si vede in campo la versione peggiore possibile: spaurita, con un dritto tremolante e degli enormi patemi con la seconda di servizio. Primi due giochi in battuta e arrivano due break, rendendo inutile la reazione nervosa del terzo gioco dove aveva recuperato lo svantaggio al quinto tentativo. Ruud è invece costante e si porta a casa la prima frazione. 

Il secondo set è quello più equilibrato, per così dire, dove Zverev ha anche l’opportunità per condurre la sfida. Nel quarto gioco è avanti 0-40, ma si spara praticamente sui piedi, con una risposta sballata e un dritto comodissimo in avanzamento buttato in rete. Ruud ringrazia e recupera, attendendo il momento di down del suo avversario. Che arriva nel settimo game, mettendo il punto esclamativo con un passante lungolinea per il break a zero mandando in archivio la frazione.

E la partita si chiude praticamente qui. Perché Zverev non ha più la forza di crederci, e si vede dal suo atteggiamento remissivo in campo contro un Ruud carico a pallettoni. Il terzo set è una pura formalità, con qualche tifoso che fischia timidamente il tedesco per la sua mancanza di volontà, ma il norvegese invece non si fa intimidire chiudendo con uno schiaffo di dritto.

Statistiche che vanno ovviamente a favore di Ruud, che chiude con un ottimo 25-19 nel saldo vincenti-errori non forzati contro il 31-37 dell’avversario. Il numero 4 al mondo è soprattutto cinico quando si tratta di cancellare palle break: solo una concessa, nel primo gioco al servizio, su nove totali.

Foto: LaPresse

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