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Tiro a volo, Marco Conti: “La situazione del trap era complicata. Ora sono tutti sulla corda”

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Marco Conti si gode i successi ottenuti dal trap italiano ai Giochi Europei 2023 di Cracovia (bottino: 4 ori, 1 bronzo, ma soprattutto due carte olimpiche verso Parigi 2024), ma sa che nel tiro a volo non ci si può mai distrarre.

Il direttore tecnico della specialità, insediatosi a gennaio di quest’anno, ha cambiato tutto o quasi per arrivare a ottenere questi risultati portando una filosofia nuova sotto tanti punti di vista.

Ne abbiamo parlato proprio con lui, in un’intervista con OA Sport, dove lo stesso Marco Conti ci porta dentro le pieghe del lavoro della nazionale italiana di trap. 

Marco, lei è arrivato a essere il direttore tecnico della squadra di trap dall’inizio del 2023: che situazione ha trovato?
“Appena mi sono insediato devo dire che ho trovato una situazione complicata sotto diversi punti di vista, ragion per cui mi sono messo subito a lavorare per trovare il miglior modo per entrare in empatia con i tiratori e le tiratrici”.  

Il trap maschile, più che quello femminile, sembrava in grossa difficoltà: come ha fatto a ridare fiducia ai tiratori?
“Anche se ho passato gli ultimi 10 anni della mia carriera all’estero (con le nazionali di Emirati Arabi, Iran e Oman, ndr), il gruppo della nazionale mi conosce e con alcuni ho confidenza sin da quando erano ragazzi. La fiducia è tornata in poco tempo, anche perché ho messo da subito in chiaro le mie regole di lavoro: si vince o si perde con il fucile in mano, rispettando i valori interni del ranking nazionale, nessuno o nessuna ha il posto garantito. L’obiettivo è quello di tenere sempre tutti sulla corda per iniziare e proseguire un percorso di crescita”.

Veniamo all’attualità. Come avete preparato i Giochi Europei: avete pensato a qualcosa di mirato dal punto di vista tecnico e psicologico?
“Qui dobbiamo fare un passo indietro. Abbiamo profondamente lavorato sull’aspetto tecnico, già da prima dei Giochi Europei di Cracovia, anche se all’inizio qualcuno non condivideva questo tipo di modifiche. Il “clic” importante è avvenuto in occasione della tappa di Coppa del Mondo di Almaty, in Kazakistan, quando sono cominciati ad arrivare i risultati in maniera decisa e importante”.

Il “ruggito” di Jessica Rossi e quello di Mauro De Filippis: avevano bisogno di ritrovarsi dopo le burrascose Olimpiadi di Tokyo pensando a Parigi 2024?
“Le “ombre” di Tokyo vanno messe alle spalle: guardiamo avanti. Da tecnico posso dirvi comunque che la gara in Giappone di un paio di anni fa ha fatto registrare buoni risultati: è mancata la medaglia, ma, a posteriori, io la valuto come una buona Olimpiade”.

Ora manca solo un pass, maschile, al trap per completare le caselle verso le Olimpiadi: come affronterete il resto della stagione considerando che comunque fra poco più di un mese ci sarà un Mondiale da disputare?
“Anche in occasione dei Giochi Europei, lo dico, non abbiamo mai pensato al pass olimpico. Ci siamo concentrati su aspetti tecnici e mentali a 360 gradi: dalla resa balistica del fucile alle cartucce, passando per la posizione del corpo e la concentrazione mentale mutando peraltro tecniche dallo yoga. Quello che dobbiamo fare è andare avanti gara per gara, piattello per piattello. Sembrano frasi fatte, ma alla fine l’essenza del nostro sport è quella: nessuno si porta i piattelli rotti da casa, anzi. La bravura di ogni singolo tiratore o tiratrice sta nel capire le condizioni di gara di volta in volta al fine di arrivare ad essere sempre competitivo o competitiva. I miei maestri Silvano Basagni e Carlo Danna mi hanno insegnato questo e ciò lo voglio trasferire ai più giovani”.

Foto: FITAV

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