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Pallanuoto, Paride Saccoia:”Mai dire mai per il Settebello, con il Posillipo proveremo a far bene”

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25 anni, una carriera intera al servizio del Posillipo, la squadra della sua città, Napoli. Attaccante, 190 cm per 80 kg. Stiamo parlando di Paride Saccoia, vice capitano della squadra campana più titolata e terza in campionato al momento in attesa dei play-off. Olimpiazzurra l’ha sentito in esclusiva.

Una vita al Posillipo. Raccontaci i primi anni della tua carriera.

“Ho iniziato a giocare a pallanuoto grazie a mio fratello all’età di 13 anni. Quando avevo 4 anni feci nuoto, sempre al CN Posillipo, ma un giorno decisi di seguire le orme di mio fratello che sembrava divertirsi di più giocando in una squadra”.

 

Ora sei diventato vice-capitano, nonostante la giovane età. Si sente il peso della responsabilità?

“Sicuramente so che giocare nel Posillipo è una responsabilità, per la storia e per quello che rappresenta per la città, ma devo dirti che comunque quando scendo in acqua sono sereno e cerco sempre, senza troppi problemi, di vivere le partite per quello che sono: divertimento e competizione”.

 

Come vedi questa stagione a livello personale? E di squadra?
“Le somme si tireranno alla fine, anche perché mancano i play-off che sono la parte più delicata della stagione. Quello che conta ora è cercare almeno di arrivare terzi”.

 

Cosa manca al Posillipo per essere al livello di Brescia e Recco?

“Diciamo che vedo il Recco su un gradino più alto rispetto al Brescia, perché ha più giocatori che possono fare la differenza, Tempesti e Ivovic su tutti. Noi abbiamo ancora tanta strada da fare per arrivare a giocarcela alla pari, ma la squadra è forte e ha tanta voglia di fare e di emergere. Ci vuole un po’ di pazienza da parte dei nostri tifosi per ritornare a vincere in Italia, specialmente se il Recco continua a investire cosi tanto…”.

 

La finale di Euro Cup è sfuggita per un soffio, puntavate al successo?

“Devo dire che si sente ancora l’amarezza di non essere lì a giocarci la finale. Quest’anno potevamo farcela, ma purtroppo nella semifinale di ritorno abbiamo sbagliato l’approccio al match e non siamo riusciti a superare la Mladost”.

 

Nella tua carriera contiamo un totale di undici presenze in nazionale.  Da molto tempo però non indossi la calottina azzurra, perché? Ambisci ancora a quel posto?

“La nazionale è ovviamente la massima aspirazione di un atleta e quindi anche la mia. Dopo vari infortuni sono uscito dal giro e non sono più riuscito a conquistare la fiducia di Campagna. Ora sto bene, quindi mai dire mai”.

 

Un tuo giudizio sul Settebello attuale?

“Il mio giudizio non può che essere positivo, per una nazionale che è riuscita ad andare spesso a medaglie negli ultimi anni nelle varie manifestazioni internazionali. Si è riusciti a portare un gioco più veloce e meno fisico rispetto al passato, sfruttando appieno le nuove regole”. 

 

A chi ti ispiri?

“Diciamo che non ho un giocatore a cui mi ispiro, ma ne osservo tantissimi. Kasas è il giocatore più forte che abbia mai visto giocare. Fortunatamente ho avuto l’onore di osservare da vicino tanti campioni che sono passati per il Posillipo, tra i quali ricordo con particolare piacere Afroudakis, Udovicic, Janovic e Zlockovic tra gli stranieri, e Silipo, Bencivenga e Postiglione tra i napoletani”.

 

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

“Il tempo libero a disposizione purtroppo è poco, poiché oltre agli allenamenti, mi tocca studiare per completare i miei studi universitari. In generale comunque esco con la mia ragazza e i miei amici per bere qualcosa, andare a cinema o a cena fuori. Sono un grande tifoso del Napoli e quando posso corro allo stadio!”.

 

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Fare un’Olimpiade, realizzarmi a livello lavorativo e avere tre figli. Ma in generale ne ho tanti e aumentano continuamente”.

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gianluca.bruno@olimpiazzurra.com

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