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Basket femminile, Europei Under 18 2023: Italia tra sfortuna e salvezza

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Italia Under 18

Ci sono almeno tre temi che si possono ricavare dal problematico cammino dell’Italia agli Europei Under 18 2023. La squadra azzurra ha concluso al 13° posto, senza brillare, ma riuscendo quantomeno a far sì che la Division A si possa affrontare nel 2024, anno importante perché è quello che consentirà la qualificazione ai Mondiali Under 19 del 2025 (per questa estate, invece, il ruolo tocca all’Under 16 verso l’Under 17 2024).

Giovanni Lucchesi si è trovato in mano un gruppo che, tutto sommato, alcune individualità buone le aveva, come pure un paio di buoni blocchi di singole squadre (Basket Roma e Costa Masnaga). I buoni segnali iniziali, quelli dei primi tre quarti contro la Lituania, hanno però rapidamente lasciato il posto a sensazioni non propriamente belle. A questo ha indubbiamente contribuito il fatto che, all’inizio di detto match, si è fatta male Cristina Osazuwa, che non ha più potuto mettere piede in campo per il resto del torneo, seguita rapidamente da Emma Giacchetti, che è poi sempre stata l’ombra di quella vista all’esordio.

In questa situazione, sono arrivate delle sconfitte brutte. Portogallo e Belgio in modo netto, poi Ungheria (scuola cestistica che sta lavorando bene), quindi anche Israele nel finale. E proprio quest’ultima sconfitta ha messo le azzurre di fronte a un pericolo enorme: la discesa in Division B, che l’Italia ha dovuto giocare per l’ultima volta nel 2006. E tale rimarrà per un bel po’, perché una tripla di Virginia Tempia ha letteralmente salvato la pelle alla nostra selezione nel rematch contro il Portogallo che valeva la possibilità di giocare il confronto per il decisivo 13° posto. Quel 45-44 ha portato poi al 68-63 sulla Repubblica Ceca.

Al di là di tutti questi fattori, e di un variegato contributo da parte di numerose giocatrici chiamate da Giovanni Lucchesi, uno che conosce come pochissimi questo mondo e che ha visto praticamente tutto passare davanti ai propri occhi negli ultimi lustri, di discorsi da fare ce ne sono. Mancava per sua scelta Carlotta Zanardi, e certamente qui non c’era l’Ajsa Sikva che poteva togliere le castagne dal fuoco in molte occasioni. Si sono palesati, nella media generale, dei limiti sia a livello fisico che tecnico in relazione anche a tutte le altre selezioni in gara. Su questo non può avere nessuna colpa Lucchesi, ma è un problema che parte da molto più lontano e in varia misura prescinde dal puro e semplice fatto di non avere un’annata forte. Va comunque annotato il nome di Sophia Lussignoli: classe 2005, sa attaccare bene con i suoi 170 centimetri, ma anche leggere bene il gioco. Ne sentiremo parlare ancora.

Foto: fiba.basketball

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